Secure Land: contractors nella Striscia di Gaza

Hamas, nella sua interezza o limitatamente al suo braccio armato (le Brigate Izz ad-Din al-Qassam), è da tempo inserito nell’elenco delle organizzazioni terroristiche da Israele, Canada, Giappone, Stati Uniti, Unione Europea, Giordania e Regno Unito. Da ultimo l’Egitto che, a marzo 2014,  l’ha dichiarato fuorilegge in quanto “filiale” della Fratellanza Musulmana. In breve, si tratta di uno scomodo ma imprescindibile interlocutore per quelle associazioni ed organizzazioni (governative o meno) che si trovano a dover operare nella Striscia.

Nonostante la drammatica e costante situazione in cui versa l’intera area, a Gaza esistono imprese, attività commerciali e turistiche ed uffici di organizzazioni internazionali che comportano la presenza di uomini d’affari, personale, clienti, cooperanti e turisti, la cui sicurezza ed incolumità dovrebbero esser garantite da un’autorità che aimè, vedasi l’attualissima cronaca, ha ben altro a cui pensare.

Per sopperire a queste esigenze, tre anni fa, è stata aperta la prima compagnia di sicurezza privata palestinese: la Secure Land. Visibilità di un certo rilievo è arrivata però solo a febbraio di quest’anno, in occasione della visita del cantante Mohammed Assaf a Gaza, sua città natale. Una ventina di uomini in abiti ed occhiali scuri hanno tenuto a bada i fans dell’acclamato artista, attirando l’attenzione dell’agenzia di stampa francese AFP e di riflesso, di nomi come Xinua ed Haaretz .

La giovane realtà a conduzione famigliare (padre e figlio al vertice) è indipendente ed orientata localmente al territorio palestinese. Contando su di una forza di circa 40 uomini, si occupa di tutto ciò che riguarda la sicurezza privata, armata e non: protezione VIP e dirigenti, sicurezza strutture aziendali e turistiche, trasporto valori, vigilanza statica e videosorveglianza, consulenze, gestione rischi e logistica. Una società dinamica e moderna che utilizza ampiamente il web con un proprio sito e profili sui principali social network come Facebook e Twitter.

Tutte pagine aggiornatissime che testimoniano anche i danni (limitati) subiti a causa dei bombardamenti di ”Protective Edge”.
Tra i contraenti principali, la Masrouji Co. Ltd. di Ramallah, impegnata nell’importazione e distribuzione di prodotti farmaceutici e la National Beverage Company (autorizzata Coca Cola), attiva nella produzione di cibo e bevande. La Secure Land si è anche occupata della protezione di un importante businessman palestino-canadese e di quella dell’ambasciatore e staff della rappresentanza di Oslo durante le celebrazioni del giorno dell’indipendenza norvegese.

Il contractor palestinese proviene dall’ambito delle palestre: esperti di arti marziali od energumeni del sollevamento pesi. L’addestramento, della durata di due mesi, prevede un’intensa preparazione fisica e maneggio di armi leggere e da taglio. Gli aspiranti PSD devo ottenere un certificato di “buona condotta” dal governo Hamas. Dato l’alto tasso di disoccupazione, il numero di giovani che si propongono per tale posizione è in continua crescita; accesso vietato a funzionari pubblici o a qualunque individuo legato a fazioni politiche. Ad assicurare un livello minimo di professionalità ci pensano alcuni elementi che hanno prestato servizio presso forze di sicurezza di alcuni paesi arabi come il Qatar.

Il fatto che non si tratti di una semplice agenzia di guardie giurate (o di bodyguards) lo si può capire dall’elevata pericolosità del contesto che, oltre agli attacchi israeliani e scontri interni tra le varie fazioni e milizie, si caratterizza per una massiccia presenza di cellule jihadiste. Nel 2003 ad esempio, tre contractors della Dyncorp in scorta ad un convoglio diplomatico statunitense sono stati uccisi da un IED, a Gaza.

Per la Secure Land le difficoltà sono molte; innanzitutto, per svolgere efficacemente il proprio lavoro ha bisogno di un particolare addestramento ed equipaggiamento come videocamere di sorveglianza, protezioni balistiche, veicoli blindati che non sono disponibili: da una parte Israele mira ad impedire che qualunque cosa possa costituire una minaccia possa finire in mano palestinese, dall’altra, Hamas stessa, seppur si dica pronta a cooperare con questa e future altre società, si dimostra sempre riluttante a concedere ad attori “indipendenti” il permesso di portare armi.

Ancora, sebbene la richiesta di sicurezza da parte dei privati sia alta, è anche vero che la Striscia non è di certo in grado di attirare personalità o partners d’importanza tale da richiedere tali servigi in quantità sufficiente. Le organizzazioni internazionali come la UNRWA, infatti, possiedono già i propri operatori di sicurezza senza rivolgersi alla realtà locale.

L’asso nella manica per la Secure Land, però è rappresentato dal fatto che, tramite loro, i soggetti internazionali possono svincolarsi dalla scomoda interazione con Hamas per le questioni di sicurezza; specialmente con il boicottaggio attuato da molti governi occidentali a partire dal 2007.
Il neonato settore delle PMC palestinesi non può lontanamente avvicinarsi all’influenza e possibilità dei giganti del business mondiale, tuttavia, costituisce un punto di partenza interessante e meritevole di monitoraggio. Chissà che tale avventura possa tramutarsi in un’ opportunità di sviluppo e stabilità per una terra tanto martoriata.

Foto AFP, Secure Land

Nato nel 1983 a Brescia, ha conseguito la laurea specialistica con lode in Management Internazionale presso l'Università Cattolica effettuando un tirocinio alla Rappresentanza Italiana presso le Nazioni Unite in materia di terrorismo, crimine organizzato e traffico di droga. Giornalista, ha frequentato il Corso di Analista in Relazioni Internazionali presso ASERI e si occupa di tematiche storico-militari seguendo in modo particolare la realtà delle Private Military Companies.

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