CRESCE IL POTENZIALE NUCLEARE PAKISTANO

L’agenzia governativa pakistana Khan Research Laboratories (KRL) starebbe portando avanti la costruzione di un nuovo impianto industriale per l’arricchimento dell’uranio. Il sito, identificato grazie all’analisi delle immagini rilevate dalla rete satellitare Airbus Defence and Space, misura 140 x 80 metri e sorge all’interno della zona protetta del KRL, nei pressi della città di Kahuta, 30 chilometri a sud est di Islamabad.

La notizia, pubblicata su web il 16 settembre scorso dalla rivista specializzata IHS Jane’s 360, precisa che le immagini risalgono al 16 aprile 2016 e che la struttura presenta alcune similitudini con altri impianti costruiti dal consorzio URENCO a Capenhurst, nel Regno Unito, ad Almelo, nei Paesi Bassi, e a Gronau, nel Lander tedesco della Renania Settentrionale-Vestfalia.

La pubblicazione di un rapporto dettagliato è attesa a breve; a realizzarla è il gruppo di ricerca Project Alpha, agenzia non governativa del King’s College di Londra che dal 2011 denuncia i traffici illeciti legati ai programmi di proliferazione nucleare.

Islamabad ha condotto il suo primo test nucleare nel 1998 e secondo gli analisti intelligence sarebbe attualmente in possesso di circa 120 testate atomiche e di un’arsenale missilistico con capacità nucleare costituito principalmente da missili balistici tattici e di teatro, da missili campali (BRBM) a corto (SRBM) e medio raggio (MRBM) e da missili da crociera.

Nell’ambito dei BRBM, con raggio d’azione  inferiore ai 100 chilometri, l’esercito pakistano conta un numero rilevante di missili Haft-1 e Nasr ed è in fase di sviluppo un un’arma tattica simile al lanciatore statunitense Davy Crockett, cannone senza rinculo (video)capace di sparare un proiettile con testata nucleare M388.

Tra i missili SRBM vanno poi citati l’ipersonico Ghaznavi (Hatf–III), il missile supersonico Abdali-I (Haft-II), il Ghauri-I (Haft-V) e il Shaheen-I (Haft-IV), equivalente dello statunitense Pershing.

Per quanto riguarda l’arsenale MRBM, il Pakistan ha già sviluppato e testato il Ghauri-II (Haft-VA), prodotto come risposta al missile indiano Agni-II, e i multi-stadio Shaheen-II e Shaheen-III, con gittate rispettivamente di 2.000 e 2.750 chilometri.

Due infine i missili da crociera, il Babur (Hatf VII) e il Ra’ad (Hatf VIII), il primo lanciabile da transporter erector launcher (TEL) e il secondo avio-trasportabile. (IT log defence)

Foto: IHS Jane’s, US DoD e AP

Eugenio Roscini VitaliVedi tutti gli articoli

Colonnello dell'Aeronautica Militare in congedo, ha conseguito un master di specializzazione in analisi di sistema e procedure all'Istituto Superiore di Telecomunicazioni. In ambito internazionale ha prestato servizio presso il Comando Forze Terrestri Alleate del Sud Europa, la 5^ Forza Aerea Tattica Alleata e il Comando NATO di AFSOUTH. Tra il 1995 e il 2003 ha preso parte alle Operazioni NATO nei Balcani (IFOR/SFOR/KFOR). Gestisce il sito ITlogDefence.

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