RAID USA SULLE TRUPPE DI ASSAD: TREGUA IN BILICO IN SIRIA

Mentre la tregua in Siria è sempre più in bilico un “incidente” alza ulteriormente le tensioni tra l’asse Damasco/Mosca e gli Stati Uniti.

Raid aerei statunitensi, effettuati da 2 F-16 e 2 A-10 o entrati nello spazio aereo siriano dalla frontiera con l’Iraq secondo fonti russe, hanno provocato 62 e circa 120 feriti di feriti tra le truppe siriane a Deir az Zor, nell’est della Siria, settore n cui le truppe di Assad sono circondate da tempo dalle forze dello Stato Islamico, controllano solo l’aeroporto e parte del centro abitato e vengono rifornite grazie a un ponte aereo.

Il bilancio sembra essere poi salito a 90 morti probabilmente a causa del decesso di molti feriti.
Il raid aereo è avvenuto mente le truppe siriane fronteggiavano un’offensiva dell’Isis scattata non appena è entrata in vigore (una settimana fa) la tregua tra le forze di Damasco e i cosiddetti “ribelli moderati”.

Sabato sera la Coalizione ha riconosciuto di aver colpito quella che pensava essere una posizione dell’Isis, prima di cessare il raid dopo che Mosca l’aveva avvertita che poteva trattarsi di militari siriani.

“Le forze della Coalizione hanno creduto di prendere di mira una postazione da combattimento di Daesh”, ha spiegato il Pentagono in una nota, usando l’acronimo arabo che indica l’Isis.

“Gli attacchi aerei della Coalizione sono stati immediatamente sospesi quando le autorità della coalizione sono state informate dalle autorità russe che era possibile che le persone e i mezzi presi di mira facessero parte dell’esercito siriano”.

Secondo altre voci l’obiettivo dell’incursione era colpire le forze dell’Isis per impedire loro di impossessarsi di depositi di munizioni nei pressi dell’aeroporto tra i quali anche uno contenente armi chimiche che a causa dell’assedio dei jihadisti non fu possibile svuotare e consegnare all’Opacper lo smantellamento nel 2013.

L’errore” delle forze statunitensi è stato accolto con scetticismo a Damasco e Mosca anche perché pare che i raid si siano prolungati per 40 minuti prendendo di mira varie postazioni siriane.

In ogni caso l’episodio sembra costituire un ulteriore elemento in grado di far saltare la fragile tregua.
Washington sta indagando sull’incidente, ma ha bollato la richiesta di Mosca di una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu come una “sciocchezza”.

Anche se “appurassimo che in realtà abbiamo colpito personale militare siriano, questa non era la nostra intenzione e ovviamente esprimeremmo rammarico per la perdita di vite umane”, ha affermato l’ambasciatore degli Stati Uniti all’Onu, Samantha Power.

Il diplomatico ha definito la richiesta russa di una riunione d’emergenza “una sciocchezza, intrisa di moralismo e protagonismo”, sottolineando che Mosca dovrebbe invece chiedere una riunione con il regime siriano per esercitare pressioni in direzione della pace.

Non si è fatta attendere la replica dell’ambasciatore russo, Vitaly Churkin, che ha accusato gli Stati Uniti di violare gli accordi che prevedevano di non colpire postazioni siriane.

“Se i raid si spiegano con coordinate errate degli obiettivi da colpire questa è una diretta conseguenza del rifiuto degli Stati Uniti di coordinare con la Russia le loro azioni contro i gruppi terroristici in Siria” hanno evidenziato fonti militari russe.

Mosca ha rincarato la dose accusando Washington di aver assunto nella riunione al Palazzo di Vetro “una posizione non costruttiva e confusa”, dimostrandosi “incapace di fornire una spiegazione adeguata” e di aver tentato “come loro abitudine, di cambiare le carte in tavola”.

Già nel pomeriggio di sabato i russi aveva avvertito che la situazione in Siria stava nuovamente “peggiorando”.

“Nelle ultime 24 ore, il numero degli attacchi è rapidamente aumentato”, con 55 azioni contro postazioni del governo e civili, avevano denunciato fonti militari russe mentre il vice capo di stato maggiore del comando operativo russo, tenente generale Viktor Poznikhir, ha aggiunto che “se la parte americana non prende le necessarie misure per l’adempimento dei suoi obblighi, ogni responsabilità per la sospensione del cessate-il-fuoco ricadrà sugli Stati Uniti”.

In realtà tutte le fazioni su accusano a vicenda di non rispettare la tregua.

Secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani (Ondus), vicino ai ribelli “moderati” si sono registrati attacchi aerei e di artiglieria governativi ad Aleppo dove, secondo gli attivisti anti-regime dei comitati locali, caccia di Damasco hanno colpito i quartieri orientali facendo “diverse vittime civili”, nella Siria centro-occidentale (Idlib), nella Siria centrale (regioni di Homs e Hama), dentro e fuori Damasco (nella Ghuta orientale e nel quartiere di Jobar), nel sud del Paese (nelle regioni di Daraa e Qunaytra).

L’agenzia ufficiale Sana dal canto suo denuncia violazioni della tregua da parte di insorti a Jobar, quartiere della capitale fuori dal controllo governativo.

L’esercito di Assad è passato intanto ieri alla controffensiva nel settore di Deir az Zor per riprendere le posizioni conquistate il giorno precedente dallo Stato Islamico anche grazie al raid della Coalizione.

Secondo fonti militari siriane l’esercito ha ripreso la maggior parte delle sue posizioni sul monte Thourda grazie a una pesante copertura aerea russo-siriana che ha colpito “la zona circostante l’aeroporto, i quartieri controllati dai jihadisti e la strada che collega Deir az Zor a Mayadine”, più a sud.

Il monte Thourda domina l’aeroporto militare controllato dai lealisti e se cadesse in mano all’Isis verrebbe compromessa la sicurezza dei velivoli cargo che riforniscono la guarnigione e la popolazione sotto assedio.

L’Oondus valuta che almeno 30 miliziani dell’Isis siano morti ieri mattina durante la controffensiva dei governativi in cui però potrebbe essere stato abbattuto un Mig di Damasco: abbattimento rivendicato dall’Isis ma confermato anche dall’Ondus aggiungendo che non ci sono notizie sulla sorte del pilota.

Foto: SANA, AFP, Getty Images, Pravda, US DoD

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