Le truppe afghane perdono terreno contro i Talebani

AdnKronos/Aki – Le forze afghane continuano a perdere terreno nella battaglia contro gli insorti da quando hanno piena responsabilità della sicurezza in Afghanistan (fine 2014) e ad oggi controllano poco più della metà del Paese, dove aumentano il numero dei caduti tra esercito e polizia e la produzione di oppio. E’ quanto emerge da un nuovo rapporto dell’ufficio dell’ispettore generale speciale per la ricostruzione dell’Afghanistan (Sigar), John F. Sopko, il primo diffuso dall’insediamento di Donal Trump alla Casa Bianca.

Secondo il documento, che cita dati delle forze Usa in Afghanistan (Usfor-A), al 15 novembre scorso il governo di Kabul controllava o aveva influenza su circa 233 (il 57,2%) dei 407 distretti dell’Afghanistan, il 6,2% in meno rispetto all’agosto precedente e il 15% in meno rispetto a novembre 2015.

Un dato che contrasta con quelli del ministero della Difesa di Kabul secondo cui “il governo afghano ha il controllo di tutte le 34 province dell’Afghanistan” e i Talebani hanno in mano solo 8 distretti del Paese. Stando al rapporto, almeno 9.2 milioni di persone – circa i due terzi della popolazione – “vivono in zone contese”.

Circa 2,5 milioni di afghani vivono invece in aree controllate dagli insorti o dove gli insorti hanno influenza. I dati delle Nazioni Unite parlano di circa 640mila afghani che lo scorso anno sono stati costretti a lasciare le proprie case.

Le 269 pagine del rapporto Usa sottolineano come le forze di sicurezza afghane continuino ad avere bisogno di sostegno e come sia essenziale l’assistenza dei donatori, ma evidenzia anche un calo del livello di corruzione nel Paese. Preoccupa anche il calo del numero delle unità delle forze di sicurezza, unito all’aumento del numero dei caduti: stando all’ufficio di Sopko, che riporta dati forniti dalle autorità afghane alle forze Usa, tra il primo gennaio e il 12 novembre 2016 sono morti 6.785 soldati e poliziotti afghani (i feriti sono almeno 11.777), rispetto ai circa 5.000 del 2015 (un aumento del 35%).

Dati diffusi la scorsa settimana dal ministero della Difesa di Kabul parlano di 19.000 attacchi sferrati negli ultimi dieci mesi dagli insorti e di circa 700 operazioni delle forze di sicurezza per

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contrastare l’avanzata degli insorti. Continuano a essere fonte di preoccupazione anche i livelli di produzione di oppio: nel 2016 si è registrata una crescita del 43% rispetto al 2015 e si stima che lo scorso anno in Afghanistan siano state prodotte 4.800 tonnellate di oppio. Nel Paese gli Usa hanno investito per la ricostruzione ben 117 miliardi di dollari dal 2002, dall’anno successivo alla caduta del regime dei Talebani (1996-2001).

Sul campo di battaglia le forze Usa hanno effettuato negli ultimi due giorni una serie di raid aerei contro i Talebani nella provincia di Helmand, nel sud dell’Afghanistan. “Nelle ultime 48 ore, le forze Usa hanno condotto circa 15 operazioni nei pressi e alla periferia di Sangin”, ha confermato il portavoce delle forze Usa, generale Charles Cleveland, in dichiarazioni all’agenzia di stampa Dpa. Lunedì i Talebani hanno lanciato a Sangin l’ennesimo violento attacco contro le forze di sicurezza afghane.

Nel mirino sono finiti checkpoint e edifici governativi. Secondo la Dpa, nella provincia di Helmand quasi tutti i distretti – ad eccezione del capoluogo Lashkar Gah – sono teatro di violenti combattimenti o sotto il pieno controllo dei Talebani. Il New York Times cita componenti del consiglio provinciale di Helmand secondo i quali il governo controlla solo due dei 14 distretti della provincia (sei sono zone contese e gli altri sei sono in buona parte controllati dai Talebani).

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Mohammad Rasool Zazai, portavoce delle truppe afghane nella provincia, ha spiegato che l’ultimo attacco contro le forze afghane a Sangin è iniziato “con l’esplosione di un’autobomba prima che un gruppo di Talebani assaltasse postazioni delle forze di sicurezza”.

Secondo Zazai, dopo la prima esplosione ci sono stati otto attacchi suicidi e poi sono iniziati violenti scontri. Il generale Cleveland ha assicurato alla Dpa che “le forze afghane hanno il controllo degli edifici governativi di Sangin e di buona parte della città”. Un leader tribale della zona coperto da anonimato ha invece riferito che gli edifici governativi sarebbero in mano ai Talebani e che si conterebbero 64 morti tra soldati e poliziotti afghani, oltre a otto uomini delle forze di sicurezza di Kabul che sarebbero stati catturati dai Talebani.

Ieri sono arrivati rinforzi per le forze afghane impegnate nella battaglia e il ‘chief executive’ del governo di Kabul, Abdullah Abdullah, si è recato a Lashkar Gah per colloqui sulla situazione della sicurezza, anche alla presenza di ufficiali Nato. “Non c’è alcuna possibilità che la città cada” in mano agli insorti, ha affermato ieri Abdullah, citato da Tolo Tv. In primavera a Helmand dovrebbe arrivare un reparto dei Marine Usa, a più di due anni dal ritiro dalla provincia nota per la redditizia coltivazione di oppio.

Foto AFP e Reuters

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