I turchi in Siria impiegano i carri Leopard 2: polemiche a Berlino

E’ polemica in Germania per l’impiego dei carri di costruzione tedesca Leopard 2 da parte dell’esercito turco nell’operazione “Ramoscello d’ulivo” scatenata in Siria settentrionale contro le milizie curde nel settore di Afrin. L’impiego dei Leopard 2, documentato da fotografie pubblicate da media turchi, ha suscitato reazioni nei media e nella politica in Germania con la motivazione che si riteneva che Ankara avrebbe impiegato i tank solo contro i jihadisti dello Stato Islamico.

Der Spiegel, in un articolo intitolato “Armi in cambio di ostaggi”, riferisce che nell’ultimo incontro con il suo omologo turco Mevlüt Cavusoglu, il ministro degli Esteri tedesco Sigmar Gabriel avrebbe chiesto il rilascio di Deniz Yücel, il corrispondente ad Ankara per il quotidiano tedesco Die Welt, detenuto in carcere in Turchia da quasi 11 mesi, senza che sia stata formalizzata una sola accusa.

Il ministro turco avrebbe quindi “presentato una lista di richieste” che includerebbero l’approvazione del controverso accordo per il miglioramento della protezione della flotta di carri Leopard 2 per renderli meno vulnerabili agli ordigni esplosivi improvvisati

Norbert Roettgen (CDU), presidente della commissione parlamentare per gli affari esteri, ha affermato che è “del tutto ovvio” che la Germania non debba assecondare la richiesta di Ankara. Per Rottgen, l’intervento delle forze turche contro le forze curde nel nord siriano “è illegale, contrario al diritto internazionale e controproducente per quanto riguarda la lotta contro l’ISIS”.

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Il portavoce del ministero degli Esteri tedesco, Maria Adebahr, ha fatto sapere che l’ambasciatore tedesco ad Ankara, Martin Erdmann, e il ministro della Difesa turco, Nurettin Canikli, parleranno degli equipaggiamenti impiegati dall’esercito turco nelle operazioni ad Afrin.

La comunità curda in Germania ha accusato Berlino di “complicità attraverso la fornitura di armi allo stato terroristico della Turchia” e il leader dei conservatori, Norbert Roettgen, ha chiesto di fermare ulteriori invii di equipaggiamenti militari ad Ankara aggiungendo che il trasferimento di armi dovrebbe essere messo al bando in ragione della situazione dei diritti umani e la demolizione dello stato di diritto nel Paese.

Tra il 2006 e il 2011, Berlino ha fornito 354 Leopard 2A4 alla Turchia in base a un accordo che vieta unicamente ad Ankara di cederli ad altri eserciti senza l’approvazione tedesca.

La questione che andrebbe posta dovrebbe essere probabilmente di più ampia portata, imponendo di valutare se la Turchia, pur se membro della NATO, possa ancora essere considerata un alleato non solo per il suo ambiguo ruolo nel conflitto siriano ma anche alla luce dell’atteggiamento aggressivo e minaccioso nei confronti dell’Europa e in particolare della Germania, tenuto negli ultimi anni.

Sul piano delle forniture militari appare poi quasi ridicolo cedere sistemi d’arma a uno Stato “amico” per poi pretendere che non li impieghi in piena autonomia nelle operazioni militari tese a tutelare i suoi interessi nazionali, siano essi condivisi o meno dai “fornitori”.

Foto DPA

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