Il primo carico di armi chimiche lascia la Siria….per l'Italia

di Claudio Accogli – ANSA – E’ ufficialmente iniziata l’operazione di trasferimento delle armi chimiche siriane, che verranno distrutte nelle prossime settimane. La nave danese Ark Futura (nella foto) ha effettuato un primo carico di agenti tossici nel porto siriano di Latakia. Poi si è spostata al largo, in acque internazionali, dove attenderà, a distanza di sicurezza, di completare il carico in più fasi, come hanno spiegato fonti dell’Opac, l’organizzazione per il monitoraggio del bando sull’uso delle armi chimiche che coordina l’operazione. A quanto si apprende, ci potrebbero volere diversi giorni per completare la missione di carico, che coinvolge anche il cargo norvegese Taiko e una serie di navi da guerra, anche cinesi e russe. Mistero su quale sarà la prima tappa dei due battelli: una parte delle armi chimiche dovrà infatti essere caricato a bordo della statunitense Cape Rey, dotata di moderni strumenti per distruggere gli agenti chimici del temibile arsenale di Damasco, che comprende sarin e iprite. L’Italia, come è noto, ha offerto un proprio porto per portare a termine l’operazione, che la Bbc ipotizza, con un grafico sul proprio sito web (vedi sotto), possa avvenire nel Mediterraneo, nelle acque internazionali al largo della Libia. Tra i porti citati da indiscrezioni di stampa ci sono in particolare quello di Brindisi – dove però il Comune ha espresso la propria opposizione – o uno in Sardegna, dove il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, è tornato a esprimere il suo netto dissenso.

Fonti europee, a margine del vertice di Bruxelles del dicembre scorso, hanno affermato che si tratterà di un porto “civile e non militare”. Altre 150 tonnellate di materiale chimico saranno invece smaltite in Gran Bretagna. Quello di oggi è “un primo passo”, afferma l’Opac, che “incoraggia il governo siriano” a “mantenere lo slancio a rimuovere i restanti agenti chimici in modo sicuro e tempestivo perché possano essere distrutti il più presto possibile”. Felicitazioni anche dall’Onu, dove il segretario generale Ban Ki-moon “accoglie con favore i continui progressi nello sforzo internazionale per eliminare l’arsenale chimico siriano”. Il materiale chimico proviene da due siti siriani che non sono stati resi noti. Sono 12 nel complesso i depositi che dovranno essere svuotati. La Cape Ray distruggerà 700 tonnellate metriche di agenti chimici. La deadline fissata dall’Opac per questa prima fase dell’operazione è il 31 marzo, il 30 giugno per la distruzione di tutto l’arsenale di Damasco. Il ministro Emma Bonino ha definito l’operazione di distruzione una delle “pochissime e la più grande mai effettuata”, facendo appello a che non ci siano “polemiche strumentali: spero che tutte le forze politiche sappiano comportarsi con il rispetto e il decoro di un Paese che ha fortemente voluto la distruzione delle armi chimiche”.

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