I traumi non diagnosticati dei veterani

ANSA- Migliaia di veterani feriti in guerra tornano a casa con lesioni cerebrali non diagnosticate, che tentano di nascondere ai loro familiari isolandosi emotivamente.

E’ quanto rileva uno studio della John Hopkins University, pubblicato sulla rivista Social Science and Medicine, e condotto su un gruppo di veterani americani tornati da Iraq e Afghanistan. In sostanza, a migliaia di loro sono state riscontrate lesioni al cervello non diagnosticate, e quindi non trattate, dai medici militari. Con la conseguenza che molti, al ritorno alla vita civile, soffrono di dolore fisico e sofferenza emotiva, che hanno un profondo impatto.

Un maggior probabilità di perdita di memoria, difficoltà cognitive, disturbi dell’umore, emicranie, dipendenze, insonnia e suicidio sono infatti i principali fattori di rischio associati ai traumi cerebrali non diagnosticati.

Il risultato è che molti veterani cercano di nascondere la gravità dei loro sintomi ad amici e familiari, minimizzando le loro ferite, e decidendo di isolarsi e allentare relazioni intime.

Lo studio ha riscontrato una sorta di linea di demarcazione tra i veterani rimasti feriti prima e dopo il 2010. Dopo quella data c’è stato infatti un positivo cambiamento culturale inrelazione alla salute mentale e il benessere emotivo dei soldati, che ora vengono seguiti e trattati meglio.

Ma comunque bisogna migliorare l’attenzione, perché molti veterani, conclude lo studio, non ricevono le terapie adeguate.

Foto: US DoD e CDN

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