La Svizzera valuta nuove misure contro il terrorismo

AdnKronos/ats – Bisogna agire in maniera più efficace contro il terrorismo, aumentano per esempio le pene, tutelando al contempo i principi liberali della Svizzera. È quanto ritiene il Consiglio federale che propone, tra l’altro, una modifica mirata del diritto penale a questo scopo. La consultazione del relativo progetto di legge, iniziata oggi, si concluderà il prossimo 13 ottobre.

Con le modifiche si integrerebbe nel Codice penale la legge federale del 12 dicembre 2014 che vieta i gruppi “Al-Qaeda” e “Stato islamico” nonché le organizzazioni associate (nuovo art. 260sexies CP). Si rende in particolare passibile di pena il reclutamento, l’addestramento e i viaggi all’estero a fini terroristici sia per tutti i gruppi terroristici che per gli autori che agiscono da soli, spiega l’esecutivo. Inoltre, le disposizioni corrispondenti sono formulate in modo più chiaro.

Il governo intende anche rendere più chiara la disposizione penale contro la criminalità organizzata (art. 260ter CP, introdotto negli anni novanta per contrastare le organizzazioni mafiose) ed esplicitare che si applica anche alle organizzazioni terroristiche. Viene anche maggiorata l’entità della pena massima da 5 a 10 anni per il sostegno o la partecipazione a un’organizzazione terroristica e a 20 anni quella per i capi di un’organizzazione criminale o terroristica.

Il Consiglio federale propone anche una migliore cooperazione internazionale nell’ambito dell’assistenza giudiziaria e della lotta al finanziamento del terrorismo.

Attualmente la Svizzera può trasmettere ad altri Paesi informazioni rilevanti per le loro indagini soltanto quando la procedura di assistenza giudiziaria è formalmente conclusa. Per velocizzare e facilitare tale collaborazione, il progetto di legge posto in consultazione prevede norme per la trasmissione anticipata delle informazioni (“assistenza giudiziaria dinamica”) e l’istituzione, a determinate condizioni, di squadre investigative comuni.

L’esecutivo intende anche rafforzare la collaborazione tra gli uffici di comunicazione in materia di riciclaggio di denaro. L’autorità svizzera competente non può attualmente utilizzare informazioni provenienti dall’estero che suggeriscono un possibile finanziamento del terrorismo nel nostro Paese, perché è autorizzata a intervenire soltanto in seguito a una segnalazione svizzera. Si vuole pertanto modificare la Legge sul riciclaggio di denaro (LRD) per permettere l’intervento anche sulla base di segnalazioni di partner stranieri.

Parallelamente a questa revisione, l’esecutivo lavora ad altri due progetti destinati a combattere il terrorismo: nel corso di quest’anno, il Consiglio federale avvierà la consultazione sulle misure preventive adottabili dalla polizia contro potenziali criminali al di fuori di un procedimento penale e entro la fine dell’anno intende approvare pure un piano d’azione nazionale (PNA) contro la radicalizzazione e l’estremismo violento, attualmente in elaborazione.

Il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) ha censito fino a maggio 65 casi confermati di persone partite dalla Svizzera per combattere la jihad (58 in Siria o Iraq, 1 in Afghanistan o Pakistan e 6 in Somalia).

Si aggiungono 23 casi non confermati (16 verso il Vicino Oriente e 7 verso la Somalia). Tra questi 88 casi figurano 30 persone che hanno il passaporto svizzero, di cui 18 hanno la doppia nazionalità. Ventitré persone sarebbero morte (16 decessi confermati) e quattordici sarebbero tornate in Svizzera (11 confermati).

L’articolo di LookOut News del 23 dicembre 2016

Foto Keystone /CdT

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