News da Mosca

Nove record dello Yakovlev Yak-130 registrati dal FAI

La FAI (Fédération Aéronautique Internationale) ha ufficialmente registrato ben nove record in volo stabiliti dai piloti collaudatori dello Yakovlev Design Bureau con l’addestratore avanzato Yak-130.

I voli in questione che hanno portato al conseguimento dei vari record sono stati eseguiti presso la base aerea “LII M.M. Gromov” di Zhukovsky e risalgono al periodo che va dal 17 al 26 ottobre del 2016.

Questi nel dettaglio i record: velocità di salita a 6.000 m di quota (1’42”), velocità di salita a 9.000 m di quota (2’44”), velocità di salita a 3.000 – 6.000 e 9.000 metri con un carico utile di 1.000 kg (rispettivamente 1’16” – 2’07” e 3’30”) e infine velocità di salita a 2.000 – 3.000 – 6.000 e 9.000 metri con un carico utile di 2.000 kg (rispettivamente a 1’17”- 1’26” – 2’39” e 4’43”).

Le squadre di volo erano costituite dai piloti collaudatori Eroi della Russia Oleg Kononenko e Oleg Mutovin e dai piloti collaudatori Andrey Voropaev e Vasily Sevastianov.

Soddisfatto il vicedirettore generale di Yakovlev Design Bureau ed Eroe della Federazione russa Roman Taskaev: – “I voli record hanno dimostrato sia le eccezionali capacità degli addestratori Yak-130 sia la padronanza e la competenza dei nostri piloti collaudatori.”

 

Alleanza tra Kiev e Riad rinforzata sull’Antonov An-132D

E’ stato ufficialmente firmato in occasione del “Saudi Armed Forces Exhibition – AFED 2018” un Memorandum d’intesa (MoU) tra l’ucraina Antonov e due società saudite, Taqnia Aeronautics e Wahaj, relativamente alla produzione congiunta dell’aereo da trasporto militare Antonov An-132D.

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Versione modernizzata dell’An-132 e primo aereo da trasporto Antonov privo di componenti russi, l’An-132D è stato sviluppato congiuntamente a tempo di record in poco più di due anni dal bureau ucraino e dal KACST (King Abdulaziz City for Science and Technology, un’istituzione governativa scientifica saudita che sostiene e potenzia la ricerca scientifica applicata). Il 31 marzo dello scorso anno inoltre, come ampiamente trattato da Analisi Difesa, il prototipo ha effettuato il primo volo dal campo d’aviazione Svyatoshyn a Kiev.

Secondo i dettagli del MoU, le tre società coopereranno nella realizzazione fattiva dell’An-132D: una serie di velivoli verrà assemblata inizialmente in Ucraina presso le strutture Antonov (che per inciso rimane il prime contractor), mentre Taqnia e Wahaj realizzeranno componenti e unità per il velivolo (Wahaj si occuperà ad esempio del carrello di atterraggio). Nelle fasi successive le parti hanno concordato di approfondire la portata della cooperazione sulla produzione di velivoli Antonov poiché verrà attuato il piano strategico per la creazione di impianti di produzione nel territorio del Regno dell’Arabia Saudita.

“Questo Memorandum – ha dichiarato il portavoce di una società saudita – è il prossimo passo per sviluppare la nostra interazione sul programma AN-132D. Apprezziamo questa cooperazione poiché essa è reciprocamente vantaggiosa per tutte le parti e tutte le società coinvolte nel progetto.”

 

Proseguono i lavori sul sistema laser aerotrasportato russo

L’agenzia di stampa russa Interfax ha riferito alcune novità di rilievo a proposito del nuovo sistema laser aerotrasportato: secondo una fonte del settore della Difesa infatti, la nuova arma è stata sviluppata con l’aiuto delle conoscenze accumulate a suo tempo col laboratorio volante Beriev A-60 (sistema aereo di cui abbiamo parlato approfonditamente nel novembre del 2016 relativamente alla ripresa dei lavori del settore ricerca e sviluppo del Ministero della Difesa russo su questo tipo di arma).

“Si è verificata un’evoluzione di questo sistema – ha riferito la fonte chiedendo la condizione dell’anonimato – e i lavori completati ci permetteranno di fare un passo avanti nella creazione di questi velivoli speciali”.

La stessa fonte ha riferito inoltre che il sistema non sarà basato sull’aereo da trasporto Ilyushin Il-76MD come avvenuto a suo tempo con l’A-60, ma su un velivolo “totalmente nuovo” e infine che la fase attuale di ricerca e sperimentazione è stata completata.

Nel 2016 com’è noto le società NPO Almaz di Mosca, Chemical Automatics Design Bureau di Voronezh e la Beriev Aircraft Company di Taganrog avevano annunciato in sordina di essere stati coinvolti nel programma relativo al sistema laser militare aviotrasportato progettato per sopprimere le piattaforme di ricognizione aeree e spaziali nemiche.

 

Addio al pilota collaudatore MiG Georgij Mosolov

Lo scorso 20 marzo è deceduto a Mosca all’età di 91 anni Georgij Konstantinovich Mosolov, uno dei più famosi e noti piloti collaudatori russi che ha lavorato per conto dell’OKB MiG.

A comunicare la notizia all’agenzia TASS è stato proprio il servizio stampa della MiG Corporation: “Oggi – ha dichiarato il Direttore Generale di RAC MIG Ilya Tarasenko – è venuto a mancare la leggenda nazionale della nostra aeronautica; un pilota che ha fornito un immenso contributo allo sviluppo della Forza Aerea del nostro paese.”

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Nato il 3 maggio 1926 nella città di Ufa a ovest dei Monti Urali, il Colonnello Mosolov fu uno dei più grandi pionieri dei voli ad alta quota e dei voli a regime supersonico, nonchè uno dei primi piloti sovietici a stabilire ben sei record mondiali.

Nel 1948 si laureò alla Scuola Pilota dell’Aviazione Militare di Chuguev (Oblast’ di Kharkiv, Ucraina), rimanendo lì come istruttore fino al 1951. Nel 1953 ultimò la scuola dei piloti collaudatori presso il M.M. Gromov Flight Research Institute (LII) vicino a Mosca, dopodiché si unì allo staff dell’OKB MIG nello stesso anno e ci rimase fino al 1962, quando l’esplosione in volo a velocità supersonica di un caccia sperimentale Ye-8 lo ridusse in fin di vita. Dal 1963 al 1969 proseguì il lavoro alla MiG come ingegnere capo avendo sospeso definitivamente le attività di volo.

Operò su 16 differenti aerei, tra cui il MiG-19 e il MiG-21, quest’ultimo definito da Mosolov “un figlio” per i numerosi e fattivi contribuiti alle modifiche strutturali da lui suggerite di volta in volta agli ingegneri della MiG.

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Quello dell’Ye-8, l’incidente più grave subìto da Mosolov avvenuto il 7 settembre 1962, accadde mentre l’aereo toccava i Mach 2,15 a 10.000 metri di quota: il motore esplose trasformando tutta l’intera cellula in un groviglio di lamiere e parti di fusoliera incandescenti, dardi veri e propri che ferirono gravemente Mosolov in più parti del corpo causandone gravissime emorragie e fratture e lasciandolo quasi in punto di morte una volta giunto al suolo, dopo essersi eiettato dall’Ye-8 immediatamente dopo la deflagrazione del motore ad una velocità di Mach 1,78.

Ma anche in quel contesto così tragico, raccontano le cronache del tempo, poiché non aveva avuto tempo di segnalare la sua posizione (e quindi nessuno sapeva realmente dove fosse finito) raccomandò caldamente al contadino che 3 ore dopo l’incidente lo ritrovò per primo, quasi esanime, di memorizzare i fatti accaduti in quel volo al fine di far realizzare le modifiche su cui sarebbero poi potuti intervenire gli ingegneri della MiG, quasi certo che non sarebbe più riuscito a sopravvivere al grave indcidente.

Durante la convalescenza presso il Sergei Botkin General Hospital di Mosca riuscì a sopravvivere a due condizioni di morte apparenti, tanto gravi erano le sue condizioni. Ciononostante, dopo aver trascorso più di un anno per superare la convalescenza giunse alla guarigione senza riuscire più tuttavia a proseguire il lavoro di pilota collaudatore per evidenti traumi che ne segnarono irrimediabilmente il corpo e le facoltà fisiche necessarie.

Ma quello non fu l’unico grave incidente occorso a Mosolov che gli diede la fama di pilota eroico. Ancora prima di questo tragico e ultimo volo, infatti, un altro episodio avvenuto otto anni prima su un MiG-19 lo aveva distinto.

Mentre stava battendo un primato supersonico il muso del caccia iniziò a beccheggiare violentemente, dopodiché il velivolo entrò in una rapida picchiata perdendo oltre 15.000 piedi in appena 21 secondi. Il recupero di un motore a 300 piedi dal suolo e dell’intero MiG-19 con l’abitacolo cosparso ovunque di sangue per le violente botte del cranio con i bulloni, la cloche e le strumentazioni presenti (poiché a quel tempo si volava privi di casco protettivo rigido), l’atterraggio in quelle condizioni (dove persino i controlli di volo cessarono di rispondere in maniera corretta) dimostrarono le qualità di Mosolov in termini di audacia e coraggio oltre alle sue capacità di volo indiscutibili.

Fu amico intimo del primo cosmonauta russo Jurij Gagarin e soffrì molto per la sua tragica morte avvenuta il 27 marzo 1968 in un incidente con un MiG-15UTI nei pressi della città di Kirzač.

Tra le numerose decorazioni di Mosolov è doveroso citare la stella d’oro di Eroe dell’Unione Sovietica assegnata nell’ottobre del 1960; il proseguimento della sua carriera lavorativa lo vide invece ancora protagonista instancabile come presidente di una cattedra di educazione militare e patriottica alla Lega della Scuola Suprema dei Giovani Comunisti (Komsomol), mentre dal 1978 al 1992 fu rappresentante generale della compagnia di bandiera Aeroflot in diversi paesi. Nel 2007 infine, fu nominato membro onorario dell’organizzazione internazionale Society of Experimental Test Pilots.

Foto: Antonov, This day in Aviation

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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