Putin annuncia la tregua di Pasqua sui fronti ucraini – AGGIORNATO

 

Vladimir Putin ha offerto a Kiev una tregua pasquale di 30 ore, il primo cessate il fuoco in oltre tre anni di guerra. L’annuncio è stato ufficializzato in un incontro con il capo di Stato maggiore Difesa russo, generale Valery Gerasimov.

“Guidati da considerazioni umanitarie dalle 18 di oggi (ora di Mosca, le 17 ora italiana) fino alla mezzanotte tra domenica a lunedì, la parte russa dichiarerà una tregua pasqualeha detto Putin. 

Alcuni osservatori hanno messo in evidenza che l’annuncio fa seguito alle dichiarazioni del segretario di Stato Marco Rubio che ha reso noto la volontà del presidente Trump di interrompere i negoziati di pace in caso di insuccesso in tempi rapidi delle trattative.

Più probabile invece che Putin abbia risposto con un’apertura senza precedenti alla disponibilità degli Stati Uniti a riconoscere la sovranità russa sulla Crimea e i territori ucraini controllati da Mosca nel quadro di un accordo di pace tra Mosca e Kiev per porre fine alla guerra in Ucraina. Indiscrezione riferita oggi da Bloomberg citando fonti anonime informate dei fatti.

L’annuncio della tregua unilaterale ordinata dal Cremlino giunge dopo un nuovo scambio di prigionieri tra Mosca e Kiev che ha riguardato 246 militari per parte, oltre a 31 soldati ucraini feriti e 15 russi che necessitano di “cure mediche urgenti”, ha sottolineato il ministero della Difesa russo mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha confermato lo scambio ringraziando gli Emirati Arabi Uniti per aver mediato l’intesa.

Putin ha sottolineato che la tregua viene ordinata nell’ambito delle trattative per una soluzione negoziata del conflitto. “Riteniamo che la parte Ucraina seguirà il nostro esempio“, ha detto il presidente russo aggiungendo che la tregua “mostrerà quanto l’Ucraina desidera ed è in grado di risolvere pacificamente il conflitto”.

Per il presidente russo la Federazione Russa “accoglie con favore” gli sforzi di pace del presidente Trump,

Putin, come riporta l’agenzia di stampa russa Interfax, ha affermato che “da parte nostra, siamo sempre stati pronti ai colloqui di pace e accogliamo con favore in ogni modo le aspirazioni della parte americana, del presidente Trump, dei nostri amici cinesi, del presidente della Repubblica Popolare Cinese, dei paesi Brics, tutti sostenitori di una soluzione pacifica ed equa della crisi Ucraina”.

Il governo ucraino, colto di sorpresa dall’iniziativa di Mosca, mostra scetticismo. “Valuteremo i fatti, non le parole. “Purtroppo abbiamo una lunga storia di dichiarazioni non corrispondenti alle azioni. Sappiamo che non ci si può fidare delle sue parole e valuteremo i fatti, non le parole” ha detto il ministro degli Esteri, Andrii Sybiha.

Subito dopo l’inizio della tregua, alle 18 di oggi, Zelensky ha dichiarato che “se la Russia ora è pronta a impegnarsi in un regime di silenzio totale e incondizionato, l’Ucraina agirà di conseguenza, imitando le azioni russe. E se un cessate il fuoco completo dovesse concretizzarsi l’Ucraina propone di estenderlo oltre la Pasqua del 20 aprile. Questo rivelerà le vere intenzioni russe, perché 30 ore servono a fare notizia, 30 giorni potrebbero dare una possibilità alla pace”.

La portavoce della Commissione europea, Anitta Hipper, ha detto che la Ue chiede a Mosca “azioni chiare per un cessate il fuoco duraturo“, sottolineando che “la Russia potrebbe fermare questa guerra in qualsiasi momento, se davvero lo volesse“.

Nella bozza di accordo presentata a Parigi dai negoziatori americani, rivelata da Bloomberg, la Crimea e altri territori ucraini occupati da Mosca (le quattro regioni annesse con i referendum del settembre 2022 più forse altri territori) verrebbero riconosciuti come russi.

Inoltre Kiev rinuncerebbe a entrare nella NATO ma Mosca dovrebbe accettare in cambio la presenza di una forza europea in Ucraina a garanzia della sicurezza di Kiev contro nuovi attacchi russi.

E’ quindi probabile che la tregua di Mosca offra l’occasione a USA e Ucraina per confermare un accordo su queste basi che smentirebbe però le più recenti dichiarazioni di Zelensky circa l’impossibilità di accettare cessioni territoriali a favore dui Mosca.

L’inviato di Trump, Steve Witkoff, ha detto che tutto si gioca attorno ai cosiddetti “cinque territori” (le regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhia, Kherson e Crimea) che la Russia ha annesso senza in realtà controllare interamente Donetsk, Zaporizhia e Kherson.

I negoziati dovrebbero proseguire nei prossimi giorni a Londra, secondo quanto riferito da un funzionario americano, per dare il tempo a Kiev di accettare la bozza americana. Se non si arrivasse ad un’intesa e gli Stati Uniti potrebbero sospendere i negoziati e la parola tornerebbe solo alle armi.

Alla Casa Bianca si starebbe lavorando alle alternative in caso di fallimento dei negoziati. Alcuni ipotizzano che Washington possa mantenere le sanzioni a Mosca e gli aiuti militari a Kiev ma appare da tempo chiaro che la priorità strategica per l’Amministrazione Trump è oggi posta nel ripristino di ampie relazioni con la Russia e nel siglare l’intesa con Kiev sulla gestione delle risorse minerarie e delle infrastrutture ucraine.

Se Zelensky tergiversasse a firmare l’accordo economico con gli Stati Uniti o se non accettasse le cessioni territoriali chieste da Mosca (ipotesi non certo trascurabile tenuto conto delle immaginabili reazioni degli ambienti ultra-nazionalisti ucraini) Trump potrebbe decidere di cessare ogni aiuto all’Ucraina lasciandola in balìa dell’offensiva russa di primavera.

Oggi il New York Post ha citato funzionari americani secondo i quali il ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, avrebbe detto che Kiev è “al 90 per cento” d’accordo con il piano di pace del presidente Trump presentato questa settimana a Parigi.

Ma Kiev ha smentito tale voci: una fonte del ministero della Difesa ucraino ha affermato a Sky News di non avere l’autorità di “prendere decisioni politiche” e pertanto di non poter effettuare “valutazioni percentuali. Abbiamo diverse posizioni di principio: abbiamo sostenuto la proposta statunitense di un cessate il fuoco completo l’11 marzo, mentre la Russia non ha sostenuto la proposta di cessate il fuoco degli Stati Uniti e continua a colpire quotidianamente città e infrastrutture ucraine. In queste condizioni non è chiaro come si possa discutere o misurare in percentuali i progressi di qualsiasi dialogo”.

Le dichiarazioni politiche e diplomatiche non devono far dimenticare la situazione militare e le sue tendenze ormai da tempo consolidate e che vedono i russi avanzare quotidianamente su quasi tutti i fronti. La guerra potrà terminare in breve tempo con un accordo che veda ampie cessioni territoriali a Mosca, oppure tra alcuni mesi con la vittoria russa sul campo, opzione che vedrebbe Kiev costretta a cessioni ancora più ampie di territori.

Oggi le truppe russe hanno quasi del tutto completato la liberazione dei territori della regione di Kursk dalla presenza di truppe ucraine con la riconquista del villaggio di Oleshna e l’attacco a quello di Gornal, ultimo lembo della regione di Kursk in mani ucraine.

“In seguito alla liberazione di Oleshna, ai nostri soldati resta solo da cacciare le unità ucraine da Gornal. I combattimenti nel villaggio sono molto intensi. Le forze ucraine stanno venendo espulse. I nostri uomini stanno sgombrando il monastero occupato dalle truppe di Kiev”, ha dichiarato una fonte del ministero della Difesa russo.

Secondo la stessa fonte le perdite totali delle forze armate ucraine nella regione di Kursk dal 6 agosto 2024 a ieri hanno superato i 75.000 militari tra morti e feriti.

In totale, durante i combattimenti nell’area di Kursk, il nemico ha perso oltre 75.170 militari, 411 carri armati, 335 veicoli da combattimento per la fanteria, 307 veicoli trasporto truppe blindati, 2.280 veicoli da combattimento blindati, 2.743 veicoli, 625 cannoni d’artiglieria, 61 lanciarazzi multipli, inclusi 15 HIMARS e 7 MLRS di fabbricazione statunitense, 28 lanciatori di sistemi missilistici antiaerei, un lanciatore semovente antiaereo, 10 veicoli da trasporto e carico, 128 stazioni di guerra elettronica, 18 radar controbatteria, 12 radar di difesa aerea”, si legge nel comunicato.

“Inoltre, l’esercito ucraino ha perso 57 unità di equipaggiamento e altri equipaggiamenti, tra cui 23 veicoli da demolizione del genio, un’unità di sminamento UR-77, un veicolo da ricognizione del genio, nonché 15 veicoli blindati da riparazione e recupero e un veicolo di comando e stato maggiore. L’operazione per distruggere le formazioni ucraine continua”.

Il generale Gerasimov, nel rapporto a Putin, ha riferito che nella regione di Kursk dei  circa 1.260 chilometri quadrati di territorio occupati dagli ucraini nell’agosto scorso “il 99,5%  è stata ora liberata.”

“Le operazioni per proteggere l’area di Gornal sono quasi completate, con gruppi d’assalto dell’810ª Brigata dei Marines che conducono missioni di combattimento contro unità nemiche a Gornal e nei boschi circostanti.”

Le unità ucraine hanno tentato di penetrare in territorio russo vicino a Demidovka e Popovka nella regione di Belgorod, ma questi tentativi di inserire significative forze nemiche in territorio russo sono stati sventati.

“Al momento, non ci sono forze nemiche nella zona di Demidovka; il territorio è stato bonificato. Piccoli gruppi infiltrati – fino a 12 uomini – rimangono nella foresta a sud di Popovka. Questi gruppi sono sotto assedio, e sono in corso tentativi di annientarli e estrarli, e le aree sono state isolate” (nella mappa qui sopra).

 

 Le prime ore di tregua

(Aggiornamento del 20 aprile ore 11)

Gli eventi delle prime ore di tregua non inducono certo all’ottimismo con reciproche accuse di violazioni. Zelensky ha dichiarato la mattina di Pasqua che “nel complesso, a partire dalla mattina di Pasqua, possiamo affermare che l’esercito russo sta cercando di mantenere l’impressione generale di un cessate il fuoco, mentre in alcune aree continuano i tentativi isolati di avanzare e infliggere perdite all’Ucraina.

La Russia deve rispettare pienamente le condizioni del cessate il fuoco. La proposta dell’Ucraina di attuare e prorogare il cessate il fuoco per 30 giorni dopo la mezzanotte di stasera rimane sul tavolo. Agiremo in base alla situazione effettiva sul campo“.

Ha però aggiunto su X che “tra le 18:00 di ieri e la mezzanotte di oggi, si sono verificati 387 bombardamenti e 19 attacchi da parte delle forze russe. I droni sono stati utilizzati dai russi 290 volte”.

Zelensky ha postato un report del comandante in capo delle forze armate, il generale Oleksandr Syrsky, con una serie di dettagliate informazioni sul fronte: “Lungo diversi settori del fronte, si sono già verificati 59 bombardamenti e 5 assalti da parte di unità russe. Nel settore del Gruppo Tattico Operativo di Starobilsk è stato documentato un combattimento, nel settore del Gruppo Tattico Operativo di Donetsk si sono verificati tre combattimenti – nei settori di Pokrovsk e Novopavlivka – e un combattimento ha avuto luogo nei pressi di Stepove, nel settore di Zaporizhia.

Il nemico ha effettuato decine di attacchi con droni. Nella regione di Kursk, le forze russe hanno condotto attacchi di artiglieria e utilizzato droni. I nostri soldati stanno rispondendo in base alla specifica situazione di combattimento. L’Ucraina continuerà ad agire simmetricamente”.

L’agenzia di stampa RBC Ukraine ha riportato che i russi hanno bombardato il villaggio di Stanislav, nella regione di Kherson, con un drone, uccidendo un residente come riferito dal capo dell’amministrazione militare regionale di Kherson, Oleksandr Prokudin.

Sul fronte opposto le autorità ucraine filorusse di Donetsk hanno accusato la mattina di Pasqua le truppe ucraine di aver lanciato un attacco alla città di Donetsk (nella foto qui sopra), capoluogo dell’omonima regione. Lo hanno riferito all’agenzia di stampa TASS i servizi di emergenza, secondo cui l’impatto è stato registrato nella zona di via Elevatornaya, nel quartiere Budyonnovsky della città. Almeno tre esplosioni avrebbero avuto luogo in città.

Inoltre, secondo il Dipartimento per la documentazione dei crimini di guerra dell’Ucraina dell’amministrazione dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk (DPR), le forze armate dell’Ucraina avrebbero attaccato Gorlovka sparando 4 colpi di artiglieria.

A conferma della volontà della UE e di alcune nazioni europee di sabotare il negoziato portato avanti da Trump e prolungare il conflitto il tema della tregua non è stato neppure accennato dal massimo organismo dell’Unione.

La Commissione europea su X ha scritto: “Quando le parole non bastano, i simboli parlano. Come i motivi che gli ucraini dipingono sulle Pysanky, le loro tradizionali uova di Pasqua, simboli di resilienza e speranza, non infrante dall’aggressione russa. L’UE sostiene l’Ucraina nella guerra e nel suo percorso europeo. Per un futuro prospero e pacifico”.

 

@GianandreaGaian

Foto: TASS, Commissione UE/X e Ministero Difesa Ucraino

Mappe Institute for the Study of the War

 

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Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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