Il ritorno dell’elicottero Mil Mi-34 “Hermit”

 

Il Mil Mi-34 (Codice NATO “Hermit”) è un elicottero leggero multiuso russo che venne sviluppato alla fine degli anni ’80 al fine di subentrare ai vecchi Mil Mi-1 e Mil Mi-2. Sebbene progettato principalmente per l’addestramento era capace di svolgere anche compiti di trasporto leggero, ricognizione e pattugliamento oltre ad avere forti caratteristiche acrobatiche.

Con una lunghezza di circa 11,42 metri e un diametro del rotore principale a tre pale di circa 10 metri, il Mi-34, spinto da un motore radiale Vedeneev M-14V-26 a 9 cilindri da 240 kW, come tutti i progetti realizzati alla fine dell’era sovietica non vide uno sviluppo particolarmente felice.

La Nigeria ad esempio acquistò e ricevette nel 2000-2001 nove Mi-34 che sono stati utilizzati come elicotteri da addestramento per formare gli equipaggi dei Mil Mi-35P “Hind” da combattimento; il tutto fino a quando non si scoprì che la vita utile designata dei riduttori del rotore principale di tutte le macchine, per qualche motivo, era limitata a sole 300 ore di volo invece delle 1500 promesse. Alla luce di questa circostanza tutti i Mi-34 nigeriani sono stati ritirati dal servizio entro il 2010.

Sei elicotteri sono stati venduti alla Nuova Zelanda per essere gestiti da privati, un esemplare infine, è stato destinato all’Aeronautica Militare della Bosnia-Erzegovina.

Nel 2012 il programma venne definitivamente chiuso: tra le possibili ragione la mancanza di competitività del Mi-34 con il principale concorrente nel mercato degli elicotteri leggeri, il Robinson R44.

Lo scorso 15 ottobre 2024 tuttavia, un evento decisamente inaspettato si è svolto presso il Mil and Kamov National Helicopter Building Centre (di Mosca Lyubertsy), quando un Mil Mi-34M1 (numero di coda 1002), una versione profondamente ammodernata di quel Mi-34 che decollò 39 anni fa con un motore a pistoni, ha effettuato un decollo di prova in modalità hovering ma questa volta equipaggiato con un motore turboalbero VK-650V di fabbricazione russa prodotto dalla JSC UEC-Klimov.

Se il modello originale è stato creato per ordine della sovietica DOSAAF ora l’elicottero può essere richiesto da privati cittadini come velivolo da addestramento e per molti altri scopi dove il Mi-8, ma in realtà anche lo stesso Ansat, risulterebbero certamente sovradimensionati.

Ricordiamo infatti che l’Ansat è un elicottero leggero multiuso a due motori con una capacità di 7-9 passeggeri; ha un sistema fly-by-wire, un peso massimo al decollo di 3.600 kg e può raggiungere una velocità massima di 275 km/h.

Il Mil Mi-34 “Hermit” è invece un elicottero leggero monomotore, ha una capacità di 4 passeggeri, un peso a vuoto di 950 kg e un peso massimo al decollo di 1450 kg e una velocità massima di 220 km/h.

Decisamente più semplice dell’Ansat, il Mi-34 è stato insomma progettato per operazioni a corto raggio.

Il nuovo progetto rientra innegabilmente nel programma nazionale russo atto a rivitalizzare la propria industria aeronautica e ridurre la dipendenza da tecnologie straniere.

Pur tuttavia è stato l’analista militare russo Alexei Zacharov a riportare tutti coi piedi per terra dopo l’entusiasmo iniziale. Secondo Zacharov infatti il nuovo Mi-34M1 è stato portato in volo in tempi estremamente rapidi dopo l’assemblaggio, senza i consueti controlli approfonditi e realizzando così una violazione delle procedure standard nel settore aeronautico.

Secondo Zacharov inoltre parte dell’equipaggiamento dell’elicottero era scaduto o di dubbia affidabilità il che ha sollevato le sue preoccupazioni sulla sicurezza del volo e come se non bastasse, il volo sarebbe avvenuto senza l’approvazione del Consiglio Metodologico per l’Aviazione Sperimentale che fa parte del Flight Research Institute (LII), costituendo così una violazione delle normative federali e delle ordinanze ministeriali.

«La piattaforma è stata ritirata dall’assemblaggio il 10 ottobre. Solo due giorni dopo si sono svolte le prove dei motori a terra e tre giorni dopo il Mi-34M1 è stato fatto alzare in volo» e tale fretta – secondo Zacharov – è stata attribuita all’esclusivo desiderio di mostrare l’elicottero al Presidente russo durante il vertice dei BRICS a Kazan.

L’autore della critica ha ricordato un precedente culminato con il gravissimo incidente accaduto al prototipo dell’aereo da trasporto militare Il-112V, andato perduto nell’agosto del 2021 a causa di una simile fretta di “mettersi in mostra” che è costato tra l’altro la vita ai tre piloti collaudatori.

Ma il programma va avanti nonostante tutto: secondo le dichiarazioni del ministro dell’Industria e del Commercio della Repubblica del Tatarstan Oleg Korobchenko, la decisione di produrre un elicottero leggero [Mi-34] è già stata presa sebbene non siano stati forniti ulteriori dettagli.

Il punto di forza del nuovo Mi-34 risiede certamente nei passi in avanti sostenuti col propulsore VK-650V considerando che nello scorso mese di febbraio il motore ha ottenuto il certificato di tipo.

Installazioni propulsive di questa classe in precedenza non erano state prodotte in Russia. Il motore è pronto alla produzione di serie e può essere impiegato su velivoli avanzati nazionali e stranieri di classe leggera, con massa al decollo fino a 4 tonnellate.

«Il motore aeronautico è la parte più complessa di un velivolo. Lo sviluppo e la certificazione del VK-650V sono state eseguite in tempo record; soltanto 5 anni. La richiesta per queste installazioni propulsive con l’introduzione delle sanzioni e l’uscita dei fornitori stranieri è molto alta.

Oggi possiamo constatare che i nostri motoristi hanno risolto con successo questo difficile incarico. Accanto ai nuovi motori per le macchine pesanti e medie, nella gamma adesso c’è un motore nazionale per gli elicotteri leggeri. Ovvero, le sanzioni non sono riuscite a distruggere l’Ansat e altri nostri programmi avanzati” – ha dichiarato il primo vicedirettore di Rostech, Vladimir Artyakov.

Il destino del Mi-34 è strettamente legato al suo nuovo propulsore; innegabilmente le altre componenti del progetto sono subordinate a questa innovazione.

Un progetto che comunque potrebbe tornare estremamente utile anche alla Difesa russa e al Centro Educativo e Scientifico Militare dell’Aeronautica Militare russa intitolato a “N.E. Zhukovsky e J.A. Gagarin” presso la sede distaccata di Syzran, nella Regione di Samara, che si occupa specificatamente della formazione tecnica dei piloti di elicotteri militari russi e di altri 18 paesi stranieri.

 

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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