La cessione ai turchi di Piaggio Aerospace e dei missili Meteor irrita la Grecia

 

Il governo greco ha espresso a fine gennaio una ferma opposizione alla possibile vendita di missili MBDA Meteor alle forze aeree turche nell’ambito del programma teso a fornire 40 aerei da combattimento Eurofighter Typhoon.

Con il caccia europeo Ankara punta a bilanciare I moderni velivoli in dotazione ad Atene (F.16 aggiornati, F-35 e Rafale) per colmare il gap in attesa dell’ingresso in servizio del velivolo da combattimento nazionale di 5a generazione KAAN realizzato da Turkish Aerospace Industries (TAI) con la stretta collaborazione della britannica BAE Systems e che ha volato per la prima volta un anno or sono.

Il ministro della Difesa ellenico, Nikos Dendias, aveva dichiarato sui social media che, dopo una riunione con il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis e il ministro degli Esteri Giorgos Gerapetritis, ha avuto un incontro con l’ambasciatrice francese Laurence Auer, presso il ministero della Difesa ad Atene. Dendias, si legge, ha chiesto “un aggiornamento ufficiale sulle notizie relative alla vendita di missili Meteor alla Turchia” e ha espresso la “forte opposizione della Grecia a questa possibilità, che non è in linea con le eccellenti relazioni strategiche” tra Atene e Parigi.

Nel 2021, Grecia e Francia hanno firmato un accordo militare di mutua difesa. Stando a Kathimerini, “sembra che Ankara stia cercando di vincolare il suo previsto acquisto di 40 Typhoon a quello del Meteor”, che offrirebbe un raggio d’azione a lungo raggio alle capacità di ingaggiare bersagli aerei.

L’ esportazione del missile del gruppo europeo MBDA vede ” l’approvazione di Gran Bretagna e Italia considerata scontata da Ankara, mentre Parigi stia valutando le sue opzioni, considerato l’impatto che l’eventuale vendita avrebbe sulle relazioni greco-francesi”, ha scritto Kathimerini.

Ci sono forze in Turchia “che ricordano l’era ottomana” ha affermato il 1° febbraio Dendias, in un’intervista rilasciata all’emittente Usa “Fox News”. Dendias ha sottolineato come ad Ankara sia emerso “il nuovo approccio neo-imperialista e neo-ottomano turco, che chiamano Mavi Vatan, che significa Patria blu, e che non esisteva prima. E’ emerso da qualche parte nel primo decennio del 21mo secolo” e rappresenta “un chiaro approccio neo-imperialista, neo-ottomano, che sostanzialmente ritiene che metà delle isole dell’Egeo appartengono alla Turchia. Inoltre, a volte vanno oltre e sostengono che Creta, un’isola enorme con una presenza NATO molto significativa e una base statunitense a Souda, dovrebbe appartenere alla Turchia“, ha aggiunto il ministro.

“Pertanto, ci sono alcune persone in Turchia – e non credo che questo sia un sentimento comune nella società turca – che credono che il Paese dovrebbe ricreare l’Impero ottomano, annettendo aree della Grecia, della Siria, dell’Iraq, dell’Iran, metà del Caucaso, ecc. Spero che questi siano solo sogni, ma in ogni caso creano problemi nelle relazioni della Turchia con la Grecia, così come internamente nella NATO”, ha chiarito Dendias.

La Turchia ha presentato ufficialmente al Regno Unito e a BAE Systems la richiesta dei costi complessivi per l’acquisto 40 Eurofighter Typhoon con un pacchetto di armamento che include 300 missili aria-aria Meteor (nella foto sopra).

. Già in passato l’interesse turco per il Typhoon incontrò ostacoli in Europa per l’opposizione della Germania ma il 13 novembre 2024 il ministro della Difesa turco Yaşar Güler ha annunciato che Berlino aveva revocato le sue obiezioni.

In questo caso però le resistenze di Atene sono relative alla fornitura del missile Meteor di cui peraltro la Grecia dispone imbarcato sui suoi Dassault Rafale e che offre il vantaggio di poter colpire con un’arma che vola a Mach 4 obiettivi aerei fino a oltre 200 chilometri di distanza.

La spinosa questione è stata discussa a Bruxelles dal premier greco Kyriakos Mitsotakis e dal presidente francese Emmanuel Macron ma secondo fonti francesi, la decisione spetterà al Regno Unito che gestisce la trattativa con Ankara e sembra voler procedere speditamente.

Il 18 dicembre due Typhoon della RAF, in volo di rientro dall’esercitazione Ferocious Falcon V in Qatar, sono stati schierati nella base aerea di Murted (nelle foto d’apertura, sopra e sotto), non lontano da Ankara, per consentire a piloti e tecnici di familiarizzare coil velivolo destinato ad affiancare i circa 250 F-16 turchi dei quali è stato reso noto solo 40 saranno Block 70 Viper e altri 79 verranno aggiornati dalla Turkish Aerospace Industries.

Anche per contenere i costi e ottenere al più presto i Typhoon, il contratto proposto da BAE Systems sembra prevedere l’immediata fornitura di 20 Typhoon Tranche 1 di seconda mano ex Royal Air Force da consegnare dal 2026, seguiti da altri 20 jet Tranche 4 di nuova produzione da consegnare successivamente.

Il 6 febbraio media turchi, citando una fonte del ministero della Difesa, hanno confermato che sono in fase di valutazione diverse configurazioni del velivolo ma i negoziati sono legati anche ai costi: la fonte ha precisato che la preferenza turca è rivolta a velivoli di nuova produzione ma che l’accordo finale dipenderà dall’offerta ricevuta. Del resto la RAF britannica da tempo cerca di liberarsi dei Typhoon più vecchi della Tranche 1.

Nei giorni scorsi il governo greco non ha risparmiato critiche e proteste neppure alla cessione dell’azienda italiana Piaggio Aerospace alla turca Baykar. Secondo fonti diplomatiche citate il 10 febbraio ancora dal quotidiano Kathimerini, Atene accusa l’Italia di aver ignorato il regolamento Ue 2019/452, che impone di notificare agli altri Stati membri gli investimenti in società strategiche di nazioni extra-Ue.

Atene insiste che la cooperazione europea in materia di difesa deve essere trasparente, in particolare quando coinvolge la Turchia, membro della NATO ma con un’agenda di politica estera e militare smarcata dagli alleati e ancor di più dall’Europa.

Foto: MBDA, Anadolu, TAI e Ministero Difesa Turco

 

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