Industria Difesa: l’elogio del ministro Crosetto a Fincantieri e Leonardo Elicotteri

“L’investimento nei prodotti della difesa produce necessariamente una crescita nel settore civile, c’è una osmosi totale tra i due ambiti. Non per nulla Fincantieri è leader della produzione di navi militari e allo stesso tempo leader nella produzione di navi da crociera ed è una delle aziende più preparate ad affrontare il mercato futuro perché il mercato crocieristico l’ha obbligata ad avere una tempistica, una qualità di produzione e una velocità che se trasportata nella difesa la renderà più preparata di tutte le altre.
Lo stesso vale per AgustaWestland (Leonardo Elicotteri, ndr) che ha applicato le tecnologie militari alla parte civile ed è diventata la prima al mondo nel settore elicotteristico civile“. Così il ministro della Difesa Guido Crosetto sulle due aziende italiane a controllo pubblico nel suo intervento al Festival dell’economia di Trento.
“Abbiamo bisogno di concorrenza nel settore della Difesa, perché la capacità di produzione è troppo lenta e costosa rispetto a quella americana o russa, che ha un costo notevolmente inferiore e con meno soldi producono di più di noi e della NATO. C’è un percorso da fare per le aziende della difesa, ormai c’è osmosi con la produzione civile. Una osmosi che ci sarà sempre di più ma avremo sempre bisogno di un doppio binario per aumentare il livello tecnologico e avere prodotti meno costosi di quelli che abbiamo ora. In uno scenario molto complicato“, ha aggiunto Crosetto intervenendo in collegamento da Roma all’incontro dal titolo Geopolitica delle risorse: materie prime e sovranità tecnologica una sfida globale nell’ambito del Festival dell’economia di Trento.
Per il ministro la difesa europea “deve prevedere 27 Paesi, anzi deve essere intesa come continentale, quindi con Turchia, Norvegia, e Paesi dell’est, messi assieme in una alleanza ancora più grande dell’Europa politica”.
“Come gruppo dei cinque, cioè Italia, Polonia, Gran Bretagna, Francia e Germania, abbiamo cercato di forzare dei passi per far inter operare le forze armate e uniformare le pratiche di addestramento, ci vogliono anche regole comuni su cosa acquistiamo e che ciò che acquistiamo sia interoperabile“.
“Il ministero deve guardare le traiettorie di sviluppo per capire quali scontri potremo trovarci davanti nei prossimi anni, attrezzarci per evitare che deflagrino in guerre. L’avvento dell’IA e del quanting computer metterà a disposizione dell’umanità una possibilità di calcolo e analisi che non ha paragone con il passato. Una crescita tecnologica esponenziale, il dramma è capire come guidare questo processo, perché è una materia che conoscono in pochi. Parlare di sicurezza significa parlare di qualcosa di molto più grande della difesa tradizionale”, ha aggiunto Crosetto.
“La professoressa Caputo, più grande esperta italiana di intelligenza artificiale, lavora per noi per verificare come organizzare forze armate e difesa, come rendere l’Ai utile per aumentare la nostra capacità di analisi e ottimizzare la nostra difesa. Ci occupiamo anche di materie prime, perché dove ci sono significa guardare dove ci saranno i conflitti. Parliamo di tecnologie che si reggono su materie prime che come Europa importiamo al 100% dalla Cina, gli Usa ne importano all’80%. Quindi tutte le materie prima del futuro sono extraeuropee e quindi dobbiamo confrontarci con questo scenario”, ha detto il ministro.
In merito all’utilizzo del fondo Ue per la difesa e all’aumento della spesa per la sicurezza e le forze armate Crosetto ha dichiarato che “su SAFE ci sarà ancora una riflessione nelle prossime settimane che spetta a Giorgetti che ha la mia fiducia e ha il merito dei risultati raggiunti come il più basso spread della storia verso la Germania.
Come ministro ho il dovere di dire che abbiamo bisogno di investimenti maggiori, quelli che il Governo riuscirà a dare sono fondamentali per costruire una difesa futura. Penso che la Nato chiederà il 3-3,5% del Pil, gli americani chiederanno il 5%: non saranno raggiungibili immediatamente ma l’obiettivo per i prossimi anni è aumentare le spese per la difesa”.
Circa la guerra in Ucraina il ministro ha detto che “l’Europa non dovrà accettare la smilitarizzazione dell’Ucraina come se fosse un Paese di serie B e senza possibilità di difendersi anche se questa è una delle richieste russe. La nostra previsione è quella di una Russia poco disponibile alla tregua e alla pace. Previsione che si sta rivelando realtà. Spero che anche gli Stati Uniti ne prendano atto. Abbiamo un obbligo: aiutare un Paese aggredito a difendersi. Abbiamo sempre, nella nostra storia, partecipato alle principali operazioni di peacekeeping delle Nazioni Unite.
Se l’Onu riuscisse a essere il luogo nel quale si definiscono le regole della pace e della tregua in Ucraina, sarebbe surreale non appoggiarlo. Ma sono convinto che se ciò accadesse tutto il Parlamento italiano sarebbe d’accordo. L’Italia è una delle grandi nazioni del mondo, secondo me, dovrebbe fare la sua parte“, ha concluso.
(con fonti Ansa, Radiocor e La Presse)

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