Paradossi: gli Usa vogliono ripristinare il Nord Stream, la Germania frena

 

Energia Oltre – Il ministero federale per l’Economia e la Protezione del Clima si sta preparando a una possibile richiesta degli Stati Uniti di riattivare i gasdotti Nord Stream 1 e 2, nonostante le forti riserve della Germania. Philipp Steinberg, capo della divisione di politica economica del ministero dell’Economia, ha confermato l’ipotesi durante la conferenza annuale di Handelsblatt “Stadtwerke 2025”, pur precisando che finora non vi è stata alcuna comunicazione ufficiale da parte di Washington.

Prima dell’invasione russa dell’Ucraina, l’Europa dipendeva in larga misura dalle forniture di gas russo attraverso Nord Stream 1, interrotte da Gazprom e poi rese inutilizzabili dal sabotaggio subito dai gasdotti nel settembre 2022. A inizio marzo erano circolate indiscrezioni su un possibile tentativo degli Usa di includere la riapertura di Nord Stream – almeno parzialmente – nei negoziati con Mosca per una soluzione del conflitto.

Il governo tedesco ribadisce la propria opposizione a un ritorno al gas russo, ma sta valutando scenari in caso di pressioni alleate. Steinberg ha sottolineato che Nord Stream 2, mai entrato in funzione per mancanza di certificazione tedesca, non sarebbe tecnicamente pronto, ma ha ammesso che “la certificazione è una delle opzioni sul tavolo”.

Restano però forti dubbi sulla fattibilità economica e sull’opportunità politica di un simile passo, mentre Berlino cerca di evitare nuove dipendenze energetiche dalla Russia. Il capo della divisione di politica economica del ministero dell’Economia ha poi evidenziato come qualsiasi decisione debba essere preceduta da un confronto a livello europeo, per garantire una posizione coordinata.

“I ceo dei principali fornitori mi dicono che non stipulerebbero più contratti a lungo termine”, ha aggiunto Steinberg, sollevando dubbi sulla sostenibilità economica dell’operazione. Una posizione simile è stata ad esempio espressa da Uniper, con il ceo Gundolf Schweppe che durante la conferenza organizzata da Handelsblatt ha chiarito: “Attualmente il tema non rientra nella nostra strategia. Abbiamo chiuso i contratti esistenti”.

Tuttavia, l’azienda – come le autorità – sta monitorando gli sviluppi e analizzando possibili scenari qualora dovesse tornare a scorrere gas attraverso le condotte. Resta centrale la questione geopolitica: Berlino insiste sulla necessità di non compromettere la sicurezza energetica europea, mentre sullo sfondo permangono le tensioni legate al conflitto in Ucraina.

Durante la recente campagna elettorale Alternative fur Deutscheland (AFD), secondo partito tedesco per numero di voti nelle elezioni di fine febbraio, aveva annunciato che in caso di vittoria il suo governo avrebbe ripristinato i gasdotti nel Baltico.

Immagini: Ministero Difesa Danese e BBC

 

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