ANCHE ROMA AMMONISCE LA NATO: NON PROVOCATE MOSCA

Dopo il monito lanciato la settimana scorsa dal ministro degli Esteri tedesco Frank Waler Steinmeier, che ha ammonito la NATO a non utilizzare le grandi esercitazioni “Anakonda” in corso in Polonia (a due passi dall’enclave russa di Kaliningrad) come pretesto per provocare Mosca, ieri a Roma anche il Consiglio Supremo di Difesa ha espresso una simile preoccupazione.

Sembra quindi emergere anche in Italia, e in modo ufficiale poiché espresso dal più alto organo politico-strategico della Nazione, la preoccupazione per la deriva che sta prendendo un’Alleanza Atlantica in cui l’unica voce sembra essere quella degli anglo-americani e dei membri dell’Est Europa impegnati a rispolverare toni da guerra fredda del tutto opposti agli interessi dell’Italia e di gran parte dell’Europa.

Una preoccupazione condivisa da alcuni importanti Stati membri di Ue e NATO (Francia e Germania in testa) e che rende ancora più urgente lo sviluppo di un concreto strumento di difesa Ue.

La riunione del Consiglio Supremo di Difesa presieduta dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con i massimi vertice del governo e degli apparati militari “ha esaminato i principali scenari di crisi e di conflitto, prendendo atto delle situazioni di particolare complessità e incertezza che caratterizzano il quadro internazionale” recita il comunicato del Quirinale.

“In merito al prossimo summit Nato di Varsavia, il Consiglio ha condiviso pienamente l’approccio multidimensionale e multidirezionale sul quale si fonda il processo di adattamento dell’Alleanza alle nuove sfide alla sicurezza e alla difesa, anche in ragione della necessità di non polarizzare le risorse disponibili in un’unica direzione.

In tale prospettiva, le future funzioni dell’Organizzazione potrebbero essere efficacemente valorizzate e integrate con la costituzione al suo interno di un ‘pilastro europeo’, nucleo di espansione di una nuova CSDP (Common Security and Defence Policy) dell’Unione la cui realizzazione oggi, a seguito della prevista uscita del Regno Unito, appare ancor più importante e urgente”.

Parole chiare che seguono di 24 ore le dichiarazioni del ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che aveva individuato nella Brexit uno shock ma anche un’opportunità per  rafforzare l’integrazione dell’Europa della Difesa.

Circa la Nato e i rapporti con Mosca, il Consiglio Supremo di Difesa ha sottolineato come “nel quadro delle misure dissuasive che il Vertice si appresta ad assumere, è emerso, nella comprensione delle preoccupazioni di alcuni alleati, il convincimento che debba comunque essere fatto ogni sforzo per salvaguardare il rapporto di cooperazione con la Russia, partner indispensabile per la composizione delle crisi nel bacino del Mediterraneo e nel Medio Oriente”.

Comincia quindi a pendere forma la spaccatura nell’ambito dell’Alleanza Atlantica e se è forse presto per parlare di crisi dell’alleanza sembra certo che, al di là delle apparenze, se l’Europa sta soffrendo anche la NATO non si sente molto bene.

Tra i diversi temi sul tavolo il Consiglio Supremo di Difesa si è occupato ieri anche del Libro Bianco raccomandando ”che l’iter dei provvedimenti normativi necessari per l’attuazione delle misure di riorganizzazione possa essere completato in tempi brevi”.

@GianandreaGaian

Foto: Difesa.it. Web, Russia Insider e NATO

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Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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