Prove di alleanza tra Ansar al Sharia tunisina e AQMI

di Diego Minuti – ANSA-

Il prepotente ingresso dello Stato islamico sul palcoscenico internazionale fa breccia anche in Nord Africa dove due delle formazioni jihadiste più attive, Ansar al Sharja tunisina ed al-Qaeda nel Maghreb islamico, potrebbero allearsi per poi confluire nella “creatura” di Abu Bakr Al-Baghdadi. A disegnare questa sino a pochi mesi fa impensabile evoluzione è stato Abou Iyadh, leader di Ansar al Sharja, che, latitante dall’ottobre del 2012 (quando guidò il sanguinoso assalto all’ambasciata Usa di Tunisi) ha proposto all’emiro Abdelmalek Droukdel, capo di Aqmi, di allearsi e, quindi di “mettersi agli ordini” (queste le parole usate in un appello audio che gira per i siti islamisti) dell’autoproclamatosi califfo al Baghdadi. Al momento, da parte di Droukdel – che non ama le dichiarazioni, ne’ tanto meno i video – nessuna risposta, ma anche se fosse negativa, poco toglierebbe all’impatto emozionale che l’iniziativa di Iyadh porta in se’.

Sino ad oggi l’emiro di Aqmi ha operato nel solco delle indicazioni della casa madre al-Qaeda, ma con risultati oggettivamente marginali rispetto alle intenzioni e, soprattutto, alla potenzialita’ delle forze al suo comando. A lui i capi di alcune falangi hanno contestato una eccessiva prudenza dell’agire, preferendo quindi staccarsi o (come nel caso del sanguinario Moctar Belmoctar) farsi espellere.

Semmai la proposta di Ansar al Sharja tunisina (solo omonima di quella libica) andasse a buon fine, l’intero scenario del terrorismo in Nord Africa sarebbe stravolto perché una delle premesse poste a base della proposta di Iyadh è quella di unire le forze per rivolgersi contro Algeria (ipotesi di non facile attuazione) e Tunisia (oggi indubbiamente il boccone piu’ facile per gli jihadisti). Abou Iyadh ha già fatto i primi passi in tal senso, dichiarandosi nei giorni scorsi “alleato” dello Stato islamico e preconizzando la creazione di un califfato anche in Tunisia.

Al momento la scarsezza delle forze di cui dispone (non più di 500 miliziani) non dà eccessiva fattibilità alle sue bellicose mire, ma un’eventuale alleanza con Aqmi e un aiuto concreto dell’Isis (sotto i sui vessilli si battono non meno di 1.500/2.000 tunisini) le renderebbe terribilmente più fattibili. Nell’attesa, Abou Iyahd, in un campo in Libia, addestra nuovi combattenti, pronti a varcare i confini con la Tunisia, ma anche a schierarsi con una delle milizie islamiste che combattono il debolissimo governo di Tripoli.

Foto AFP

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