FALLUJAH CIRCONDATA: INIZIA L’ATTACCIO AL CENTRO CITTÀ

Le forze di sicurezza irachene hanno circondato la parte centrale la città di Fallujah a una settimana dall’annuncio dell’inizio della grande offensiva per liberarla dallo Stato islamico da parte del premier, lo sciita Haider al Abadi.

Secondo quanto dichiarato oggi dal portavoce del ministero della Difesa iracheno, il generale Rasool Yahya, citato dall’emittente del Qatar “al Jazeera”, le forze irachene stanno proseguendo l’avanzata verso il centro della roccaforte dell’Isis nella provincia sunnita di al-Anbar, che al momento si troverebbe completamente circondata.

Per Yahya la prima fase dell’operazione per liberare Falluja è stata completata: “Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo”. Da ieri gli agenti dell’antiterrorismo si sono schierati nei pressi del centro di Fallujah per poter aprire la strada ai militari. Secondo fonti locali, le forze di sicurezza irachene hanno scoperto decine di tunnel scavati dai militanti dell’Isis per fuggire dalla linea del fronte.

Intanto, mentre l’esercito dà il via alla seconda fase delle operazioni per liberare Fallujah, lo Stato islamico ha lanciato un attacco contro Hit, nella parte settentrionale della provincia di al- Anbar e liberata in aprile dall’esercito federale.

L’assalto sarebbe stato respinto dai militari, i quali avrebbero ucciso almeno 60 miliziani.

“La situazione all’interno di Fallujah sta diventando di giorno in giorno”, ha dichiarato Narsuflahi, direttore del Consiglio norvegese per i rifugiati in Iraq.

Nonostante piani da parte delle forze governative di creare un corridoio sicuro, pochi civili sono riusciti ad abbandonare il teatro di guerra.

Il gruppo più consistente ha abbandonato la città solo venerdì sera, a cinque giorni dall’inizio dell’operazione.

Il generale Raed Shakir Jawdat, responsabile delle forze di polizia attive nella campagna ha dichiarato ai media che attualmente sono circa 460 le persone che hanno abbandonato Fallujah.

La campagna militare lanciata dall’esercito iracheno per la riconquista della città con la copertura aerea della Coalizione internazionale a guida Usa e l’appoggio delle milizie sciite e della polizia federale, è stata annunciata domenica scorsa in diretta televisiva dal premier iracheno al Abadi.

L’operazione arriva dopo l’importante vittoria del 19 maggio scorso nella cittadina di Rutbah, strategico snodo nel cuore dell’Anbar che collega la capitale Baghdad con la frontiera giordana e siriana.

Prima di lanciare l’offensiva su Fallujah, l’Esercito iracheno aveva invitato i residenti a fuggire dalla città, malo Stato islamico ha impedito alla maggior parte di essi di abbandonare le loro abitazioni.

Va sottolineato che nel contesto dell’attuale crisi politica che ha travolto l’Iraq negli ultimi mesi, culminata nell’invasione della “Zona verde” di Baghdad da parte dei manifestanti vicini al leader religioso sciita Moqtada al Sadr, una vittoria a Falluja (vero e proprio incubo degli statunitensi nel 2004) potrebbe rafforzare la posizione del premier Abadi e aiutarlo a superare l’attuale impasse.

Tuttavia una forte preoccupazione permane per il rischio di violenze contro i civili, in maggioranza sunniti ancora nella città, da parte delle milizie sciite irachene che già  in passato, nella conquista di Tikrit (provincia di Salah al Din) erano state accusate di omicidi a sfondo etnico-religioso.

Sabato gli imam di Fallujah hanno lanciato un appello alle autorità di Baghdad affinché impediscano alle milizie di Difesa popolare, composte in buona parte da sciiti, di entrare nel centro cittadino.

Nel corso di una conferenza stampa tenuta nella città curda di Erbil, gli imam sunniti hanno chiesto al governo di Baghdad di “impedire che gli sciiti entrino a Falluja perché in caso di violenze non si riuscirebbe a capire la differenza tra loro e i terroristi”.

Gli imam hanno chiesto di evitare “che si ripeta quanto avvenuto nella provincia di Salah al Din dove le violenze sciite contro i villaggi sunniti hanno fatto fallire il lavoro svolto fino a quel momento dall’esercito per riconquistare la zona”.

Secondo una fonte le milizie sciite non dovrebbero entrare all’interno di Falluja. “D’accordo con gli statunitensi, le milizie sciite non entreranno nella città, ma rimarranno ai margini e forniranno supporto”, ha riferito la fonte.

Sarebbero circa 45 mila gli uomini schierati per la econda fase dell’operazione “Breaking Terrorism” tesa a liberare la città.

Secondo le fonti sul campo Baghdad avrebbe schierato quattro unità a livello reggimento delle Forze per le operazioni speciali (Isof): la prima, la terza, e la decima e la diciassettesima.

In tutto circa 5.000 uomini che questa mattina avrebbero iniziato la penetrazione verso il centro città.

A questi vanno aggiunti 20.000 elementi della polizia federale, 15.000 combattenti sciiti e circa 5.000 miliziani delle tribù sunnite.

In contemporanea all’offensiva su Fallujah i peshmerga curdi dell’Iraq hanno lanciato un’offensiva per riconquistare le zona a est della città di Mosul, la roccaforte dello Stato Islamico nel Paese.

L’offensiva “è sostenuta dai cacciabombardieri della coalizione internazionale” ha dichiarato il Consiglio di Sicurezza della regione del Kurdistan aggiungendo che l’operazione ha coinvolto circa 5.500 peshmerga ed è mirata a riprendere diversi villaggi, attualmente sotto il controllo dell’Isis, vicino Khazir, a est di Mosul.

“E’ una delle tanti operazioni finalizzate a incrementare la pressione sull’Isis a Mosul e dintorni, in preparazione di un eventuale assalto in città”, ha riferito il Consiglio di Sicurezza. Dopo sei ore di operazioni, le forze peshmerga avevano già riconquistato il villaggio di Mufti.

(con fonti AGI/Nova, Adnkronos e Askanews)

Foto: AFP, Getty Images, Esercito Iracheno e Reuters.

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