Al Bahrein piace il Typhoon, satelliti italo-francesi per gli Emirati

Gli Emirati Arabi Uniti hanno ordinato due satelliti militari italo-francesi da sorveglianza del tipo Helios nell’ambito del programma Falcon Eye da 700 milioni di euro nel quale concorreva anche la statunitense Lockheed Martin. Il contratto, gestito dal governo francese, comprende anche la stazione di controllo e l’addestramento di 20 tecnici ingegneri mentre militari francesi forniranno assistenza alle forze aeree degli EAU per la gestione del sistema. I due satelliti verranno realizzati da Astrium, (divisione Spazio di Eads) e dall’italo-francese Thales Alenia Space, joint venture tra Thales e Finmeccanica.  Ricadute positive per Finmeccanica anche dal possibile contratto di export dei cacciabombardieri Typhoon in Bahrein. Nei giorni scorsi la britannica Bae Systems ha reso noto di supportare il governo britannico nei colloqui con l’emirato del Bahrein interessato ad acquisire un numero non specificato di jet di Eurofighter che potrebbero diventare la “star” delle aeronautiche militari del Golfo Persico impegnate a bilanciare la crescente potenza militare iraniana. Dopo i 72 esemplari acquistati dall’Arabia Saudita (che dovrebbero raddoppiare con altrettanti aerei della Tranche 3) e i 12 ordinati l’anno scorso dall’Oman per 1,5 miliardi di sterline altri Paesi della regione appartenenti al Gulf Cooperation Council sono interessati ad acquisire il Typhoon.

Il Kuwait sta trattando l’acquisizione del velivolo (una quarantina di esemplari) mentre negli Emirati Arabi Uniti e in Qatar le commesse per una sessantina e una cinquantina di cacciabombardieri vedono ancora aperta la gara tra il Typhoon e il francese Dassault Rafale.  I contratti per la vendita di armi vengono infatti sempre più spesso gestiti dai governi e Londra sta facendo pesare non poco la sua influenza presso gli ex possedimenti della Penisola arabica. Il contratto saudita per i Typhoon, che Riad doterà di missili da crociera MBDA Storm Shadow (che equipaggerà prima 81 Tornado sauditi ammodernati da Bae Systems) già impiegati dalle forze aeree britannica e italiana, potrebbe “fare da traino” per vendere il velivolo anche agli altri Stati dell’area con contratti miliardari pluriennali che includono l’assistenza tecnica e l’addestramento del personale locale. Il premier britannico, David Cameron, ha visitato gli emirati del Golfo il mese scorso per sostenere la vendita del Typhoon e di altri sistemi d’arma made in UK ma un successo di export britannico avrebbe ripercussioni positive su tutte le aziende del Consorzio Eurofighter incluse quelle di Finmeccanica coinvolte nella produzione di parti del velivolo (per il 19 per cento realizzato da Alenia Aermacchi), delle componenti imbarcate e degli armamenti con una partecipazione complessiva al programma valutata da Finmeccanica pario al 36 per cento.

 Contando il probabile raddoppio della commessa saudita, nel Golfo Persico sono in ballo ordini potenziali per oltre 200 Typhoon che si aggiungono ai 719 velivoli previsti, 571 in ordine fermo e circa 350 consegnati soprattutto alle aeronautiche dei Paesi europei che lo producono e dall’Austria. Commesse che garantirebbero lavoro ancora per molti anni anche agli stabilimenti Alenia Aermacchi di Torino –Caselle.  Il cacciabombardiere europeo è inoltre in corsa anche per aggiudicarsi commesse anche in Canada, Corea del Sud e Danimarca dove rivaleggia con lo statunitense F-35.

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