Coalizione: 10 mila raid in 500 giorni contro l’Isis

Dall’8 agosto 2014 al 19 gennaio di quest’anno le forze della Coalizione a guida statunitense hanno effettuato 9.782 incursioni aree (strike), per circa due terzi (6.156) in Iraq e un terzo (3.266) in Siria dove le operazioni alleate presero il via il 23 settembre 2014.  A queste sortite d’attacco si aggiungono 65.492 sortite di support (rifornimento, trasporto, ricognizione, intelligence, ecc) effettuate dalla Coalizione.

La gran parte delle missioni d’attacco sono state effettuate dai velivoli statunitensi operazioni (7.551 strike, 4.482 in Iraq e 3.069 in Siria): dati che confermano il ruolo marginale e in molti casi solo simbolico degli altri Stati membri della Coalizione che hanno effettuato 2.231 attacchi aerei: 2.034 in Iraq e 197 in Siria .

In pratica il 78 per cento delle operazioni aeree da attacco della Coalizione sono state effettuate dai velivoli statunitensi, percentuale che sale al  94 per cento in Siria (e le forze aeree dei Paesi arabi sunniti (e gli aerei ufficialmente schierati da Arabia Saudita, Bahrain, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Giordania e Marocco a cosa servono ?) e scende a poco meno 70 per cento dei raid effettuati in Iraq.

I bersagli distrutti (rappresentati nell’immagine a fianco) includono 134 mezzi corazzati, 361 veicoli ruotati, 744 campi militari, 5.067 edifici, 5.387 postazioni militari e 49 infrastrutture petrolifere oltre a 5.746 “altri obiettivi” non specificati.

I costi dell’operazione Inherent Resolve per gli Stati Uniti ammontavano a 5,53 miliardi di dollari al 15 dicembre 2015 pari a 11 milioni di dollari di costo medio giornaliero per 495 giorni di operazioni.

Un dato in crescita se si considera che il bilancio effettuato l’estate scorsa rivelò costi giornalieri per poco più di 8 milioni di dollari al giorno.

La scarsa incisività dell’offensiva aerea alleata contro l’Isis è ben rappresentata dal confronto con gli attacchi aerei effettuati in Kosovo e Serbia nella guerra del 1999 (38 mila in appena 70 giorni) e dal confronto con l’intervento aereo russo che, oltre ad essere limitato alla Siria ed effettuato con appena una cinquantina di velivoli, ha registrato 5.662 raid contro “i terroristi” (Stato Islamico e altri gruppi jihadisti che combattono il regime di Assad) e ha lanciato 97 missili da crociera in  appena 107 giorni, tra il 30 settembre 2015 e il 14 gennaio 2016.

Il dato è stato riportato nei giorni scorsi dal generale russo Serghiei Rudskoi, portavoce del ministero della Difesa.

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