Considerazioni sulla Marina Finlandese

Nel quadro delle cosiddette “marine minori”, che operano nel Mar Baltico (trattati da precedenti articoli dell’autore) la Merivoimat, componente navale delle Finnish Defence Forces, ha il difficile compito di attuare una strategia di local sea control per assicurare alla Finlandia sia la costante sorveglianza delle sue estese e frastagliate coste sia la difesa in tempo di crisi delle sue vitali linee di comunicazione marittime. In considerazione della complessità del teatro operativo in cui è costretta a muoversi, con specchi d’acqua spesso ghiacciati e con fondali bassi facilmente minabili, la Marina Finlandese sin dalla sua nascita dopo la 1^ Guerra Mondiale ha dovuto studiare soluzioni innovative per dotarsi di uno strumento navale idoneo e funzionale. La mai dimenticata esperienza delle campagne condotte contro la Flotta del Baltico dell’URSS negli anni 1940-1944 ha portato il Governo di Helsinki a considerare sempre importante la difesa marittima dei suoi porti e delle sue SLOC investendo in progetti interessanti, che hanno spesso trovato nei commentatori navali molti estimatori. La tradizione ormai quasi secolare di questa Marina si è sempre basata su poche forze molto efficienti, che possono rapidamente essere aumentate con il richiamo di riserve addestrate, e composte da un mix  di installazioni terrestri e di unità navali tra loro ben coordinate per rendere difficile ad un eventuale avversario sia il blocco dei principali porti finnici sia lo sbarco di gruppi di incursori anche di una certa consistenza sulle proprie coste. Nei conflitti del secolo scorso i protagonisti della difesa finnica sul mare sono state soprattutto le artiglierie costiere  e le mine, anche se svolsero un ruolo non trascurabile le corazzate costiere della classe Ilmarinen, i piccoli sommergibili di costruzione tedesca ed i MAS acquistati o ceduti dall’Italia.

La scomparsa dell’URSS e gli odierni rapporti tutto sommato abbastanza buoni con la Federazione Russa e con tutti gli altri Stati della regione hanno permesso di rivedere la consistenza dello strumento navale senza però ridurlo troppo e nel quadro della tradizionale politica di “neutralità” affermare una indiscussa capacità di difesa dei propri interessi baltici, ma anche di partecipare nel quadro dell’Unione Europea, a cui la Finlandia è associata con molta convinzione, ad operazioni “fuori area” quali quella antipirateria “Atalanta”. La cantieristica e l’industria degli armamenti finlandesi di rinomata fama mondiale hanno permesso innovativi progetti tutti ben adattati alle difficili condizioni d’impiego delle acque nordiche. I buoni rapporti con la vicina Svezia ed i rinnovati contatti con la cantieristica italiana hanno infine consentito la realizzazione di nuove costruzioni, che stanno contribuendo all’efficienza di questa Marina, che ha oramai decisamente abbandonato le forniture russe probabilmente considerate non più idonee a rispondere ai requisiti operativi della Finlandia. Accanto alle mine rimaste protagoniste della strategia marittima finlandese è il missile superficie-superficie il sistema d’arma principale della Merivoimat ed infatti i missili sovietici del tipo Styx e similari in dotazione sin dagli anni ’70 sono sostituiti con le ottime armi svedesi della Bofors (RBS 15, sia in versione imbarcata che su mezzi terrestri).

Oggi la Marina Finlandese è diretta da un “Comando Navale” basato nella città marittima di Turku e retto da un Contrammiraglio, che di fatto è lo Stato Maggiore della Marina. Da questo dipendono i due comandi di area, quello del “Golfo”  e quello dell’ “Arcipelago”. Quest’ultimo ha la responsabilità della difesa della costa e della zona marittima che va dal porto di Hanko alla parte settentrionale del Golfo di Bothnia, mentre il primo è responsabile dell’area del Golfo di Finlandia. Ogni comando d’area ha alle sue dipendenze una Squadriglia di unità missilistiche, una Squadriglia di unità per la guerra di mine ed i battaglioni di difesa costiera (missili, cannoni e fanti di marina). Le altre componenti della Marina sono l’ Accademia Navale di Helsinki, l’Istituto di Ricerche Navali di Espoo, posto opportunamente nella città universitaria del Paese, ed il Comando del Materiale a Turku. Una speciale brigata di Marines, nota come Nyland Brigate (Uusimaa brigade in finnico), coordina l’addestramento e l’attività delle forze mobili di difesa. Questa brigata è l’unico reparto delle finnish defence forces ad usare lo svedese quale lingua di servizio mantenendo quindi una importante tradizione nel bilinguismo nazionale. Da questo reparto sono tratti anche i nuclei di volontari (circa 200) che sono inquadrati nel Nordic Battlegroup dell’Unione Europea.

Veniamo alla consistenza dello strumento navale vero e proprio. Eliminate negli scorsi anni le unità di provenienza o di armamento sovietico, la Marina Finlandese con una forza di circa 2.100 uomini in servizio permanente ed addestrando annualmente circa 3.900 coscritti (oltre a numerosi riservisti), ha oggi in servizio:
–    4 grosse motocannoniere missilistiche della classe ( Haminanella foto) da 270 t a propulsione ad idrogetto e velocità di 32 nodi, dotate di un ottima elettronica sono armate con il pezzo svedese da 57/70 Bofors, missili antiaerei sudafricani “Umkhonto” e missili antinave RBS15 mk 3. Costruite tra il 1997 ed il 2003 rappresentano la punta di lancia della forza navale finlandese.
–    4 motocannoniere missilistiche un po’ più anziane della classe Rauma da 250 t ed anch’esse a propulsione ad idrogetto. Sono armate di missili RBS antinave e di missili “Mistral” antiaerei (in fase di sostituzione) e di un’arma da 40/70.
–    2 posamine con possibilità d’impiego anche come pattugliatori della classe Hameenmaa da 1.300 t, armate con  il 57/70 e missili  “Umkhonto”  possono imbarcare 150 mine.
–    Il grande  posamine /nave scuola  Pohjanmaa di 1.480 t armato con pezzi da 57/70, 40/70 e missili “Mistral” e 150 mine di prossima messa in riserva.
–    3 grandi e recentissimi cacciamine di costruzione Intermarine della classe Katanpaa.
–    10 cacciamine minori delle classi  Kuha e Kiiski.
–     Una cinquantina di mezzi da sbarco e di piccole unità ausiliarie e per uso locale completano l’inventario delle forze navali di Helsinki.

Tutti questi mezzi operano in stretto coordinamento con i reparti costieri, che non solo impiegano gli ormai anziani pezzi fissi e mobili da 130 mm e da 100 mm, ma anche batterie di missili antinave RBS15 autocarrati (definiti dai finlandesi MTO-85B) e, come detto, reparti di fanti di marina (Jager ) per la difesa delle coste, dotati sin dal 2005 anche di missili Spike-ER nati come armi anticarro, ma usabili anche in azioni contro navi.
Alla fine degli anni ’90 la Marina Finlandese aveva elaborato un piano di ristrutturazione (Squadron 2000 o Laivue 2000) che prevedeva la costruzione delle citate motocannoniere Hamina e di alcuni hovercraft dotati di missili, questo programma non è stato proseguito probabilmente per la difficoltà di operare con mezzi a cuscino d’aria nei mari nordici. La volontà finlandese di voler in futuro operare anche al di fuori del Baltico sembra portare lo Stato Maggiore di Helsinki a progettare nuove unità di maggior dislocamento, probabilmente degli OPV o corvette di dimensioni ed autonomia doppia rispetto alla motocannoniere in servizio.
La piccola Marina del Baltico appare quindi in un momento di evoluzione dottrinale pur rappresentando tra gli strumenti navali di oggi un moderno complesso di forze ben rispondenti alle esigenze operative della Finlandia e, forse, imitabile da forze navali di Paesi in via di sviluppo con problematiche strategiche similari.

Pier Paolo RamoinoVedi tutti gli articoli

L'ammiraglio Ramoino è Vice Presidente del Centro Universitario di Studi Strategici e Internazionali dell'Università di Firenze, Docente di Studi Strategici presso l'Accademia Navale di Livorno e cultore della materia presso la Cattedra di Storia delle Relazioni Internazionali dell'Università Cattolica del S. Cuore a Milano. Dal 1982 a tutto il 1996 ha ricoperto le cattedre di Strategia e di Storia Militare dell'Istituto di Guerra Marittima di Livorno, di cui è stato per dieci anni anche Direttore dei Corsi di Stato Maggiore. Nella sua carriera in Marina ha comandato diverse unità incluso il caccia Ardito e l'Istituto di Guerra Marittima.

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