Siria: la Coalizione uccide jihadisti, Assad solo civili?

Le vie della propaganda sono infine, specie in guerra, ma le notizie diffuse negli ultimi giorni da l’Osservatorio siriano per i diritti umani (ONDUS) fanno a pugni con il buon senso. L’ONDUS è una organizzazione non governativa con sede a Londra, vicina ai cosiddetti “ribelli moderati” siriani, quelli che (per intenderci) dovrebbero essere filo occidentali.

Grazie alla sua capillare rete di informatori l’ONDUS fornisce periodicamente dati e notizie sull’andamento del conflitto civile, sulla situazione militare e sulle vittime. Un lavoro importante specie per chi fa informazione anche se numeri e notizie spesso impossibili da verificare.

E’ l’ONDUIS che ha stimato i oltre 200 mila i morti nel conflitto siriano scoppiato nel 2011 dei quali ben 75 mila sono soldati e poliziotti governativi, ben di più quindi dei 60 mila ribelli e dei 63 mila civili rimasti uccisi.

Numeri che potrebbero indicare il successo dei ribelli ?  Di certo i dati cozzano con la propaganda diffusa dai ribelli e dalla stessa ONDUS circa lo sterminio di civili attuato dalle forze di Bashar Assad e con la vulgata che vorrebbe gli ”eroici” insorti male armati opposti alla potente macchina da guerra di Damasco.

Il chiaro intento propagandistico delle informazioni diffuse dall’ONDUS emerge però a proposito dei raids aerei. Secondo i dati diffusi dall’ong londinese il 23 dicembre raccogliendo testimonianze e dati da fonti locali sono almeno 1.171 le persone uccise in Siria nei raid della Coalizione (Stati Uniti e Paesi arabi) dal 23 settembre, di cui 1.1042 jihadisti dello Stato Islamico, 72 qaedisti del Fronte Al-Nusra e 6 di altri movimenti oltre a 51 civili di cui 5 donne e 8 bambini colpiti per lo più intorno alle raffinerie di petrolio.

Pochi giorni prima, il 19 dicembre, l’ONDUS aveva riferito di circa 3 mila incursioni aeree  (oltre il doppio delle 1.361 effettuate a quella data dalla Coalizione su Iraq e Siria) dell’aeronautica siriana realizzate in meno di due mesi tra il 20 ottobre e il 10 dicembre.

In particolare l’ONDUS ha fornito dettagli che lascierebbero intendere la presenza di suoi informatori anche all’interno dei comandi militari di Damasco: 1.611 incursioni effettuate con i cacciabombardieri e 1.362 realizzate con gli elicotteri. Il bilancio di questi attacchi secondo l’ONDUS è di oltre 700 civili, di cui 155 bambini, rimasti uccisi e altri 2.800 feriti.

Nessun dato sul numero di miliziani di IS, al Nusra o altri movimenti rimasti uccisi. Dai dati forniti pare che le forze aeree di Assad colpiscano solo civili, ovviamente in modo volontario dal momento che l’organizzazione ha fatto appello ai “Paesi che hanno un impatto significativo sulla comunità internazionale” perché siano “fermati i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità contro il popolo siriano”.

Eppure le aree colpite vanno dalla provincia di Damasco a quella di Daraa, nel sud, da quelle settentrionali di Idlib e Aleppo a quelle centrali di Hama e Homs, a quella orientale di Deyr az Zor: tutte zone ad alta densità di forze ribelli, per lo più qaedisti e milizie fedeli al Califfato che sono ormai i veri padroni del campo di battaglia sul fronte dell’insurrezione.

Possibile che mentre i jet della Coalizione sterminano jihadisti (con pochissimi danni collaterali) quelli di Assad ammazzino solo civili?

Non è credibile neppure tenendo conto che i velivoli alleati impiegano solo armi di precisione a guida laser o satellitare mentre i velivoli siriani (come quelli iracheni) utilizzano per lo più armi a caduta libera o razzi non guidati, ordigni meno precisi che hanno più probabilità di colpire obiettivi indesiderati e provocare danni collaterali.

Curioso che l’ONDUS disponga di dati così precisi sulle vittime civili e non ne fornisca sui miliziani uccisi dalle forze governative.

Foto US dOD, Ondus e airforce.net

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