Zelensky è arrivato al capolinea? Il Contesto intervista Gianandrea Gaiani

Mentre l’Unione Europea si riarma a livello sia comunitario che nazionale tentando parallelamente di definire una improbabile postura comune in funzione anti-russa, l’esercito ucraino prende di mira l’oblast’ di Belgorod con attacchi sia aerei che terrestri per compensare ai pesanti rovesci subiti nel Donbass, a Odessa e, soprattutto, nell’oblast’ di Kursk.
Qui, stando a quanto rivelato da fonti russe, alcune decine di ufficiali riconducibili a Paesi della Nato sarebbero rimasti intrappolati in un accerchiamento tattico russo assieme a migliaia di soldati ucraini che il presidente Trump sta cercando di trarre in salvo attraverso una meticolosa opera di persuasione nei confronti del presidente Putin.
I due si sono sentiti telefonicamente, aprendo il varco a una nuova tornata negoziale in Arabia Saudita da cui è scaturita un’intesa circa l’interruzione degli attacchi contro infrastrutture critiche. Più problematica appare invece la questione del Mar Nero, che verterebbe sul ripristino della libertà di navigazione, sula cessazione delle ostilità via mare, sull’impegno a non impiegare navi commerciali per trasportare materiale militare e sottoporre i carichi a ispezione.
Gli Stati Uniti, dal canto loro, si dichiarano disponibili a fornire supporto per la reintroduzione di prodotti agricoli e fertilizzanti russi sui mercati mondiali, mentre il Cremlino pone come condizioni la riconnessione di Rosselkhozbank e di altri istituti bancari russi che gestiscono il commercio alimentare allo Swift, oltre alla revoca di tutte le sanzioni nei confronti delle aziende integrate in quella filiera.
Parliamo di tutto questo assieme a Gianandrea Gaiani, giornalista, saggista e direttore della rivista «Analisi Difesa». (intervista registrata la mattina del 26 marzo)
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