Al-Qaeda rilancia la rivolta sunnita in Iraq

Si inasprisce pericolosamente la rivolta  sunnita delle regioni occidentali irachene, confinanti con la Siria in guerra, contro il governo del premier sciita Nuri al Maliki: centinaia di miliziani qaedisti hanno preso parte oggi alle battaglie in corso a Falluja e Ramadi, teatri da quattro giorni di scontri armati seguiti alla sanguinosa repressione delle forze governative contro manifestanti locali. I battaglioni delle forze d’élite e unitòà corazzate di Baghdad sono stati dispiegati dentro e attorno alle due città simbolo della resistenza irachena all’invasione anglo-americana del 2003, dopo che gruppi armati composti da consigli tribali e membri dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis) hanno preso possesso di alcuni quartieri di Ramadi e Falluja.

Da oltre un anno Ramadi, capoluogo della turbolenta provincia di al Anbar, confinante con quella orientale siriana di Dayr az Zawr, è diventata il centro della contestazione sunnita contro Maliki, sostenuto dall’Iran e dagli Stati Uniti e accusato da più parti di voler marginalizzare politicamente ed economicamente la comunità sunnita. Lunedì scorso lo stesso Maliki aveva ordinato all’esercito di sgomberare il sit-in permanente a Ramadi, definito dai media governativi come “un assembramento di al-Qaeda”. Ma l’azione di forza di lunedì scorso aveva fatto scattare la scintilla: migliaia di abitanti di Ramadi e di altre località vicine, tra cui Falluja, erano scesi in strada, mentre altri avevano imbracciato le armi per resistere a quella che è stata definita “l’invasione delle forze sciite di Maliki”. Il bilancio di tre giorni di scontri è stato di 14 morti e oltre 50 feriti, tutti tra i manifestanti e gli insorti.

Su pressione di diversi deputati del parlamento, Maliki ha poi fatto marcia indietro, ordinando all’esercito di ritirarsi e lasciando alla polizia il compito di mantenere la sicurezza. Ma ieri mattina decine di camion hanno trasportato dai remoti campi di addestramento dell’Isis – operativo in Siria ma nato in Iraq – centinaia di miliziani qaedisti a Ramadi e Falluja. L’esercito di Baghdad è allora tornato all’azione e ha circondato con carri armati Falluja ed è intervenuto, con truppe speciali sostenute da milizie lealiste locali, nelle strade di Ramadi.Il conflitto ritorna a esplodere nelle aree più calde che videro gli statunitensi combattere le battaglie più aspre della campagna irachena.  Il governo iracheno è riuscito a comptromettere l’opera di riconciliazione nazionale portata avanti con successo nel 2008 dal generale David Petraeus che era riuscito a separare e poi contrapporre le milizie tribali sunnite dagli “stranieri di “al-Qaeda” con la costituzuione dei “comitati del Risveglio”. L’incapacità del governo sciita di integrare queste forze negli apparati dello Stato e l’emarginazione dei politici sunniti ha riportato intere province nelle mani dei qaedisti che trovano di nuovo alleati nelle tribù sunnite di al-Anbar. L’anno appena conclusosi è stato – secondo l’Iraq Body Count – il più sanguinoso in Iraq dal 2008, con 9.475 civili uccisi.

(con fonte Ansa)

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