Partner europei per l’Antonov An-70?

Il Segretario della Sicurezza Nazionale e del Consiglio di Difesa dell’Ucraina Alexander Turchinov (foto sotto) durante una riunione del gruppo di lavoro Ucraina-NATO dedicato ad un riforma militare tenutasi a Kiev avrebbe offerto alla Nato di riprendere lo sviluppo dell’An-70.

“Vorrei richiamare la vostra attenzione – ha dichiarato Turchinov – sulla possibilità di riprendere insieme il progetto An-70, un velivolo che può soddisfare le esigenze di molti paesi in termini di trasporto strategico”.

A tal proposito è stato interpellato dagli organi di stampa russi Andrei Kokoshin, membro della Duma di Stato, vice presidente del comitato parlamentare per l’industria, costruzioni e alte tecnologie, direttore dell’Istituto per gli studi sulla sicurezza internazionale dell’Accademia Russa delle Scienze, nonché direttore della Facoltà di Scienze Politiche Internazionali dell’Università Statale di Mosca, che ha fornito il suo parere sull’intera questione.

“Il nostro paese – ha dichiarato Kokoshin – ha fornito un contributo significativo allo sviluppo dell’An-70 e per questo l’Ucraina ha bisogno di un nostro permesso per poter cooperare con un paese terzo nella rete di questo progetto”.

Kokoshin si è detto sorpreso dalla dichiarazione del segretario ucraino circa il coinvolgimento di altri Paesi occidentali sull’affaire An-70: “La cooperazione tra la Russia, l’Ucraina e i paesi dell’Europa occidentale (leggasi Germania e Francia) sul progetto An-70 fu ampiamente discussa nel 1990.

In qualità di segretario del Consiglio di Difesa della Federazione Russa sono stato ampiamente coinvolto nel progetto e nelle trattative con gli esponenti ucraini ed europei; tedeschi ma soprattutto francesi”.

“L’An-70 è davvero un buon progetto e conserva tuttora il suo alto livello progettuale rispetto a molti aerei analoghi, tuttavia, anche allora l’Europa occidentale si rifiutò di collaborare e presumo che questo diniego sia avvenuto seguendo la volontà di proteggere la propria industria aerospaziale, in primis quella del velivolo Airbus allora conosciuto come progetto FLA e oggi noto come A-400M. Non a caso, nonostante il notevole interesse riposto nell’An-70, la decisione finale (e relativi fondi economici stanziati) furono appannaggio del progetto europeo la cui quota maggioritaria apparteneva alla Francia”.

La richiesta ucraina di un coinvolgimento europeo nel progetto An-70 coglie certamente i malumori dei paesi utilizzatori dell’A-400M: l’ultimo tragico incidente avvenuto il 9 maggio scorso presso l’aeroporto di Siviglia, che ha visto la perdita dei 4 membri dell’equipaggio, ha costretto le forze aeree di Gran Bretagna, Germania, Turchia e Malesia a fermare a terra i propri esemplari.

Un nuovo colpo al progetto europeo A-400M, che dopo aver accumulato quattro anni di ritardo e sei miliardi di costi extra rispetto alle previsioni iniziali, sta ancora lottando aspramente contro numerosi problemi progettuali; in questo ambito, probabilmente, Antonov potrebbe vedere nella collaborazione con i paesi occidentali una piccola chance di rivincita nei confronti del pari classe Airbus.

Foto: Antonov e AP

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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