PRESENTATO ALLA CECCHIGNOLA IL BLINDATO CENTAURO II

Presso il complesso militare della Cecchignola in Roma il 19 ottobre si è svolta la presentazione ufficiale nazionale del prototipo della nuova blindo Centauro II realizzata dal CIO (Consorzio Iveco-Oto Melara) alla presenza dei vertici dell’Esercito e della Difesa.

Si tratta di un mezzo innovativo che costituisce un’ulteriore evoluzione della famiglia di blindati 8×8 progettati e realizzati dalla nostra industria e caratterizzati dall’adozione di cannoni ad alta pressione.

Una prima presentazione del Centauro 2 era stara effettuata dal CIO nel giugno scorso al salone parigino Eurosatory.

La blindo presentata rappresenta il punto di arrivo attuale di un percorso iniziato nella seconda metà degli anni ’80 dal requisito espresso dall’Esercito per una blindo pesante da realizzare per sostituire i carri M-47 per un mezzo ruotato 8×8 armato con un cannone da carro armato.

Il mezzo venne inteso come una piattaforma altamente mobile in grado di muoversi rapidamente sulla rete stradale nazionale. Nacque così un blindato 8×8 armato con un cannone da 105/52 mm ad alta pressione che assunse la denominazione di B-1 Centauro e caratterizzata, tra l’altro, di una bassa sagomatura, trasmissione ad H ed armata con un cannone ad anima rigata analogo a quello in dotazione standard sui mezzi corazzati della NATO (L-7/M-68).

La B-1 aveva un peso di circa 27 tonnellate ed era in grado di raggiungere una velocità di circa 100 km/h che gli avrebbe consentito una rapidità di spostamento elevata e una potenza di fuoco in grado di contrastare efficacemente reparti nemici ed ingaggiare per tempi non prolungati anche i carri nemici.

La B-1 era stata pensata anche per essere un mezzo per contrastare eventuali sbarchi sulle nostre coste, soprattutto su quelle adriatiche.

Dopo il crollo dell’Unione Sovietica la Centauro si dimostrò essere una piattaforma molto flessibile ed in grado di espletare missioni diverse da quelle per cui era stata concepita.

La comunità militare si trovò ad affrontare nuovi scenari legati in massima parte a delle operazioni internazionali che si inserivano nei nuovi concetti – per allora – di OOTW (Operations Other Than War) e urban warfare dove una piattaforma ruotata era di gran lunga più funzionale di altre in termini di mobilità e di potenza di fuoco, quest’ultima divenuta poi una netta prerogativa italiana dato che nessun altro paese al mondo disponeva di una blindo pesante così armata.

La Centauro con il suo 105/52 mm divenne così un punto di riferimento della categoria per la sua flessibilità di impiego che la vedeva sia come deterrente o come mezzo risolutivo. Ne vennero costruite 400 esemplari per l’Esercito italiano e 84 per quello spagnolo, mentre 16 vennero date in leasing all’esercito statunitense che le valutò per il suo programma MGS (Medium Gun System).

L’evoluzione

L’evolversi degli scenari e quindi l’esigenza di poter disporre di un mezzo con requisiti operativi sempre nuovi portò alla realizzazione di una nuova Centauro che potremmo definire di seconda generazione.

Il mezzo manteneva lo stesso scafo della precedente versione ma era armato con un cannone da 120/45 alleggerito ad anima liscia montato su una torretta HITFACT (Highly Integrated Technology Firing Against Combat Tank).


La blindo fu estesamente testata dal nostro Esercito ma questa versione fu acquisita solo dal Sultanato dell’Oman.

Con l’esperienza acquisita con la Centauro il CIO sviluppò inoltre il blindato 8×8 da combattimento per la fanteria VBM (Veicolo Blindato Medio) denominato Freccia.

Le sinergie progettuali della Centauro 120 e del VBM sono state poi alla base di una Centauro di nuova generazione che venne proposta all’Esercito.

Si trattava di una piattaforma allo stato dell’arte sia per la potenza di fuoco (adozione del 120 mm), per la meccanica, il livello di protezione balistica (oltre che antimina e anti-IED), per le ottiche di ultima generazione, i sistemi di comunicazione e C2, tutto per una completa situational awareness.
Nel 2011 venne firmato il contratto di sviluppo tra il Ministero della difesa ed il CIO per la realizzazione di un prototipo e dopo solo 4 anni il prototipo è stato completato.

E’ nata così la Centauro II, un mezzo più performante ed efficace che mantiene grossomodo dimensioni e pesi della blindo B-1 (30 t per Centauro II e 27 t per B-1 Centauro) mentre troviamo significativi miglioramenti per la protezione, potenza di fuoco (introduzione di un cannone da 120/45 ad anima liscia in luogo del 105/52 ad anima rigata), sistemi optronici e condotta del tiro.

Il nuovo Centauro
Il programma per le varie tempistiche è stato suddiviso in 22 milestones di cui 20 già completate: questa soluzione permette di accelerare i test industriali per poi giungere alla campagna di prove da parte della Difesa.

La Centauro II ha una lunghezza (cannone avanti) di 8,26 m, una larghezza di 3,12 m, sviluppa una velocità di 105 km/h, ha un equipaggio di 4 unità (conduttore, capocarro, cannoniere e servente) ed ha un’autonomia su strada di circa 800 chilomtri.

La blindo presenta uno scafo monoscocca in acciaio con l’accento posto all’incremento della protezione sia per quanto concerne le minacce balistiche tradizionali (munizionamento perforante ad energia cinetica ed a carica cava) che per la protezione antimina/ anti-IED; lo scafo è suddiviso in tre zone con l’area motore (frontale), comparto equipaggio (centro) e deposito munizioni (parte posteriore).

Lo scafo è stato progettato con un profilo a V cercando di ottenere soluzioni che consentano di sfogare verso l’esterno l’onda d’urto creata da mine o IED. Il fondo dello scafo presenta una nuova profilatura, progettato con la luce da terra diversa lungo lo stesso dove ad esempio lo scafo resistente presenta una distanza superiore dal terreno nella parte centrale rispetto a quella anteriore.

E’ stata adottata una protezione differenziata da minacce balistiche tradizionali per la cellula di sopravvivenza dell’equipaggio impiegando materiali diversi: sono stati studiati due livelli di protezione detti livello A e livello B: si tratta di una serie di piastre che possono essere aggiunte (add-on balistici) e che portano ad aumento complessivo della blindatura.

Lo scafo mantiene poi il sistema di trasmissione ad H e presenta sospensioni indipendenti McPherson con impianto frenante a disco (12 pinze).
Il gruppo propulsore, per rispondere al requisito di rapporto potenza/peso pari a 24HP/t, è interamente nuovo costituito da un turbodiesel FPT (Fiat PowerTrain) VECTOR 8V sovralimentato, cilindrata 20 litri e in grado di erogare 705 HP, dal cambio ZE ECOMAT 7HP ZF902 ed ha capacità bicarburante e quindi di utilizzare sia il gasolio che il kerosene militare (JP-8/F-34 NATO).

Gli equipaggiamenti
L’armamento è costituito come detto da una bocca di fuoco da 120/45 mm ad anima liscia in grado di sparare tutto il munizionamento standard da 120 mm della NATO ed è stato realizzato da Leonardo (divisione sistemi di difesa di La Spezia che una volta era Oto Melara) derivato dal 120/44 mm del carro Ariete.

Il cannone presenta un freno di bocca integrato (direttamente sull’arma e che viene definito pepperbox). La torre è realizzata con un guscio in lega leggera balistica con un profilo molto profilato e con pareti inclinanti per facilitare lo scivolamento dei proiettili che la dovessero colpire.

La torre è caratterizzata da due parti con un vano equipaggio con elevata protezione nella parte anteriore mentre in quella posteriore troviamo un deposito munizioni separato dal resto dell’equipaggio da sette separatori a prova di esplosione, pannelli preintagliati per contenere gli effetti di una deflagrazione.

L’armamento secondario, oltre alla mitragliatrice coassiale da 7,62 mm, prevede in opzione una torretta a controllo remoto HITROLE Light che può essere armata con mitragliatrici da 7,62 e da 12,7 mm oppure con un lanciagranate Mk.19 da 40 mm per incrementare la flessibilità del mezzo in scenari other than war.

Le munizioni prevedono na dotazione di 31 colpi da 120 mm (12 in torre e 19 nello scafo) e 750 colpi per l’arma coassiale.

I sistemi di visione e di condotta del tiro è allo stato dell’arte e prevede un nuovo visore panoramico Attila D (capocarro) ed un sistema Lothar SD (puntatore); per le comunicazioni e C2 la Centauro II si avvale del sistema SICCONA (SIstema di Comando Controllo e Navigazione) di ultima generazione.

I sistemi di autoprotezione della Centauro II prevedono jammer, ricevitore di allarme laser e lancia artifizi fumogeni Galix13; integrato sin dall’inizio troviamo poi disturbatori in radiofrequenza per inibire i radiocomandi che servono ad attivare gli IED (Improvised Esplosive Device).

Foto: Difesa.it, G. Gaiani e CIO / Leonardo

Federico CerrutiVedi tutti gli articoli

Nato a Roma, dove risiede e lavora, ha iniziato la sua carriera giornalistica nel 1965 con la rivista Oltre il Cielo occupandosi di spazio sia civile che militare e con la testata Ali Nuove. Nel 1971 ha iniziato a lavorare con Alata e dal 1979 con Difesa Oggi della quale divenne caporedattore lavorandovi fino al 1998. Ha collaborato con Rivista Aeronautica, il quotidiano Europa, il Centro Militare Studi Strategici (Cemiss) e svolto alcune attività con il SIOI. Dal 2001 è defence editor di Analisi Difesa.

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