L'Isis avanza in Libia

di Rodolfo Calò ANSA

L’Isis avanza nella Libia centrale e conquista uno strategico villaggio sulla strada costiera del Golfo della Sirte che porta ai maggiori terminal petroliferi del paese, accrescendo così il vuoto di potere che sta rovesciando nel Mediterraneo migliaia di migranti. Prima che potessero imbarcarsi, i jihadisti inoltre hanno sequestrato una novantina di eritrei perché “cristiani”.

Secondo fonti concordanti e vari media libici, i fondamentalisti dello Stato islamico hanno preso possesso di Harawa, un centro da 2.600 abitanti circa 70 chilometri a est di Sirte: a consentire loro di issare la bandiera nera con la scritta bianca della “shahada” sono stati venerdì gli anziani del villaggio che hanno ceduto all’assedio in corso, con sporadici combattimenti e efferatezze, da marzo.

La conquista garantisce all’Isis continuità territoriale da Sirte ad un’altra sua roccaforte, Nawfaliyah, altri 70 km più a est, e il controllo della strada che dopo altri 50 km arriva ai maggiori terminal petroliferi libici, quelli di Ras Lanuf.

Già in marzo, in seguito agli attacchi, la compagnia petrolifera nazionale libica (Noc) aveva dichiarato lo stato di “forza maggiore” in 11 campi petroliferi del paese. I terminal peraltro erano stati al centro di combattimenti fra l’esercito fedele al governo riconosciuto di Tobruk e le milizie di Misurata al potere a Tripoli: ed è stato proprio il ritiro di queste ultime a lasciare campo libero all’Isis a ovest di Sirte. Con un “califfato” a Derna, oltre 700 km più a est, in Cirenaica, l’Isis è presente in sacche di resistenza jihadiste a Bengasi ma viene viene segnalato attivo anche circa 250 km a sud di Sirte (nel distretto di Jufra) e nell’ovest, con un “cellula a Sabratah.

E proprio nell’ovest, come segnalato da una Ong, lo Statoislamico ha rapito 86 migranti eritrei cristiani, tra cui 12 donne e bambini, mentre erano in viaggio su un automezzo verso Tripoli: i jihadisti hanno separato i migranti cristiani da quelli musulmani, lasciando liberi solo ultimi islamici.

Gli eritrei sono stati sottoposti a una sorta di “esame” sul Corano per provare chi fosse musulmano e chi no. Chi non ha saputo rispendere alle domande è stato portato via e si teme ora che possa fare la fine dei 20 copti decapitati su una spiaggia di Sirte come mostrato in un video a febbraio. A sud-ovest, l’Algeria ha alzato il livello di guardia al confine con la Libia per prevenire sconfinamenti di elementi del terrorismo islamico legati all’Isis.

A preoccupare, secondo i media, sarebbero i caccia dell’aeronautica libica nell’aeroporto di Sirte che potrebbero divenire mezzi per attentati suicidi.

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