Guerra economica

L’Intelligence Economica diventa non solo fondamentale, ma risorsa necessaria per sopravvivere; occorre fare in modo che almeno un attore dello Stato-nazione possa trovarsi al tavolo che conta, quello dei decision maker globali, e rappresentare gli interessi della cittadinanza o della maggior parte della stessa.

 

Dall’introduzione di Giuseppe Gagliano

“Il momento decisionale, che ai tempi dell’assolutismo e dei conflitti fra le diverse monarchie nazionali europee per conquistare mercati, aveva una dimensione che potrebbe apparire semplice, per il minor numero di attori e di luoghi decisionali coinvolti, tende invece a complicarsi nel contesto dell’attuale Stato contemporaneo, i cui governi sempre più spesso si trovano a dover gestire delle decisioni multi-livello, all’interno di spazi decisionali spesso ristretti dall’appartenenza a organizzazioni sovranazionali, che ne riducono la sovranità; senza contare che la dimensione di alcuni problemi travalica poi i confini dei singoli Paesi.

Specie nei regimi politici di tipo democratico, l’elaborazione dei programmi d’azione, attraverso i quali vengono perseguite soluzioni per problemi di rilevanza collettiva, non è frutto dell’attività solitaria delle autorità pubbliche (lo stesso governo centrale non rappresenta del resto che una parte del cosiddetto Stato apparato), ma vede il coinvolgimento di una pletora di attori sociali (gruppi di pressione, organizzazioni di rappresentanza, partiti, comitati più o meno spontanei di cittadini, ecc.).

La decifrazione di tali moduli di azione e dei fattori che influenzano il modo di prendere le decisioni, da parte dei policy maker, è stato il terreno di ricerca degli studi di Charles E. Lindblom e Robert Dahl, negli anni ’50 del secolo scorso, i quali si sono sforzati di elaborare adeguati strumenti e criteri interpretativi.

Rispetto ad allora, la complessità di tali processi si è ulteriormente accentuata per effetto della globalizzazione. La perdita del monopolio statale dell’informazione, anche attraverso la diffusione di internet, ha trasformato problemi che una ventina di anni fa erano di esclusivo appannaggio dello Stato in collettivi.

In tale contesto, l’analisi dei processi di policy diviene centrale e il ricorso alla descrizione di modelli teorici di riferimento necessario.

Il presente saggio di Massimo Franchi e Alberto Caruso de Carolis risponde a questa esigenza, ormai divenuta urgente. Il lettore vi troverà stimoli di riflessione, ma anche puntuali riferimenti alla realtà dell’Italia, un Paese dove, è opinione diffusa, è difficile imporre regole collettive, anche a causa di diffusi atteggiamenti culturali, improntati “all’individualismo e a ciò che Edward Banfield chiamava, con espressione controversa ma di indubbia efficacia, familismo amorale.

La domanda che gli autori, a più riprese, si pongono è quale ruolo possa giocare l’Italia e il suo sistema produttivo, negli anni futuri.

Il sistema italiano, vale la pena ricordarlo, è caratterizzato dalla presenza di moltissime Piccole e Medie Imprese, che costituiscono un tessuto di straordinaria vivacità e valore, ma la cui sopravvivenza alle sfide della globalizzazione è fatalmente legata alla capacità di creare funzionali forme di collaborazione fra settore pubblico e privato, all’efficiente selezione del personale burocratico e all’avvio di un più efficace sistema di raccolta ed elaborazione delle informazioni. Sono queste le sfide in atto, ben evidenziate in questo saggio, cui dedicare risorse e particolare attenzione per il bene del paese”.

 

MASSIMO FRANCHI – Consigliere strategico, ha completato con successo una grande varietà di progetti in organizzazioni, nazionali e multinazionali, pubbliche e private, nell’ambito della Governance e dell’ICT Governance. È stato Ufficiale dell’Esercito e nell’Arma dei Carabinieri. Docente a contratto nel corso integrativo di Rischio Politico nella laurea magistrale in Finanza e Risk Management FRIM dell’Università di Parma e docente di Cybersecurity al Corso di Alta Formazione Universitaria per “Formatori e Gestori di Risorse Umane nel Sistema di Sicurezza, Protezione e Difesa civile” dell’Università Carlo Cattaneo – LIUC e partner e docente di RINA Academy. Giornalista pubblicista, collabora con Rivista Marittima, è Subject Matter Expert in Tecniche di Negoziazione per organizzazioni militari ed ha frequentato il 38° Corso COCIM presso il CASD.

ALBERTO CARUSO de CAROLIS – Ufficiale superiore in congedo della Guardia di Finanza, si è occupato della gestione di uffici e reparti in attività addestrative, operative, investigative, informative e di collaborazione internazionale, maturando una significativa esperienza nelle indagini di polizia giudiziaria e nell’intelligence economico-finanziaria. Dal 2002 è dirigente presso un’importante azienda concessionaria di pubblico servizio dove si è occupato di alta direzione, security, internal audit e, attualmente, cura i rapporti commerciali con la Pubblica Amministrazione e sviluppa progetti per sinergie tra pubblico e privato. È membro del comitato scientifico e docente del Corso di Alta Formazione Universitaria “Formatori e Gestori delle Risorse Umane nel Sistema di Sicurezza, Protezione e Difesa Civile” presso l’Università Carlo Cattaneo – LIUC di Castellanza.

 

M.Franchi-  A.Carus de Carolis

Guerra economica

Editore Licosia

Pagine 270

Euro 20

 

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