Mosca rafforza l'export di armi e il "fronte" Artico

La Russia punta a 50 miliardi di dollari di export annuale di armi nel 2020, pari ai volumi registrati oggi dagli Stati Uniti.  quelli  Lo ha detto ieri il vice primo ministro Dmitry Rogozin sottolineando che Mosca nel 2012 ha stabilito un nuovo record raggiungendo i 15,16 miliardi di dollari di esportazioni. Tra il 2006-2010 cinque Paesi – Stati Uniti, Russia, Germania, Francia e Gran Bretagna – hanno rappresentato il 75% delle esportazioni di armi convenzionali. Analizzando il mercato risultano in testa con ampio margine gli Stati Uniti e la Russia, rispettivamente con il 30% e il 23% delle quote di vendita. I principali acquirenti di armi sono l’India, la Cina, la Corea del Sud, il Pakistan, gli Emirati Arabi Uniti e la Grecia.

In netto potenziamento anche le acquisizioni interne di nuovi equipaggiamenti che consentono l’ammodernamento delle forze di Mosca. Il 10 dicembre il presidente Vladimir Putin ha chiesto ”una attenzione particolare al dispiegamento di infrastrutture e unità militari” nella regione dell’Artico durante un intervento  dedicato al completamento della ristrutturazione delle forze armate previsto per il prossimo anno. La Russia, ha aggiunto, ”sta intensificando lo sviluppo di questa promettente regione” e per questo è necessario poter contare ”di ogni strumento per poter assicurare la protezione dei suoi interessi di sicurezza e nazionali”. Mosca ha riaperto in questi mesi la base militare sovietica delle isole della Nuova Siberia, un territorio ”importante per il controllo della situazione nella regione dell’Artico”, ha sottolineato il presidente. Nell’Artico la sfida tra Russia e Occidente (Canada, Danimarca, Usa e Norvegia) è aperta, in particolare con il Canada che rivendica il controllo del Polo Nord e delle acque artiche circostanti e ha chiesto all’Onu di riconoscere nuovi confine marittimi allargati in questa regione.

Pochi giorni prima di Putin era stata la Marina a ribadire i piani di potenziamento dell’attività oltre il Circolo polare, rendendo noto un aumento delle esercitazioni e delle attività esplorative per proteggere gli interessi russi nella regione, oggetto di contesa internazionale sia dal punto di vista strategico, che dello sfruttamento delle sue risorse naturali. La Russia sta dispiegando nell’estremo nord del Paese un sistema di allarme radar contro attacchi missilistici, che dovrebbe essere terminato nel 2018. Nel corso del prossimo anno il ministero della Difesa ha già annunciato la ricostruzione dell’aerodromo e della base militare di Temp, sulle Isole della Nuova Siberia.

 

 

Mappa: Foreign Policy

Foto:  Offiziere.ch e Maxim Marmur/Getty Images

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