IL SOTTOSEGRETARIO POLILLO VUOLE LIQUIDARE LE FORZE ARMATE?

Di questi tempi certe notizie rischiano di non dare troppo nell’occhio, soffocate dal mare magnum nel quale sta naufragando l’Italia con le sue istituzioni. Eppure quanto dichiarato il 16 aprile all’agenzia economica statunitense Bloomberg dal sottosegretario all’Economia e alle Finanze Gianfranco Polillo ben rappresenta lo stato confusionale che sembra regnare nei palazzi romani.
Polillo, tecnico di grande competenza e di ottima reputazione ma non nuovo a dichiarazioni imbarazzanti per lo stesso governo Monti di cui fa parte, ha ipotizzato che a causa della recessione che colpisce l’Italia quest’anno il bilancio della Difesa potrebbe venire tagliato di circa 5 miliardi di euro, risparmi che colpirebbero anche l’investimento nel programma F-35.

Forse si tratta di una valutazione personale del sottosegretario? Solo una stima sui possibili risparmi ottenibili nel comparto Difesa? Oppure è l’anticipazione di un piano in discussione nell’ambito del governo Monti che peraltro (ma il condizionale è oggi più che mai d’obbligo) dovrebbe essere dimissionario? Le dichiarazioni di Polillo non hanno avuto eco in Italia né risulta siano state riprese dai media nazionali ma rappresentano un interessante (e pericoloso) punto di vista specie se formulate da un tecnico di chiara fama e con responsabilità di governo. La cifra di 5 miliardi di euro, decurtabili secondo Polillo dal bilancio di quest’anno, rappresenta oltre un terzo dello stanziamento 2013 per la Funzione Difesa pari a 14,4 miliardi di euro. Se osserviamo le tre voci principali del bilancio (Personale, Investimenti ed Esercizio) appare evidente che i “circa 5 miliardi” cui fa riferimento Polillo rappresentano più o meno la somma tra lo stanziamento per gli Investimenti cioè l’acquisizione di nuovi equipaggiamenti (3,4 miliardi) e quello per l’Esercizio, cioè addestramento, manutenzione e gestione (1,3 miliardi).

Il ragionamento del sottosegretario alle Finanze sembra basarsi sul taglio di tutte le spese escluse quelle per il Personale, cioè gli stipendi dei militari che assorbono oltre 9.7 miliardi e caleranno solo progressivamente con il procedere delle riduzioni degli organici previste dalla riforma Di Paola approvata dal Parlamento. Superfluo sottolineare che un taglio come quello ventilato da Polillo paralizzerebbe le forze armate rendendole di fatto inutili perché impedirebbe ogni tipo di attività addestrativa e operativa e la gestione di emergenze, trasformandole una volta per tutte in uno “stipendificio” per 180 mila statali. Sorprende che le affermazioni di Polillo non abbiano provocato repliche né abbiano avuto riscontri in Italia ma al tempo stesso il fatto che simili valutazioni siano state rilasciate a un’agenzia internazionale e circolino in tutto il mondo non aiuta certo a farci riguadagnare quel prestigio internazionale che sembrava essere tra gli obiettivi del governo Monti.

Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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