Taiwan tra le manovre aeronavali cinesi e i dazi americani

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l’imposizione di dazi commerciali pari al 32 per cento nei confronti di Taiwan. Durante l’evento organizzato alla Casa Bianca per presentare le misure, Trump ha spiegato che la percentuale è stata calcolata secondo lo stesso criterio utilizzato per altri Paesi, andando a rappresentare circa la metà dei dazi che impone sui beni Usa, pari al 64 per cento.
I nuovi dazi annunciati da Trump “pongono una sfida senza precedenti al commercio e all’economia globale” e il governo di Taiwan continuerà a fornire “il massimo sostegno” alle aziende dell’isola, ha detto il presidente taiwanese Lai Ching-te.
In un messaggio sui social media, Lai ha detto che il governo continuerà a discutere con gli Stati Uniti i “molti aspetti irragionevoli dei dazi” e a “proteggere i nostri interessi nazionali“. Lai ha aggiunto di aver incaricato il gabinetto guidato dal premier Cho Jung-tai di riferire al pubblico sul potenziale impatto dei dazi e sul piano di risposta “nel più breve tempo possibile“.
In un messaggio sui social media, Lai ha detto che il governo continuerà a discutere con gli Stati Uniti i “molti aspetti irragionevoli dei dazi” e a “proteggere i nostri interessi nazionali“. Lai ha aggiunto di aver incaricato il gabinetto guidato dal premier Cho Jung-tai di riferire al pubblico sul potenziale impatto dei dazi e sul piano di risposta “nel più breve tempo possibile“.
La guerra commerciale con gli USA è solo uno dei problemi che l’isola-stato sta affrontando in questi giorni in seguito alle grandi manovre aeronavali cinesi denominate Tuono 2025 tenutesi nei cieli e nelle acque intorno a Formosa nei primi due giorni di aprile.
Il 2 aprile il ministero della Difesa di Taiwan ha reso noto di aver rilevato 36 aerei militari cinesi nei pressi dell’isola ma di non aver individuato “immediate esercitazioni di tiro nelle aree circostanti”.
Il maggiore generale Hsieh Jih-Sheng, vice capo dell’ufficio di intelligence, ha dichiarato il 2 aprile che “le informazioni visualizzate nelle immagini fornite sono precise fino alle 13:30 di oggi. Tuttavia, poco prima di questo briefing, verso le 14, sono state rilevate altre forze militari entrare nell’area.
Finora, abbiamo identificato un totale di 36 aerei militari cinesi, di cui 20 sono entrati nella nostra zona di identificazione della difesa aerea, attraversando la linea mediana. Stiamo monitorando attentamente se sono state condotte esercitazioni di fuoco con vere munizioni nello Stretto di Taiwan. Sulla base delle nostre attuali informazioni, non abbiamo rilevato alcun segno di esercitazioni di fuoco con vere munizioni nell’immediato nelle aree circostanti Taiwan”, ha aggiunto.
“Al momento, abbiamo rilevato 9 imbarcazioni della Guardia costiera cinese a est della linea mediana dello Stretto di Taiwan e attorno alle acque circostanti Taiwan. In risposta, la nostra Guardia costiera ha schierato 11 navi e 11 motovedette, mantenendo un rapporto di due o tre imbarcazioni taiwanesi per imbarcazione della Guardia costiera cinese.
Durante questo periodo, le navi della Guardia costiera cinese hanno navigato lungo la zona di restrizione di 24 miglia nautiche”, ha riferito Shen Wei-Chih, direttore della Divisione di Mobilitazione Materiale dell’Agenzia per la Difesa Totale.
Pechino ha annunciato lo stesso 2 aprile la fine delle esercitazioni Tuono 2025 come ha riferito l’agenzia ufficiale cinese Xinhua.
Il Comando del teatro orientale dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) “ha completato con successo tutti i compiti assegnati delle esercitazioni congiunte di martedì e mercoledì“, ha detto il portavoce, Shi Yi. Secondo i militari le manovre sono servite per “testare le capacità di operazione congiunta integrata delle forze”.
Ventuno navi, con la portaerei Shandong in prima linea, e 71 velivoli sono stati messi in campo dal Comando del Teatro Orientale delle PLA.
Quest’anno l’incremento della spesa di Pechino per la Difesa è stato del 7,2% rispetto al 2024, più o meno la stessa percentuale di crescita riscontrata negli ultimi anni ma superiore alla crescita del PIL cinese, intorno al 5 per cento.
Nel 2013 la spesa militare cinese dichiarata per la Difesa era 720 miliardi di yuan, secondo i numeri forniti analisi dello Stockholm International Peace Research Institute contro gli attuali 1,78 trilioni di yuan, l’equivalente di poco meno di 250 miliardi di dollari.
Meno di un terzo rispetto ai quasi 900 miliardi degli Stati Uniti, anche se il Pentagono valuta che la vera spesa della Cina per la Difesa potrebbe essere superiore almeno del il 40% a causa delle voci di spesa che vengono fatte ricadere su altri ministeri.
Nel 2023 la Cina ha speso oltre 15 miliardi di dollari, il 7% del budget annunciato per la Difesa, per le esercitazioni navali e aeree nel Pacifico occidentale secondo una stima dello stato maggiore taiwanese,
In luglio, nell’ambito delle esercitazioni che si tengono ogni anno, i militari di Taiwan simuleranno la difesa dell’isola da un possibile attacco cinese, ha confermato nei giorni scorsi il ministero della Difesa di Taipei che in un rapporto presentato in Parlamento afferma che gli scenari di quest’anno si baseranno su incursioni legate a una possibile “invasione cinese nel 2027”.
Foto: Ministero Difesa Taiwan e China Military

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