All'arrembaggio. Il nuovo libro di Massimo Annati

Per molti secoli l’abbordaggio ha rappresentato il principale metodo di combattimento navale, spesso addirittura l’unico. Le navi da guerra venivano progettate e equipaggiate con una specifica attenzione a quei requisiti che facilitassero l’abbordaggio delle unità nemiche e consentissero, allo stesso tempo, di poter respingere gli analoghi tentativi dell’avversario. Vennero così creati dei castelli (veri castelli) a prua e poppa e delle grandi coffe, da cui fosse agevole scagliare frecce, giavellotti e pietre contro il nemico, e che divennero ben presto il segno distintivo delle navi da guerra.  Anche l’introduzione della polvere da sparo e delle armi da fuoco non ha modificato i termini della questione per molti secoli. Sia i grandi cannoni che i piccoli calibri venivano utilizzati prevalentemente per favorire l’assalto di grandi reparti d’abbordaggio, aprendo vuoti tra le file dei difensori (e viceversa, naturalmente). L’altro utilizzo principale delle artiglierie era di danneggiare alberature e manovre, in modo da rallentare il fuggitivo e consentire di poterlo sopraffare con un combattimento corpo a corpo. €Solo verso la metà del XIX secolo, con l’arrivo della propulsione a vapore e di artiglierie molto più potenti le cose hanno iniziato a cambiare.

Ci furono comunque alcuni casi significativi d’abbordaggio anche durante la Guerra Civile americana, la 1^ e 2^ Guerra Mondiale (ad esempio la cattura da parte alleata dei codici di Enigma, o la guerra al traffico mercantile condotta dagli incrociatori ausiliari tedeschi), ed alcune crisi e conflitti locali nel secondo dopoguerra. Si trattava, tuttavia, di casi relativamente limitati e nel corso di un secolo le marine persero la capacità di condurre un abbordaggio, tanto da dover improvvisare tattiche e tecnologie ogni volta che si rese necessario ricorrere a questo tipo di azioni. La cosa è invece cambiata, e drasticamente, durante gli anni ’90, quando molte delle marine NATO furono costrette ad affrontare complesse operazioni di interdizione marittima durante gli embarghi conseguenti alla guerra nella ex-Jugoslavia e alle guerre contro l’Iraq. L’abbordaggio è divenuto via-via sempre più importante, e contemporaneamente nuove sfide si sono affacciate: pirateria, terrorismo, proliferazione di armi di distruzione di massa, infiltrazioni di combattenti illegali e di armi.  In realtà oggi le marine conducono operazioni anti-sommergibili o anti-aeree soltanto durante le esercitazioni, ma sono invece chiamate quotidianamente ad effettuare abbordaggi legati al mantenimento della sicurezza.

In questi ultimi anni sono stati istituiti numerosi reparti specializzati proprio nell’effettuazione di abbordaggi (dall’Italia alla Svezia, dall’Olanda alla Cina, dagli Stati Uniti alla Germania, e così via)  mentre in altri Paesi si è invece scelto piuttosto di fornire uno specifico addestramento agli equipaggi delle navi da guerra.  Una situazione non molto diversa da quanto fatto per secoli dalle flotte del passato, quando l’abbordaggio rappresentava il core business della guerra navale, ed i fucilieri di marina erano imbarcati sistematicamente su ciascuna nave da guerra.

L’Alleanza Atlantica ha addirittura istituito a Creta un centro d’addestramento apposito (NATO Maritime Interdiction Operations Training Center), per ricreare e disseminare una competenza che si credeva appartenesse ormai solo ai libri di storia o ai film di cappa e spada, anche se oggi queste operazioni si sono arricchite di nuovi equipaggiamenti e nuove tecniche. Anche il progetto delle nuove navi da guerra tiene conto di questa evoluzione, e sono stati introdotti requisiti specifici per il trasporto, la messa a mare ed il recupero di apposite imbarcazioni, alloggi per il boarding team, depositi, sistemi di comunicazione, ecc.

L’opera è completata da tre ampie appendici, focalizzate rispettivamente a:
–    Lo sviluppo delle fanterie di marina dedicate ai combattimenti a bordo e agli arrembaggi;
–    L’evoluzione attraverso i secoli delle armi impiegate negli abbordaggi;
–    Il cambiamento delle norme legali che oggi consentono di fermare ed abbordare una nave mercantile straniera.

Il libro scritto dal contrammiraglio Annati non si limita ad alcune delle più note grandi battaglie che hanno fatto la storia navale (Salamina, Azio, Lepanto, Trafalgar, ecc.), ma rappresenta una miniera di aneddoti e informazioni relativi anche a piccoli scontri e alle più recenti operazioni di anti-pirateria, ed anti-terrorismo.  Spiccano, ma è solo uno dei tantissimi esempi, le cutting-out operations, vere e proprie operazioni speciali notturne condotte dalla Royal Navy durante le guerre napoleoniche per la cattura di un vascello nemico ormeggiato in porto, sotto la protezione delle batterie costiere.  Operazioni estremamente rischiose e spesso sanguinose, condotte con un coraggio ed una risolutezza che oggi fatichiamo anche solo ad immaginare. Il filo conduttore di questa carrellata attraverso 25 secoli di combattimenti a bordo è l’attenzione al fattore umano, visto che i protagonisti di queste imprese, che hanno spesso cambiato l’esito di una grande battaglia o di un piccolo scontro, erano solitamente semplici marinai o giovani ufficiali al comando di una squadra d’abbordaggio.

Massimo Annati
    Nato a Milano nel 1953, ha frequentato i corsi normali presso l’Accademia Navale di Livorno dal 1972 al 1976;
    Laureato in Ingegneria Chimica presso l’Università degli Studi di Genova nel 1978 e successivamente in Ingegneria Gestionale nel 1982.
    Ha conseguito il Master in Economia e Gestione Aziendale presso la Scuola di direzione aziendale dell’Università Bocconi nel 1986.
    Ha frequentato il 20° Corso Superiore di Stato Maggiore presso l’Istituto di Guerra Marittima nel 1991-92;
    Imbarcato dal 1978 al 1983 su diverse unità navali italiane e statunitensi;
    A terra si è occupato prevalentemente dell’acquisizione di sistemi d’arma e della cooperazione internazionale, sia in Marina che in ambito interforze;
    A partire dal 1999 ha svolto diversi ruoli nel campo delle Armi Non Letali, fino ad essere eletto presidente dell’ European Working Group on Non Lethal Weapons, incarico che tuttora conserva;
     . Massimo Annati ha lasciato il servizio nel 2011 col grado di contrammiraglio.
    È autore di numerosi libri e studi in ambito militare e marittimo; collabora abitualmente con varie pubblicazioni italiane ed internazionali nel settore della Difesa, e tiene frequenti conferenze sia nell’ambito di Convegni internazionali che presso svariati Istituti di formazione militare ed università civili;
     Per Mursia, insieme a Paolo Valpolini, ha pubblicato il Dizionario della Guerra moderna (2002).

All’arrembaggio. Venticinque secoli di combattimenti a bordo
 Autore:    Annati Massimo 

Prezzo:    € 22,00
Editore: Ugo Mursia Editore 

Collana: Biblioteca del mare 

odice ISBN: 9788842548287
 Dati:2014, 648 p brossura

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