La Turchia ai ferri corti anche con l’Iraq (quasi in guerra con i curdi)

ANSA –  Il premier islamico nazionalista turco, il sunnita Recep Tayyip Erdogan, i cui rapporti sono tesi da tempo con il capo del governo iracheno, lo sciita Nouri al-Maliki, ha accusato oggi il ”regime di Baghdad” di condurre il paese verso una possibile ”guerra civile”. Erdogan ha detto ai giornalisti – poco prima di lasciare il paese per il Pakistan dove partecipera’ al vertice delle otto principali economie islamiche – di ”avere sempre avuto il timore” che l’attuale governo iracheno ”possa provocare una guerra interconfessionale”. ”I nostri timori iniziano a realizzarsi, a poco a poco” ha affermato, aggiungendo che ”il regime vuole condurre la situazione verso una guerra civile”. Le dichiarazioni di Erdogan intervengono mentre si registra una impennata di tensione fra il governo centrale iracheno e il governo regionale autono curdo del Nord Iraq sul controllo della zona di Tuz Khurmatu, ricca in petrolio. Secondo l’agenzia turca Dogan scontri fra l’esercito centrale iracheno e le forze della regione curda hanno fatto 13 morti negli ultimi giorni. Sia il governo centrale di Baghdad sia quello regionale curdo di Arbil rivendicano il controllo della regione. Da mesi la tensione cresce anche fra Baghdad e Ankara. La Turchia ha dato asilo al vicepresidente sunnita iracheno Tarek al Achemi, condannato a morte in Iraq per diversi omicidi politici. Le forze armate turche inoltre continuano a sconfinare in Nord Iraq per attaccare le basi arretrate dei ribelli separatisti del Pkk. Questo nonostante Baghdad abbia denunciato un accordo, firmato nel 1996 con l’allora presidente Saddam Hussein, che autorizzava la Turchia a inseguire i ribelli Pkk in territorio iracheno. E’ la Turchia, non l’Iraq, a rischiare una “guerra civile” a causa delle “politiche settarie ed etniche” del governo di Ankara ha risposto il primo ministro iracheno, Nuri al Maliki. “Erdogan – dice Maliki in una dichiarazione pubblicata sul suo sito ufficiale – dovrebbe concentrarsi sulle condizioni interne del suo Paese, la cui tendenza verso una guerra civile per cause settarie ed etniche suscita la nostra preoccupazione”. “Consigliamo ad Erdogan – insiste il premier iracheno – di affrontare i problemi delle minoranze e di smettere di immischiare la Turchia in tutti i problemi degli altri Paesi della regione”. Le tensioni con l’Iraq si aggiungono alla crisi in atto da tempo tra Ankara e Damasco a causa dell’appoggio fornito da Erdogan ai ribelli siriani.

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