Siria: i russi restano a Tartus, gli USA mandano i ribelli appena addestrati

Il centro logistico della Marina Russa nel porto siriano di Tartus, in Siria, rimarrà operativo nonostante i precari equilibri regionali: lo ha comunicato mercoledì all’agenzia di stampa “Interfax” una fonte nello stato maggiore della Marina russa ripresa dall’Agenzia Nova. “Non intendiamo chiudere (l’installazione militare in Siria, ndr) a prescindere dalla situazione politico-militare circostante”, ha sottolineato la fonte, la quale ha però specificato che “nelle attuali condizioni non ha senso operare alcuna ristrutturazione o ricostruzione dell’impianto”.

I piani per l’ammodernamento della base navale, utilizzata da Mosca fin dal 1971 (in base a un accordo bilaterale con l’allora presidente Hafez Assad) prevedono il rafforzamento della  difesa contraerea e la ricostruzione di due moli galleggianti, uno dei quali sarebbe in grado di accogliere un incrociatore oppure un cacciatorpediniere, l’altro due fregate oppure grandi navi d’assalto anfibio.

Il Pentagono è invece pronto a inviare in Siria il primo gruppo di combattenti addestrati nei mesi scorsi in territorio turco. Il gruppo di cosiddetti “ribelli siriani moderati” addestrati dai consiglieri militari statunitensi conta meno di un centinaio di uomini. Prima di inviarli in Siria, gli ufficiali Usa dovranno sviluppare i piani per il loro inserimento in una zona di guerra.

Gli elementi di incertezza, però, sono numerosi, come sottolinea il “Washington Post”: la Casa Bianca non ha ancora deciso sino a che punto si spingerà il supporto militare diretto degli Usa ai combattenti addestrati in Turchia, specie nell’eventualità, tutt’altro che remota, che questi ultimi combattano non lo Stato islamico ma l’esercito regolare siriano fedele a Bashar al Assad.

Foto: Base navale russa di Tartus (Defense talk e randychiu-Flickr)

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