I russi testano il missile ipersonico KH-47M2 Kinžal

In un’intervista all’agenzia TASS del 1° marzo, il Comandante in capo della Forza Aerospaziale russa (VKS) Sergei Surovikin ha rivelato i segreti del nuovo sistema missilistico ipersonico aria-superficie KH-47M2 Kinžal (“pugnale” in russo).

Secondo Surovikin il nuovo KH-47M2 Kinžal (video) è stato sviluppato sulla piattaforma di lancio MiG-31BM opportunamente aggiornata e testato l’11 marzo scorso, con successo secondo quanto riferito dal Ministero della Dufesa russo. La nuova arma progettata per colpire bersagli a una distanza di oltre 2.000 chilometri consente in questo modo al velivolo lanciatore di rimanere a distanza di sicurezza senza entrare nella zona di difesa aerea del nemico (operando dunque in modalità stand-off).

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L’alta velocità e l’elevata potenza dei propulsori del MiG-31 consente all’arma di poter entrare agevolmente nel primo stadio della velocità e quota necessarie alla successiva accelerazione ipersonica (pari a dieci volte la velocità del suono) che secondo i costruttori verrebbe raggiunta in pochi secondi.

Le manovre del missile ad alta velocità – stante le dichiarazioni di Surovikin – consentirebbero così di violare in modo affidabile tutti i sistemi di difesa antiaerea e antimissile attualmente esistenti o in via di sviluppo.

Versione modificata del missile balistico tattico (superficie-superficie) a corto raggio 9K720 Iskander-M, capace di una velocità massima di 7.000 km/h ed entrato in servizio nelle Forze Armate russe nel 2006, il Kinžal è stato rivelato dal Presidente russo Vladimir Putin durante il noto discorso all’Assemblea Federale assieme ad altri quattro tipi di armi strategiche che garantirebbero il vantaggio strategico sugli Stati Uniti.

Il video mostrato all’Assemblea Federale ha mostrato il decollo di un MiG-31 (nr. 592, utilizzato in passato per altri collaudi e probabilmente destinatario di una modifica nella sezione centrale di fusoliera per ospitare il sistema d’arma sperimentale), lo sgancio dell’arma in volo che subisce il distacco della protezione posteriore e, dopo essere giunto a distanza di sicurezza dal velivolo lanciatore, l’accensione del booster.

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Le immagini successive realizzate invece con grafica computerizzata mostrano il profilo di attacco dell’arma: mentre il MiG-31 si allontana dalla zona sensibile, la traiettoria del missile ascende ad una quota superiore per poi lanciarsi in picchiata sui bersagli non prima di aver combinato delle traiettorie elusive finali: obiettivi mostrati sono unità navali incluse portaerei.

Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato nel suo discorso che il Kinžal è stato schierato sperimentalmente dal dicembre dello scorso anno negli aeroporti del Distretto Militare meridionale.

Otto metri circa la lunghezza, un diametro del corpo centrale di circa un metro, un peso di circa 4 tonnellate di cui 500-700 kg di testata esplosiva (nucleare o convenzionale), il KH-47M2 operando a distanze superiori ai 2000 km si distingue esternamente dalla versione terrestre dalle superfici di controllo più piccole, un vano motore con una caratteristica forma a botte e una sezione frontale meno pronunciata.

Mentre un gran numero di esperti militari occidentali ha reagito con scetticismo alle dichiarazioni di Putin riguardo alle capacità operative e alle prestazioni del nuovo sistema d’arma, diverse sono state le valutazioni in Russia.

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Vladislav Shurygin valuta che siano “necessari almeno 7-10 anni per creare un missile da zero, altri 2-3 anni sono necessari per i test. Ma i progettisti del Kinžal hanno fatto tutto questo in otto anni poiché lo sviluppo è avvenuto sulla base di un missile già esistente.

È chiaro – ha proseguito Shurygin – il motivo per cui è stato scelto il MiG-31 come velivolo lanciatore: ha un’elevata potenza di sollevamento e potenti motori, quindi può sviluppare facilmente una velocità supersonica e lanciare un missile KH-47M2 da quasi cinque tonnellate. Niente di strano se consideriamo che alla fine degli anni ’80 il MiG-31 veniva usato anche per testare le armi antisatellite.”

Nonostante le capacità uniche del Kinžal, Shurygin definisce la stessa come arma difensiva: “In caso di aggressione colpisce infatti l’infrastruttura criticamente più importante dell’avversario per prevenire attacchi missilistici da crociera da navi da guerra.”

Benché formalmente impiegabile anche per obiettivi terrestri, fissi o mobili, gli analisti militari si sono affrettati a definire il Kinžal come un missile antinave studiato appositamente per la neutralizzazione dell’imponente flotta navale statunitense.

Foto: Ministero Difesa Russo

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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