La joint venture Leonardo Rheinmetall Military Vehicles per i nuovi corazzati dell’Esercito

 

La joint venture Leonardo Rheinmetall Military Vehicles (LRMV) nel settore dei veicoli corazzati terrestri è stato costituita lo scorso 25 febbraio e muove i primi passi, ha dichiarato Roberto Cingolani, amministratore delegato e direttore generale di Leonardo, in occasione della presentazione dell’aggiornamento del Piano Industriale per il periodo 2025-2029 lo scorso 11 marzo.

Nel frattempo, secondo quanto risulta ad Analisi Difesa, è stato costituito il raggruppamento temporaneo d’impresa (RTI) che ha il compito di rispondere nel minor tempo possibile alle Request for Proposal (RfP) della Forza Armata. Ciò in attesa della piena operatività della joint venture destinata a fornire la nuova generazione di veicoli da combattimento per la fanteria (IFV, Infantry Fighting Vehicle) e di carri armati (MBT, Main Battle Tank) per l’Esercito Italiano (EI).

Leonardo e Rheinmetall hanno presentato ai vertici della Difesa e dell’Esercito la oggi costituita joint venture e la relativa proposta industriale, in occasione delle prove a fuoco dell’IFV Lynx di Rheinmetall, tenutasi presso il poligono militare di Nettuno, sede dell’Ufficio Tecnico Territoriale Armamenti Terrestri (UTTAT), lo scorso 3 febbraio.

All’evento organizzato dal Segretariato Generale della Difesa/Direzione Nazionale Armamenti, hanno partecipato il Capo di Stato Maggiore (CSM) della Difesa, generale Luciano Portolano, il CSM dell’Esercito, generale Carmine Masiello, la dott.ssa Luisa Riccardi, Segretario Generale della Difesa/DNA vicario e per l’industria il Presidente di Leonardo Stefano Pontecorvo, l’amministratore delegato e direttore generale Roberto Cingolani ed il condirettore generale Lorenzo Mariani, il Presidente e CEO di Rheinmetall, Armin Papperger e l’amministratore delegato di Rheinmetall Italia, Alessandro Ercolani, a cui s’aggiungeva l’a.d. di Iveco DV (Defence Vehicles) Claudio Catalano, nonché i rappresentanti dei diversi enti della Difesa e reparti dell’EI coinvolti a diverso titolo, fra cui il direttore di TERRARM (Direzione degli Armamenti Terrestri), generale Angelo Assorati.

In occasione dell’evento è stato rappresentata la necessità di procedere al più presto al lancio del programma d’acquisizione dei mezzi corazzati e come ha rimarcato il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Portolano, sono necessari ulteriori sforzi per arrivare a tali risultati il più rapidamente possibile, evidenziando come tali programmi vedano il coinvolgimento anche della Difesa, una sorta di joint venture ‘Globale’ fra industria e Difesa, a dimostrazione di quanto quest’ultima e l’EI vogliano attivamente partecipare e contribuire a dotarsi di una capacità all’avanguardia ed allo stesso tempo essere di supporto al sistema Paese e quindi all’industria, sul solco di quanto già realizzato con successo in altri programmi.

L’evento dell’inizio di febbraio e la relativa pianificazione del programma è precedente alla volontà dell’Unione Europea di spendere fino ad 800 miliardi di euro, che qualora fosse portata avanti nei fatti dai paesi membri, potrebbe aprire nuovi mercati nel Vecchio Continente, in aggiunta a quelli potenziali fuori dai confini europei.

L’Esercito Italiano ha un urgente bisogno di rinnovare la propria componente corazzata nell’ambito di un più vasto programma di potenziamento delle capacità della Forza Armata alla luce dell’evoluzione dei conflitti e delle situazioni di crisi verificatesi dopo l’Afghanistan.

 “La guerra in Ucraina ha evidenziato lezioni importanti che sono fondamentali per riconsiderare il nostro approccio alla Sicurezza ed alla Difesa,” ha evidenziato l’alto rappresentante dell’Esercito Italiano che ha preso parte all’evento (ma non identificabile per motivi di sicurezza) ed ha presentato i nuovi piani di rinnovamento ed ammodernamento dell’EI in un consesso come l’International Armoured Vehicles Conference (IAVC), organizzata dal Defence IQ presso Farnborough (Regno Unito) e tenutasi il 21-23 gennaio scorso.

“Il nostro successo (nella capacità di rivoluzionare le capacità della Forza Armata alla luce del conflitto in Ucraina ed altre crisi), dipende dalla capacità di adattarci, in base alle risorse e alle tecnologie, accelerando nello sviluppo di sistemi avanzati, prevedendo le sfide del campo di battaglia di domani, traducendo rapidamente i progetti in realtà”, ha evidenziato il rappresentante della Forza Armata, rimarcando che “adattamento e trasformazione sono le linee guida fondamentali che guidano la nostra azione nella trasformazione dell’EI.”

Questo processo si basa su due principali linee di sviluppo: da una parte l’aggiornamento e la manutenzione delle piattaforme già in servizio, il carro armato Ariete e il veicolo da combattimento per la fanteria o IFV (Infantry Fighting Vehicle), con attività legate al miglioramento della mobilità, protezione ed interoperabilità.

Nel corso della loro vita operativa, il Dardo non ha ricevuto programmi d’ammodernamento e soltanto di recente l’MBT Ariete è diventato oggetto del programma di mantenimento delle capacità che vedrà la consegna dei primi mezzi nel corso del 2025.

Allo stesso tempo, l’EI sta lavorando al completo rinnovo della medesima capacità attraverso lo sviluppo ed acquisizione di un carro armato (MBT, Main Battle Tank) e IFV di nuova generazione nell’ambito rispettivamente dei programmi per un nuovo MBT e l’AICS (Armoured Infantry Combat System) noto anche come A2CS (Army Armoured Combat System) del valore complessivo, comprensivo di supporto in servizio, infrastrutture ed altro, rispettivamente di oltre 8 e 16 miliardi di euro.

La presentazione del nuovo AIFV e la proposta industriale (complessiva dell’MBT) di Leonardo e Rheinmetall non poteva avvenire in un sito diverso da quello dell’UTTAT (Ufficio Tecnico Territoriale Armamenti) di Nettuno, sede di uno dei principali centri di sperimentazione e valutazione con poligono a terra e mare utilizzati dalla Difesa per testare sistemi d’arma, mezzi, munizioni, materiali, protezioni balistiche, sistemi di protezione, mezzi unmanned aerei e terrestri forniti dall’industria nazionale ed estera.

Accanto a quelle di Nettuno, vi sono le infrastrutture con poligono di Santa Severa (Roma), nonché le strutture certificative della qualità di Colleferro (Roma) e Gardone Val Trompia (Brescia).

Ciò grazie a personale specializzato, attrezzature e sistemi all’avanguardia a livello NATO ed internazionale, secondo quanto sottolineato dal direttore dell’UTTAT, colonnello Paolo Ambrosanio. L’IFV Lynx KF 41 è stato trasferito dal Centro Polifunzionale di Sperimentazione dell’Esercito (CEPOLISPE) a Montelibretti (Roma) (il cui responsabile brigadiere generale Pierpaolo Dotoli era presente all’evento), dove era giunto il 31 dicembre 2024, affinché il mezzo potesse essere impiegato per attività di verifica, test e valutazioni tecniche preliminari.

Gli ingegneri e collaudatori dell’Esercito sono stati responsabili delle attività di familiarizzazione con il mezzo ed hanno eseguito una serie di valutazioni allo scopo di testare la mobilità, la protezione, la potenza di fuoco e l’interoperabilità del veicolo.

Per sviluppare il progetto destinato a fornire una componente pesante all’avanguardia all’Esercito Italiano, l’industria nazionale, la Difesa e la Forza Armata hanno vagliato diverse vie, ed alla fine è stata scelta la soluzione che ha registrato l’annuncio della costituzione della partnership fra Leonardo con Rheinmetall il 15 ottobre 2024.

 

La joint venture

Preceduta dalla firma di un Memorandum of Understanding (MoU) nel luglio dello stesso anno, l’accordo sulla paritetica JV, è stata seguita da una serrata trattativa che ha definito il contributo tecnologico ed il workshare lavorativo fra i due gruppi nonché la filiera nazionale grazie alle quali è stato possibile presentare il risultato dell’attività nel corso dell’evento ed i prossimi step dell’iniziativa industriale per soddisfare i ristretti tempi richiesti dalla Difesa e dalla Forza Armata.

Tale compito è stato portato a termine rispettivamente dai designati ed oggi in carica presidente ed amministratore delegato della joint venture, David Hoeder e Laurent Sissmann. “Nell’ultimo mese è stato portato a termine l’accordo sulla condivisione e workshare del lavoro. Abbiamo unito il meglio dei due mondi”, riferendosi alle capacità e tecnologie dei due gruppi, “per poter offrire all’Esercito Italiano il meglio che entrambe le aziende sono in grado di offre”, ha evidenziato il presidente in occasione dell’evento del 3 febbraio.

In attesa dell’ottenimento delle licenze ed autorizzazioni di cui avrà bisogno la joint venture per poter operare in Italia dal punto di vista legale e commerciale, per accelerare il processo, come è stato anticipato dal presidente, è stato pianificato, e secondo quanto risulta ad AD, costituito un Raggruppamento Temporaneo d’Impresa (RTI) per consentire alla Difesa italiana di emettere le sue Request for Proposal (RfP) ed al team industriale di iniziare a lavorare sulle offerte. Ciò grazie alle clearance di sicurezza ed alle qualifiche già in possesso delle due aziende (il gruppo tedesco attraverso la società italiana Rheinmetall Italia) e gettando le basi dell’offerta da presentare alla Difesa.

Secondo quanto è emerso, sempre per accelerare le tempistiche e secondo quanto risulterebbe dalla normativa, l’RTI contribuirà alla definizione ed alla stipula dei contratti che successivamente confluirà nell’attività della joint venture ormai operativa.

Come evidenziato dal CEO e direttore generale di Leonardo in occasione della presentazione delle modifiche al Piano Industriale 2025-2029, la JV ha sede legale a Roma ed operativa a La Spezia, ed ha una struttura operativa agile.

Dalla leadership dipendono quattro ‘direttorati’ di cui due legati alla parte operativa a La Spezia mentre altri due sono legati al quartiere generale a Roma. Per quanto riguarda la parte operativa, Leonardo nomina il Program Management mentre Rheinmetall il Systems Engineering; per quanto riguarda invece Roma, Finance & Administration di sono competenza Leonardo mentre BD, Sales & Government Affairs di Rheinmetall.

Come rimarcato dai due rappresentanti in occasione della presentazione del 3 febbraio, quest’ultima aveva già ottenuto il via libera dell’antitrust tedesco e da parte della Presidenza del Consiglio italiano (Golden Power), mentre secondo quanto risulta ad AD, nel frattempo è stato ottenuto anche il via libera dell’antitrust polacco.

In occasione della presentazione del piano industriale aggiornato, Cingolani ha dichiarato che oggi l’attività industriale si trova al momento iniziale della fase di presentazione dell’offerta a cui dovrebbe seguire l’assegnazione del contratto per la fine del 2025 e l’esecuzione del medesimo nel 2026. Secondo quanto specificato dal rappresentante di Leonardo, al contratto iniziale dovrebbero seguirne altri a distanza di circa tre anni uno d’altro per coprire le diverse fasi dal programma.

“La JV riceverà i contratti dal Ministero della Difesa e dall’Esercito Italiano e li dividerà a metà tra Leonardo e Rheinmetall. Il gruppo tedesco cederà quindi a Rheinmetall Italia circa il 10% del contenuto totale, il che significa che su base territoriale il 60% del valore del contratto verrà assegnato ed acquisito sul territorio italiano”, ha specificato Sissmann fornendo dettagli sulla ripartizione del valore assicurato dai contratti.

Analizzando in prima battuta il programma AICS/A2CS, che si baserà sulla piattaforma KF41 Lynx di Rheinmetall opportunamente customizzata, con un obiettivo complessivo di 1.050 mezzi, l’amministratore delegato ha sottolineato come quest’ultimo si svilupperà con un approccio graduale. “La Fase 1 si riferisce al requisito operativo urgente e riguarda cinque Lynx che saranno forniti nella configurazione ungherese con interfaccia uomo-macchina e manuali tradotti in italiano. A questi faranno seguito 11+ Lynx gap-filler che saranno equipaggiati con la nuova torretta HITFIST 30 (con cannone X-Gun da 30 mm) di Leonardo che andrà successivamente a rimpiazzare anche le torrette dei primi cinque mezzi.” Secondo quanto risulta ad AD, questo lotto di mezzi Lynx gap-filler sarebbe nel frattempo salito a 16 mezzi.

La Fase successiva comprenderà lo sviluppo dei prototipi in tutte le 16 varianti (basate sulle cinque configurazioni base che vedremo oltre) richieste dall’EI, lo sviluppo del SIL (System Integration Laboratory) o Laboratorio di Integrazione del Sistema e del dimostratore statico da utilizzare principalmente per scopi di integrazione e quello dei sei prototipi da utilizzare nel processo di verifica e validazione. La fase successiva vedrà l’avvio della produzione in serie per tutte e 16 le varianti e le attività residue di verifica e convalida.

Parlando del programma per lo sviluppo del nuovo MBT, l’amministratore delegato della costituenda JV ha confermato i numeri già riportati nel corso della conferenza nel Regno Unito e quindi 132 mezzi in versione da combattimento (MBT) basati sulla piattaforma Rheinmetall KF51 Panther e circa 140 piattaforme in versione speciale, nelle varianti gettaponte (ALVB, Armored Vehicle Launcher Bridge), recupero (ARV, Armored Recovery Vehicle) e genio (AEV, Armored Engineering Vehicle). “Le possibili fasi del programma sono lo sviluppo e la prototipazione, seguite dal lotto principale per le consegne in serie e poi le consegne residue nell’ultima fase (deominata Fase 2)”, ha spiegato Sissmann.

 

Il Master Plan

Secondo il Master Plan del programma associato alla presentazione dell’aggiornamento del Piano Industriale, l’attività di progettazione e sviluppo dovrebbe svilupparsi fra il 2025 e metà del 2027, mentre in parallelo a partire dal quarto trimestre del 2025 dovrebbero iniziare le consegne dei mezzi AICS gap filler, queste ultime destinate a svilupparsi fino alla metà del 2027. Nella seconda parte del 2026, dovrebbe iniziare l’attività di prototipizzazione e certificazione delle diverse versioni dei mezzi, con completamento nella prima metà del 2029. Verso la fine del 2028 è previsto il ‘ramp up’ della produzione.

Ad un confronto con quanto dichiarato il 3 febbraio, si nota uno spostamento verso destra delle attività che sarebbe fisiologico per un programma così complesso. Cingolani ha comunque presentato un piano di consegne alla Difesa italiana che non si discosta da quello mostrato il 3 febbraio e che dovrebbe assicurare a Leonardo ricavi fra il 2025 ed il 2029 – in pratica prima del picco della produzione previsto nel 2030 – pari a circa un miliardo di euro.

Non si è parlato diffusamente delle linee d’assemblaggio finale dei due mezzi per il Ministero della Difesa ma quest’ultima, secondo quanto dichiarato, è prevista a La Spezia presso i sedimi dello stabilimento dell’ex-Oto Melara oggi business unit Difesa del gruppo italiano. Sebbene non si abbiano dettagli ufficiali al riguardo, secondo quanto risulta ad Analisi Difesa e quanto dichiarato, quest’ultima è in fase di allestimento e presso la medesima verrà portata a termine l’integrazione della componente scafo (Rheinmetall) e torretta (Leonardo) e sistemistica varia nonché la successiva attività di test, prove ed accettazione dei mezzi.

Le attuali linee forniscono già le torrette HITFACT 120 per il programma Centauro II e prossimamente la nuova HITFIST 30 per il VBM NG o Next Generation (designazione ufficiale del nuovo VBM Freccia ‘Plus’, i cui primi 72 esemplari sono stati ordinati lo scorso 30 dicembre da TERRARM alla Società Consortile Iveco – Oto Melara, CIO). Con l’avvento dei modelli proprietari X-Gun 30 e Blaze 30, Leonardo prevede di espandere significativamente la propria presenza sui mercati terrestre e navale, essendo l’unica in Europa in grado di produrre bocche da fuoco che vanno dai 20 ai 155 mm nel terrestre e fino a 127 mm nel settore navale. Secondo quanto dichiarato il gruppo punta ad una capacità produttiva di oltre 800 bocche da fuoco l’anno.

I due rappresentanti di LRMV hanno svelato che i primi cinque veicoli per l’Italia sono già in produzione da parte di Rheinmetall e che tale attività è iniziata con il taglio della prima lamiera nel novembre 2024, seguita a gennaio dalla prima saldatura e dall’inizio assemblaggio del primo Lynx destinato all’Italia.

Secondo il piano presentato in occasione dell’evento, che si baserebbe sugli stanziamenti annuali previsto dall’ultimo Documento Programmatico della Difesa (2024-2026) e soggetto a sviluppi e modifiche per soddisfare le esigenze del customer ma anche legato alle tempistiche di avvio dei programmi e della partnership industriale, i primi cinque veicoli sono previsti in consegna nel quarto trimestre del 2025, e successivamente in quanto consegnati nella configurazione ungherese, retrofittati con la torretta di Leonardo. Gli 11+ successivi mezzi gap filler dovrebbero essere consegnati nel 2026-2027.

Come sopra riportati tale numero sarebbe nel frattempo salito a 16 mezzi. Questi ultimi saranno dotati della torretta HITFIST 30 con il cannone Leonardo X-Gun da 30X173 mm in grado di impiegare tutte le tipologie di munizionamento da 30×173 mm a standard NATO, incluso il munizionamento ABM (Air Burst Munition) adatto all’impiego antiaereo compreso quello anti-drone, il cui equipaggiamento comprenderà secondo quanto risulta ad AD, le versioni digitali dei sistemi Lothar (SD, Stabilised Digital) e Janus (D-L, Digital Land), sistemi di tiro e componentistica elettronica di ultima generazione conforme al nuovo standard NGVA, C4I C2D/N EVO e la suite per le comunicazioni di Leonardo, che punta ad una strategia di sinergia logistica con le evoluzioni del programma VBM NG.

Secondo quanto appreso, sia per quanto riguarda il programma AICS che per il nuovo MBT, il sistema propulsivo (trasmissione e motore) ricade sotto la responsabilità di Leonardo.

 

Il ruolo di IDV

Nel caso della nuova piattaforma IFV, secondo quanto risulta ad AD, esiste già un accordo preliminare con IDV, che già fornisce con successo questa tipologia di prodotto non solo per le Forze Armate Italiane ma anche estere.

Il marchio del Gruppo Iveco avrà un ruolo importante nell’ammodernamento della componente corazzata dell’EI avendo sottoscritto con Leonardo un accordo preliminare per la fornitura di “parti funzionali” per futuri contratti nell’ambito della joint venture, secondo quanto comunicato lo scorso novembre.

Secondo tale accordo, la partecipazione di IDV sarà “pari al 12-15% delle attività totali (della joint venture) per lo sviluppo e la produzione di veicoli terrestri da combattimento cingolati per l’Esercito italiano”. Il comunicato precisa inoltre che IDV “è ben posizionata per contribuire alla joint venture considerando le competenze uniche che ha sviluppato nei suoi siti in Italia.” La collaborazione sfrutterà l’esperienza aziendale di IDV, che spazia da sistemi di propulsione e trasmissione avanzati per veicoli militari a tecnologie di protezione altamente specializzate.

Nel corso della successiva attività sul poligono, Leonardo ha presentato il mock-up dell’X-Gun ed ha dato via ad una dimostrazione della sua capacità di mantenimento del medesimo sul campo di battaglia. Il piano di qualifica dell’arma che vedrà il coinvolgimento dell’UTTAT, è previsto venga completato alla fine del prossimo mese di settembre, con prove di qualifica funzionale, ambientali e prolungate. L’attività di fuoco prolungata (4000 colpi) sulla prima canna dovrebbe completarsi entro marzo a cui dovrebbe seguire la stessa attività sulla seconda canna entro metà maggio ed attività di verifica della vita a fatica simulata sulla prima canna tramite cicli idraulici in parallelo, e successivamente sulla seconda canna entro agosto.

Nel frattempo, dall’inizio dell’anno sono state lanciate le attività di qualifica ambientale comprese vibrazioni e compatibilità/interferenze elettromagnetica (EMI/EMC) nonché d’impiego sul campo di battaglia della scatola di controllo seguite dal prossimo maggio da quelle di qualifica ambientale (vibrazioni, temperatura, pioggia, sabbia, polvere, shock termico, contaminazione e IP) comprende quelle in condizioni d’umidità destinate a completarsi il prossimo settembre.

Accanto al Lynx di Rheinmetall era esposta una Centauro II sperimentale con la versione prototipica derivata, secondo quanto risulta ad AD, da studi per nuovi programmi, e precorritrice della nuova torretta HITFIST 30 per il VBM NG, anche se presentata sul poligono ancora equipaggiata con il cannone Northrop Grumman Bushmaster Mk 44.

 

Gli armamenti

Ritornando al programma IFV, saranno quindi prodotte cinque varianti principali dell’AICS, basate sullo stesso chassis modulare dell’IFV Lynx e tutte dotate del sistema Leonardo C4I, che andranno a ricoprire complessivamente le 16 missioni richieste. Le cinque varianti principali sono l’IFV con torretta da 30 mm, armato con il nuovo cannone Leonardo X-Gun da 30×173 mm con munizionamento ABM contro droni e bersagli aerei, il carro armato leggero con torretta da 120 mm, la variante per la difesa aerea, quella con il mortaio da 120 mm in torretta secondo le immagini della presentazione e la versione senza torretta.

Secondo quanto risulta ad AD, i primi veicoli in configurazione IFV saranno equipaggiati con la torretta biposto che verrà montata anche sul Freccia VBM 30 NG, ed equipaggiata con il cannone X-Gun da 30×173 mm prescelto dall’Esercito Italiano come futuro calibro con munizionamento ABM (Air Burst Munitions) fornito da KNDS Ammo Italy.

La configurazione finale dell’IFV dovrebbe invece essere equipaggiata secondo quanto risulta ad AD, anche se non sono state divulgate informazioni e non esistono conferme ufficiali, con una nuova torretta non pilotata dotata dello stesso cannone X-Gun, che sarebbe basata su requisiti molto più sfidanti rispetto al modello in fase di sviluppo per il veicolo anfibio VBA 8×8 ordinato dal Ministero della Difesa per la MM e l’EI.

La versione con la torretta HITFACT 120 mm, secondo quanto risulta dalle immagini delle versioni previste per il programma AICS, sarebbe destinata ad essere assegnata ai reggimenti di Cavalleria delle due Brigate, con l’assegnazione a queste ultime unicamente dei nuovi MBT ed IFV, assicurando comunanza logistica e stesso livello di protezione e mobilità. Non ci sono indicazioni ma le blindo Centauro II resisi disponibili potrebbero quindi essere assegnate alle unità di Cavalleria delle Brigate medie od altre unità.

La versione per la difesa aerea, che è di responsabilità e viene fornita da Rheinmetall Italia, sarà basata sul sistema Skyranger 30, con lo stesso cannone Rheinmetall da 30×173 mm Oerlikon Mk30-2 e munizionamento ABM KETF (Kinetic Energy Time Fuse) 30 sempre di Rheinmetall, ma con una sensoristica e missilistica diversa rispetto a quello finora contrattualizzata. Il sistema Skyranger 30, destinato ad essere impiegato su diverse piattaforme, è stato acquistato dalla Difesa tedesca, austriaca e danese mentre per quella ungherese, Rheinmetall ha ricevuto un contratto nel dicembre 2023 per lo sviluppo della customizzazione del sistema da installare a bordo del Lynx KF41.

Il sistema è stato prescelto anche da quella olandese per prossima contrattualizzazione. A differenza di quella acquistata dalla Difesa tedesca ed austriaca che monta il sistema radar Hensoldt Spexer 2000M, la versione destinata all’Esercito Italiano sarà equipaggiata con il radar AESA multi-missione AMMR (AESA Multi-Mission Radar) sviluppato da Rheinmetall Italia, radar house del gruppo, in una configurazione ancora non divulgata ma che dovrebbe comprendere le quattro facce fisse e la torretta elettro-ottica per la scoperta, l’identificazione e l’inseguimento dei bersagli, come riportato dalle immagini della presentazione a cui potrebbe aggiungersi un lanciatore per un numero non specificato di missili superficie-aria a cortissimo raggio in fase di sviluppo da parte di MBDA.

Una scelta che avrà risvolti positivi anche per quanto riguarda l’esportazione della sensoristica sviluppata da Rheinmetall Italia, come vedremo oltre. Nel caso della versione con mortaio da 120 mm, quest’ultima presenta una configurazione con mortaio in torretta con le sembianze del sistema NEMO (New MOrtar) della società finlandese Patria, ma anche in questo caso, sebbene risulti ad AD, non vi sono ancora ufficializzazioni.

Sebbene siano state specificate 16 varianti, sono state date diverse indicazioni sulla tipologia e configurazione delle medesime, in un contesto che deve ancora cristallizzarsi. Più recentemente sono state indicate le versioni anticarro, ACRT (Advanced Combat Reconaissance Team), esplorante ‘combat’, recce, fire support e JFS (Joint Fire Support) che sono ritratte con torretta, e la versione senza quest’ultima che avrà un’ampia diffusione sui mezzi da ricognizione, comando e supporto.

Secondo quanto evidenziato dalle immagini divulgate in occasione della conferenza, alla configurazione posto comando, dovrebbero affiancarsi quella per il trasporto del personale (Armoured Personnel Carrier), del genio combattente, ambulanza, con mortaio da 81 mm, trasporto munizioni ed addestramento alla conduzione veicolo.

Ad una più dettagliata analisi della provenienza della componentistica suddivisa fra i due partner, avendo a riguardo la versione del Lynx equipaggiata con la torretta HITFACT 120, secondo quanto risulta ad AD, Rheinmetall fornirà le postazioni degli operatori dell’equipaggio, il dispositivo di lancio dei veicoli unmanned terrestri (UGV), lo chassis comune, i sistemi di guida e navigazione e l’interfaccia del sistema radio, i sistemi di allarme laser e radar, la protezione passiva e attiva e i sistemi IT (Information Technology).

Per quanto riguarda Leonardo, fornirà la torretta HITFACT 120, il sollevamento ed il sensore radar di sorveglianza del campo di battaglia nel caso della versione JFS/ricognizione, il sistema di navigazione, l’interfaccia del sistema radio, il sistema d’arma a controllo remotizzato HITROLE con arma da 12,7 mm, Il sistema elettrico per funzionamento della torretta e delle postazioni operatori compreso quello C2, il sensore LiDAR (Light Detection and Ranging) per la guida veicolare, la protezione passiva (balistica) e l’interfaccia Link 16/BMS per la difesa aerea. Non sono state fornite informazioni sulle altre configurazioni e relativo share, ma secondo quanto è possibile comprendere, non dovrebbero essere dissimili.

Come rimarcato dall’amministratore delegato designato della JV, la variante del Lynx equipaggiata con la torretta HITFACT da 120 mm e quella per la difesa aerea equipaggiata con il cannone da 30 mm, munizionamento ABM ed il radar a facce fisse AMMR prodotto da Rheinmetall Italia rappresentano i due prodotti di punta per l’export, in particolare per i Paesi dell’Europa Orientale alla ricerca di piattaforme leggere ma pesantemente armate.

Nell’ambito e con il supporto della filiera nazionale, che comprende PMI, enti di ricerca ed università, Rheinmetall Italia guarda ad altre soluzioni per la protezione integrata dei mezzi, che potrebbero trovare applicazioni nei due programmi. Si tratta del programma Combat Advanced Technology Hemispheric Active Radar (CATHAR) destinato allo sviluppo di un radar AESA completamente digitale con copertura emisferica simultanea contro droni, munizioni circuitanti, missili e razzi, per applicazioni in sistemi di protezione attiva di veicoli terrestri pilotati e non (UGV) con sensori distribuiti e capacità di neutralizzazione d’attacchi dall’alto, che sfrutta l’intelligenza artificiale per l’elaborazione e fusione dati. Secondo Rheinmetall Italia, tale progetto potrebbe maturare e dare sistemi operativi grazie alla legge 808/85.

 

Il programma per il nuovo MBT

Sebbene il focus dell’evento fosse la partnership fra i due gruppi e l’IFV Lynx, i rappresentanti della JV hanno presentato a più grandi linee anche il programma per il futuro MBT basato sul carro KF51 Panther di Rheinmetall.  In particolare, l’amministratore delegato designato della JV ha evidenziato il delta necessario al completamento del programma e il processo di customizzazione per la configurazione destinata all’Esercito Italiano.

Per quanto riguarda la ripartizione del lavoro fra le due società, Rheinmetall sarà responsabile della fornitura di 52 cannoni da 120 mm L55A1, che rappresenta la più recentemente versione della diffusa bocca da fuoco, la cui produzione verrà realizzata in Germania (oltre al 50% di canne di riserva e pezzi di rispetto) mentre 80 verranno prodotte su licenza da Leonardo presso il sito di La Spezia che ha un’ampia produzione di canne, dal 20 mm al 105 mm. Anche la produzione degli scafi dei carri verrà realizzata al 50% fra Leonardo (su licenza) e Rheinmetall (unitamente al design dello chassis).

Quest’ultima fornirà anche la struttura delle torrette e l’autoloader per il munizionamento del cannone principale mentre Leonardo si occuperà dei test ed attività d’accettazione in favore dell’Esercito Italiano. Rheinmetall fornirà il sistema di protezione attiva, quella passiva (balistica) sarà responsabilità di Leonardo. Quest’ultimo, come già riportato, è anche responsabile del sistema propulsivo del carro (motore più trasmissione). Mentre come anticipato vi è già un accordo preliminare per l’AICS con IDV, per quanto riguarda l’MBT, sebbene si parli di soluzione italiana, non sono state date indicazioni ufficiali.

Si parla di un prodotto al top che possa assicurare, grazie al peso significativamente contenuto del mezzo, una mobilità senza precedenti. IDV ha una significativa esperienza avendo sviluppato le versioni potenziate dei motori installati sul carro Ariete e sul VBM Freccia, che unitamente agli investimenti realizzati ed alle altre attività del gruppo Iveco legate ai propulsori nonchè al fatto di essere già a bordo con l’IFV, assicura la soluzione destinata a soddisfare la Difesa. Per quanto riguarda la trasmissione, Renk Italia ha siglato accordi di cooperazione sia con Leonardo che con IDV.

Come avviene per l’IFV Lynx italianizzato, Leonardo fornirà il C4I, il sistema di condotta del tiro ed il sistema di controllo ed asservimenti elettrici della torretta, a cui s’aggiunge il munizionamento Vulcano da 120 mm per l’armamento principale del carro. Non sono state divulgate informazioni al riguardo, ma al pari dell’IFV, il gruppo italiano dovrebbe installare un sistema di controllo del tiro e componentistica elettronica di ultima generazione conforme al nuovo standard NGVA, la suite C2D/N EVO basata sui più recenti standard con capacità multi-dominio al pari dell’AICS, cyber resiliente da progetto, e basato su tecnologia del gruppo italiano cosi come una suite per le comunicazioni basata sulla radio quadricanale SDR VQ1 sempre di Leonardo.

Come noto i due mezzi sono sviluppati per operare nell’ambito di un contesto multidominio, che necessita di una rete a cui tutti i partecipanti dovranno poter accedere per acquistare un vantaggio operativo rispetto al nemico. A questi s’aggiunge un pacchetto optronico che rappresenta un’evoluzione di quello della Centauro II, comprendente la suite ottica Lothar SD per il cannoniere ed un’ottica panoramica per il capocarro di nuova generazione.

Per entrambi i veicoli è previsto il sistema di mascheramento Rheinmetall Rosy mentre per la difesa ravvicinata contro minacce asimmetriche, secondo quanto risulta ad AD, si parla di una torretta a controllo remotizzato o RCWS con il cannone Blaze 30 da 30×113 mm in fase di sviluppo avanzato da parte di Leonardo quale arma anti-drone capace di impiegare munizionamento ABM il cui sviluppo sarebbe anch’esso stato lanciato da KNDS Ammo Italy, a cui si aggiunge l’arma coassiale all’armamento principale.

In occasione dell’evento, è stato inoltre confermato, che il carro sarà predisposto per l’utilizzo di un kit di programmazione per una munizione di precisione a lunga portata della famiglia Vulcano da 120 mm derivata dalla soluzione navale da 127 mm già in servizio con una portata che secondo quanto trapelato sarebbe di circa 20 km.

Per quanto riguarda le varianti specialistiche, LRMV fornirà all’Esercito italiano i sistemi già in servizio presso molte nazioni NATO, che saranno italianizzati principalmente nel dominio C4I.

In Italia, i lavori saranno quindi suddivisi tra Leonardo, Rheinmetall Italia ed IDV e interesseranno geograficamente gran parte della penisola, da Bolzano a Napoli.

Per quanto riguarda Leonardo, in aggiunta alla linea d’assemblaggio finale, integrazione veicolo con torretta ed armamento nonché test ed accettazione presso La Spezia, su Roma, il sito della Tiburtina sarà coinvolto per il C4I, radar per la sorveglianza del campo di battaglia della famiglia LMMR ed i laboratori multidominio, quello Larimart con l’intercom e computer mentre quello di Cisterna di Latina l’IFF radar, il Multiservice Switch Router (MSR) Sentinel ed il sistema di allerta laser, mentre l’optronica verrà fornita da Campi Bisenzio, la componente crypto e cyber da Genova, quella per le comunicazioni dal sito di Napoli, i sistemi con i calibri minori da quello di Brescia e la simulazione da Ronchi dei Legionari.

Rheinmetall Italia con il proprio sito di Roma, fornirà la protezione attiva, l’arma da 30 mm, munizionamento ABM ed il radar AMMR della versione per la difesa aerea, nonché elettronica della versione JFS (Joint Fire Support), saldatura ed elettronica varia.

Per quanto riguarda IDV, Bolzano si occuperà della propulsione e della protezione passiva mentre Vittorio Veneto della saldatura degli scafi come peraltro già effettuato per i mezzi 8×8. A questi s’aggiunge la filiera della supply chain con centinaia di fornitori distribuiti sul territorio italiano nonché la manutenzione ed il supporto logistico e le relative infrastrutture che secondo quanto riportato dalla JV dovrebbero assicurare miliardi di euro nel corso della vita operativa dei mezzi, senza dimenticare i sistemi e le infrastrutture per l’addestramento e la simulazione.

A quest’ultimo riguardo occorre evidenziare che i due programmi richiedono un significativo sforzo in tale settore al fine di assicurare la capacità di portare a termine importanti eventi addestrativi direttamente dagli acquartieramenti delle Brigate pesanti, a causa del fatto che le Forze Armate Italiane non dispongono di aree addestrative di dimensioni adeguate a tali forze. E’ quindi giocoforza includere un pacchetto legato alla simulazione di particolare importanza ed estensione per assicurare la capacità addestrativa richiesta dagli attuali scenari operativi.

 

Le tempistiche dei programmi d’approvvigionamento dei mezzi

Secondo quanto divulgato in occasione dell’evento ed in base al piano degli investimenti riportato nell’ultimo Documento Programmatico della Difesa (DPP 2024-2026), nel complesso, il programma prevede la consegna di 1.347 veicoli, in particolare 272 MBT in quattro configurazioni, 1.050 Lynx in cinque diverse configurazioni e 16 Lynx-Gap filler o UOR, da consegnarsi entro il 2040, con una pianificazione estremamente sfidante e ridotta nei tempi per un programma così ambizioso. In aggiunta a questi primi 16 mezzi (non è nota la tempistica per gli ulteriori 5 veicoli gapfiller pianificati successivamente), che dovrebbero essere consegnati fra il 2025 (5 veicoli) e 2026 nonché parte del 2027 secondo Cingolani (11 veicoli).

Secondo la pianificazione di massima che è legata sia alla tempistica della stipula del contratto che allo sviluppo, test e certificazione delle versioni customizzate nonché la loro produzione per l’EI, nel 2027 è prevista la consegna dei primi 9 carri armati nelle diverse quattro configurazioni, cui dovrebbero seguire un ulteriore ventina di carri ed il primo AIFV con cannone Leonardo da 30 mm nel 2028, sempre secondo la medesima tabella che dovrebbe dare una visione d’insieme del programma delle consegne.

Dal 2029 sarebbe previsto il primo aumento significativo della produzione con ben 104 mezzi fra cui quasi una cinquantina di carri nelle diverse configurazioni di cui quasi una ventina in quella da combattimento, a cui s’aggiungerebbero oltre 55 veicoli per la fanteria nelle diverse configurazioni, fra cui quasi 30 nella versione da combattimento con cannone da 30 mm. I successivi due anni 2030-2031 registrerebbero un ulteriore salto in avanti della produzione con rispettivamente ben 160 e 171 mezzi.

Nel 2030 sarebbe prevista la consegna di poco più di una sessantina di carri nelle diverse configurazioni con 35 veicoli corazzati da combattimento (MBT) mentre per quanto riguarda i veicoli per la fanteria, sarebbero previsti un totale di quasi un centinaio di veicoli fra cui circa 45 in versione da combattimento. Per il 2031, vengono indicati circa 55 carri fra cui circa 35 nella versione MBT mentre per quanto riguarda i mezzi per la fanteria si parla circa 115 veicoli di cui circa 50 da combattimento.

Tale programma ricalcherebbe quanto dichiarato dalla rappresentanza della Forza Armata in occasione della conferenza IAVC 2025 in Gran Bretagna ed in particolare che il programma AICS/A2CS si sviluppa in fasi consecutive, equipaggiando un battle group delle brigate pesanti alla volta, completo di tutti i mezzi nelle diverse configurazioni. Come anticipato, l’Esercito Italiano si aspetterebbe un significativo incremento delle capacità operative nei prossimi cinque anni, con l’obiettivo di una brigata pesante completamente equipaggiata.

Dall’anno successivo le consegne fra carri e mezzi corazzati per la fanteria scenderebbero a rispettivamente a 123 e 128 per poi stabilizzarsi poco sopra le 100 macchine per il 2034 e 2035, seguiti da 91 e 86 mezzi rispettivamente nel 2036 e 2037 mentre negli ultimi tre anni (2038-2040) le consegne si attesterebbero su circa 75 mezzi.

A partire dal 2032, si prevede un calo graduale con completamento delle consegne dei carri armati in quattro anni (2032-2035), in particolare quasi una ventina di MBT per ciascuno dei primi due anni su un totale di rispettivamente quasi 40 e 30 mezzi. Per quanto riguarda invece i mezzi corazzati per la fanteria, da circa 85 nel 2032 si passerebbe ai quasi 100 del 2033, circa 95 nel 2034 e poco meno nel 2035, per poi rappresentare tutte le consegne dal 2036 al 2040.

In particolare, per quanto riguarda la suddivisione fra le diverse configurazioni di mezzi per la fanteria, da quasi 40 veicoli da combattimento in consegna nel 2032 si passa ai 50 nel 2033 ed ai circa 55 nel 2034 mentre negli anni successivi si attesterebbe sulla cinquantina di macchine. La versione con cannone da 120 mm con meno di una decina di mezzi continuerebbe la produzione fino al 2037 unitamente a circa 5 mezzi all’anno per la versione per la difesa aerea fino al 2040. Continuerebbero invece le consegne fino a tale anno delle versioni con torretta remotizzata/mortaio e senza armamento.

Secondo i rappresentanti della JV, dal 2032 ci potranno essere delle opportunità di export che sono state quantificate senza ulteriori informazioni in circa 700 mezzi in oltre un decennio, che come anticipato vedranno in prima fila il mezzo per la fanteria armato di cannone da 120 mm. Tale valutazione è stata fatta prima della decisione dei Paesi Europei di potenziare le proprie capacità in termini di Difesa, con evidenti riflessi positivi sull’export. Mentre l’Ungheria sta guidando lo sviluppo del Lynx, l’Italia avrà un ruolo leader nel completamento del programma per l’MBT e grazie allo sviluppo della versione nazionale ed al suo impiego, l’industria italiana potrebbe ottenere significative commesse.

 

L’attività a fuoco, l’UTTAT ed il programma AICS

Dopo il briefing, l’azione si è spostata sul poligono dell’UTTAT. Il colonnello Paolo Ambrosanio ha illustrato nel dettaglio i test effettuati nel recente passato sul velivolo Lynx messo a disposizione dalla Rheinmetall per questo primo contatto tra l’Esercito Italiano e la piattaforma KF41.

Sono stati condotti test di mascheramento da parte del sistema Rosy di Rheinmetall, nonché test preliminari sul cannone principale da 30 mm – trattasi del sistema MK30-2/ABM della Rheinmetall, e sull’arma coassiale MAG58 da 7,62x 51 mm e sulla torre a controllo remoto (Main Sensor Slave Armament, MSSA, con l’impiego del sensore panoramico e della mitragliatrice da 12,7 mm). I primi colpi sono stati sparati contro bersagli statici da una posizione statica, e con un divenire sempre più sfidante, sparando con mezzo in movimento contro bersagli statici e infine in movimento contro bersagli in movimento.

E’ stato testato per verificarne l’accuratezza anche il cannone Rheinmetall Mk 30-2, sparando contro bersaglii standard NATO con munizioni addestrative TP-T e APFSDS-T a distanza di 500-1000 metri, nonché munizionamento Kinetic Energy Time Fuze (KET-F) contro bersagli di alluminio di 4 mm di spessore. Secondo quanto dichiarato, la pianificazione prevedeva per il periodo successivo di effettuare test di verifica della penetrazione con munizionamento APFSDS-T sparato dal cannone Rheinmetall unitamente a prove sull’accuratezza contro bersagli standard in condizioni statiche, in movimento contro bersagli statici, entrambi in movimento e capacità killer-killer.

Durante la dimostrazione dal vivo tenutasi il 3 febbraio sono stati sparati tre colpi KETF nel test meno impegnativo, statico contro statico, contro un bersaglio 4×4 m di alluminio con spessore di 4 mm. Sono stati condotti test con l’arma da fuoco calibro 30 e 12,7 mm: il Lynx ha sparato una raffica da 30 mm TP-T (Target Practice – Tracer) e da 12,7 mm.

E’ stata poi la volta in movimento, sparando una raffica di cinque colpi da 30 mm APFSDS-T contro un bersaglio in acciaio 2×2 m spesso 40 mm, unitamente all’arma secondaria da 12,7 mm. Come anticipato sono stati effettuati test anche sul sistema di oscuramento Rosy di Rheinmetall del Lynx, in grado di nascondere il veicolo agli occhi nemici sia nello spettro visivo che in quello infrarosso.

Un primo assaggio delle capacità di combattimento del mezzo Lynx, unitamente alle campagne che vengono portate a termine sul veicolo presso il CEPOLISPE, a cui seguiranno presso il poligono di Nettuno anche quelle per la messa a punto del cannone di Leonardo X-Gun da 30 mm nella prima metà del 2025 nonché in futuro altri test e verifiche che riguarderanno l’MBT KF51 Panther da customizzare per l’Esercito Italiano con la bocca da fuoco da 120 mm. Il mezzo come è noto può ricevere anche un cannone da 130 mm, quando quest’ultimo avrà completato lo sviluppo, per gli operatori che lo chiederanno.

Foto: Luca Peruzzi, Rheinmetall, Leonardo e Segredifesa

 

Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).

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