Via libera alla settima e ottava Fremm

di Luca Peruzzi, da Il Secolo XIX del 14 settembre 2013
È questione di giorni o soltanto di ore perché sia completata la procedura burocratica legata al via libera per la costruzione e allestimento della settima e ottava fregata europea multi-missione (Fremm), destinate alla Marina Militare. Secondo quanto risulta al SecoloXIX, l’industria capo-commessa coinvolta, Orizzonte Sistemi Navali (Osn, la jointventure Fincantieri-Selex Es), ha già ricevuto la comunicazione di via libera dall’Occar, l’Agenzia europea per gli armamenti che gestisce il programma multinazionale franco-italiano, ma per questioni prettamente burocratiche la procedura dovrebbe essere ufficialmente completata nei prossimi giorni. Una boccata di ossigeno per l’industria cantieristica e della difesa nel settore navale, per Fincantieri e le società Finmeccanica, per l’indotto ligure e delle altre regioni italiane. Questa buona notizia tuttavia allevia soltanto in parte le preoccupazione dell’industria di settore. Come ha ricordato pochi giorni fa l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, non sarebbe solo necessario avere garanzie per il completamento del programma Fremm (in totale 10 navi, che comunque non garantirebbero un futuro al settore): bisognerebbe infatti anche lavorare sul rinnovo della flotta della Marina, così come chiesto dal ministero della Difesa e dai massimi vertici militari del Paese. Preannunciata dal sottosegretario alla Difesa Roberta Pinotti a inizio agosto, la commessa per la costruzione e l’allestimento delle due nuove Fremm ha un valore intorno agli 800 milioni di euro.

I lavori saranno effettuati dalla Fincantieri di Riva Trigoso e del Muggiano. È stato così rispettato il termine per esercitare l’opzione per la tranche delle due navi, che era stato posticipato da aprile a settembre, a causa delle vicissitudini governative e della conseguente approvazione della pianificazione industriale e reperimento dei relativi fondi. Si tratta della terza e quarta fregata su un totale di sei Fremm realiz zate nella versione “multiruolo” (le altre sono in versione “antisom”) per il contrasto di superficie e una serie di missioni che vanno dalla sorveglianza marittima alla protezione dei gruppi navali, dal contrasto della pirateria al supporto dal mare delle forze di pronto dispiegamento oltremare. Sono navi dotate di un avanzato sistema di combattimento con sensori radar, elettro-ot- tici e per le comunicazioni prodotti da Selex Es e un armamento che comprende il sistema missilistico per la difesa aerea allargata Mbda Saam-Esd, (la stessa azienda fornisce anche il missilistico antinave Teseo mk 2a), un cannone Oto Melara da 127 mm per munizioni a lungo raggio Vulcano e un cannone Super Rapido da 76 mm con munizioni guidate Dart-Davide per l’ingaggio di missili antinave, insieme a sistemi di protezione subacquea Wass e una suite per la protezione elettronica fornita dalla società romana Elettronica.

Tra l’altro, il cannone da 127 della Oto Melara, in mostra al salone Dsei di Londra, è in gara – insieme al prodotto dei concorrenti angloamericani di Bae Systems – per l’armamento cannoniero principale da installare a bordo delle future fregate multiruolo per la Royal Navy Tipo 26, la cui costruzione partirà dal 2016. Ma l’industria italiana del settore guarda oltre, come nel caso di Selex Es, che ha svelato lo sviluppo di un albero integrato di nuova generazione, che vede il rimpiazzo delle diverse antenne radar, delle comunicazioni e delle contromisure elettroniche con un’unica struttura meccanica che integri su diverse aperture a scansione elettronica le varie funzionalità, minimizzando interferenze e segnatura radar e ottimizzando il funzionamento integrato dei sistemi. Questo sistema potrebbe vedere la prima applicazione sulle ultime due unità ancora da acquisire del programma Fremm, oppure essere installato a bordo delle future navi multiruolo da pattugliamento d’altura, che la Marina ha presentato recentemente.

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