L’Ucraina senza difese aeree: pochi Patriot e missili esauriti per Samp/T e Crotale

Kiev ha le difese aeree ridotte al lumicino e questo favorisce i sempre più massicci e incontrastati attacchi con missili da crociera, balistici e droni russi Geran-2 (evoluti) contro installazioni industriali, postazioni della difesa aerea, radar e basi militari.
I bollettini ufficiali ucraini in cui si continua a dichiarare di aver abbattuto gran parte degli ordigni russi cozzano con la realtà, le molteplici esplosioni di obiettivi militari a Kiev, Odessa, Kharkiv, Krivy Rog e in molti centri ucraini.
Mentre Kiev continua a chiedere agli alleati altri missili Patriot, un’inchiesta del quotidiano francese Le Monde fa luce sulla pochezza degli aiuti europei rivelando che le scorte di missili Aster per le due batterie da difesa aerea Samp/T (una italiana e una franco-italiana) sono esaurite da tempo mentre da oltre un anno e mezzo non arrivano nuovi rifornimenti di armi per il sistema di difesa aerea a bassa quota Crotale (nella foto sotto), da tempo radiato dalle forze armate francesi che probabilmente hanno esaurito le munizioni.
“Per affrontare i massicci attacchi di droni, all’Ucraina servono molti più sistemi a lungo raggio, quali Patriot, Iris-T e SAMP-T… Oggi non abbiamo nulla per difendere il Sud dell’Ucraina dai missili balistici”, riferisce un ufficiale ucraino.
Non è chiaro se l’Italia consegnerà anche missili Aster 30 con il prossimo pacchetto di aiuti militari a Kiev, né se lo farà la Francia dopo che il presidente Emmanuel Macron ha ammesso nei giorni scorsi di aver già fornito agli ucraini tutto il possibile.
L’industria bellica italiana – ha sottolineato Crosetto – sta ripartendo: aumenterà quest’anno la produzione del 40% e il prossimo del 100%. Ma le prime consegne che arriveranno, ad esempio, dei sistemi di difesa Samp-t, gli stessi che abbiamo dato all’Ucraina e di cui stiamo aspettando i nuovi, ci saranno tra un anno e un anno e mezzo. I tempi sono questi. Non siamo comunque vulnerabili a un attacco, perché abbiamo i sistemi vecchi e non li abbiamo dati tutti (all’Ucraina, ndr)
A Roma il ministro della Difesa Guido Crosetto ha detto il 26 maggio che presso gli stabilimenti di MBDA la produzione di missili “aumenterà del 40 per cento nel 2025 e del 100 per cento il prossimo anno. Ma le prime consegne che arriveranno, ad esempio, dei sistemi di difesa Samp-t, gli stessi che abbiamo dato all’Ucraina e di cui stiamo aspettando i nuovi, ci saranno tra un anno e un anno e mezzo. I tempi sono questi. Non siamo comunque vulnerabili a un attacco, perché abbiamo i sistemi vecchi e non li abbiamo dati tutti” all’Ucraina.
Affermazione che sembrerebbe escludere la cessione di altri missili a Kiev tra quelli presenti nei magazzini italiani mentre per le nuove produzioni occorrerà attendere altri 12/18 mesi. In tal caso, in assenza di forniture di missili Aster 30 francesi, non ha alcun senso lasciare schierate in Ucraina due batterie di SAMP/T prive di munizioni, inutili ma pur sempre bersagli paganti per missili e droni russi.
Le fonti citate da Le Monde valutano che la capacità degli ucraini di respingere gli attacchi aerei russi, sempre più sofisticati e simultanei, sia in caduta libera lasciando presto indifeso lo spazio aereo ucraino.
Il vice comandante dell’unità di difesa aerea “Yakut”, composta da 23 gruppi mobili operativi nella regione di Odessa, ha spiegato al giornale francese che i droni Shahed ora volano «a un’altitudine compresa tra 2.000 e 3.000 metri invece che a 200 metri», il che li rende «impossibili da colpire con armi leggere». «Quando si immergono a velocità superiori ai 500 chilometri è molto difficile colpirli», ha dichiarato.
L’Ucraina ha costituito molti reparti mobili dotati di veicoli 4×4 equipaggiati con mitragliatrici singole, binate o quadrinate: un sistema “antico”, a basso costo e utile ad abbattere i droni in volo a poche decine di metri dal suolo ma del tutto inutile se gli ordigni volano più in alto.
Le Monde conferma quanto era già emerso: i droni Shahed forniti da Teheran vengono prodotti in serie negli stabilimenti russi di Kazan dove sono stati modificati e potenziati per portare carichi bellici fino a 90 chili di diversa tipologia incluse submunizioni, incendiari o termobarici.
Artem, comandante di una batteria antiaerea dotata di sistemi NASAMS ed S-300 nel sud dell’Ucraina, ha dichiarato che “anche i russi stanno innovando e hanno più risorse a disposizione. Hanno appena lanciato cinque esemplari di un nuovo tipo di missile nella nostra zona, che chiamano Banderol” (nell’immagine sotto), arma di cui Analisi Difesa si è occupata nei giorni scorsi.
“In alcuni punti si disperdono nel cielo per poi riorganizzarsi”, utilizzano anche molte esche, sia fisiche che elettroniche con l’obiettivo di “esaurire le nostre munizioni e saturare le nostre capacità”.
Per contrastare le nuove tattiche russe, le forze ucraine hanno installato a terra numerose esche per confondere gli aggressori. Ma le contromisure non sono sufficienti. “Abbiamo bisogno di molti più sistemi a lungo raggio, come Patriot, Iris-T e Samp/T. Al momento non abbiamo nulla. Oggi non abbiamo nulla per proteggere l’Ucraina meridionale dai missili”.
Valutazioni condivise anche dall’esperto di aviazione ucraino Konstantin Krivolap che su Telegram ha affermato il 26 maggio che durante l’ultima ondata di attacchi su Kiev e la sua periferia, le difese aeree non sono riuscite a proteggere obiettivi chiave, tra cui una base della difesa aerea della capitale e gli stabilimenti Antonov bersagliati dai russi.
“Quella notte è stata come una ripetizione di Vasilkov”, ha osservato Krivolap citando l’attacco di decine di droni russi contro l’aeroporto ucraino del 17 maggio. “Allora, la gente ha guardato per quasi sette ore mentre gli Shahed volavano lentamente, volteggiavano sopra e colpivano i bersagli, senza alcuna resistenza da parte della nostra difesa aerea. È stato orribile”.
“Questa volta i residenti di tutta Kiev hanno assistito alla stessa scena: droni che volavano tranquillamente e colpivano una fabbrica militare ucraina. E nel frattempo, il portavoce dell’Aeronautica Militare annuncia con orgoglio che su 250 droni, inclusi Shahed e decodificatori, 245 sono stati abbattuti. È tutto sotto controllo”, ha aggiunto ironicamente Krivolap attribuendo scarsa credibilità ai comunicati ufficiali di Kiev.
In assenza di efficaci capacità di difesa aerea, affidate oggi per lo più ai sistemi Patriot, Hawk (nella foto sotto), NASAMS (nella foto sopra) e Iris-T, anche gli aeroporti ucraini sono alla mercè degli attacchi russi. Il 25 maggio le forze russe hanno compiuto un massiccio attacco notturno anche con l’impiego di missili da crociera sulla base aerea di Starokostiantyniv, nella regione occidentale Ucraina di Khmelnytskyi, secondo quanto affermato dal ministero della Difesa russo.
La base è sede della Settima Brigata aerea tattica, che ha in dotazione i bombardieri tattici Sukhoi Su-24 che impiegano i missili da crociera Storm Shadow e SCALP e che potrebbero impiegare anche i tedeschi Taurus se verrà confermata la volontà del nuovo governo tedesco di fornirli all’Ucraina senza limiti di impiego sul territorio russo, come ha lasciato intendere il cancelliere Friderich Merz.
“Le forze armate della Federazione Russa hanno condotto un massiccio attacco con armi di precisione a lungo raggio e veicoli aerei senza pilota contro obiettivi presso l’aeroporto di Starokonstantinov. L’obiettivo degli attacchi è stato raggiunto, tutti i bersagli designati sono stati colpiti”, ha reso noto il ministero della Difesa russo.
La crescente carenza di missili antiaerei e le nuove tattiche di impiego dei droni Geran-2 potrebbero indurre gli ucraini a utilizzare con maggiore intensità droni PPV per intercettare i droni russi.
Finora i droni ucraini sono stati sporadicamente impiegati per cercare di colpire aerei, elicotteri e altri droni. Secondo il canale Telegram russo L’Informatore Militare “finora l’uso di tali intercettori è isolato, ma vale la pena ricordare che un tempo ci sono stati anche casi isolati di utilizzo di droni FPV per distruggere i droni da ricognizione russi, che si sono poi trasformati in una seria minaccia per l’intero perimetro di ricognizione e fuoco delle Forze Armate russe.
Pertanto, è possibile che in futuro le Forze Armate ucraine passino dall’uso di costosi e individuali missili antiaerei all’impiego di droni intercettori più economici e diffusi, che saranno in grado di farsi carico di una parte dell’onere di distruggere i Geran (nella foto sopra) e le loro esche. E noi, di conseguenza, dovremo cambiare ancora una volta tattica e proteggere ulteriormente i droni. Ad esempio, adattare il sistema di evasione per i Geran-2“.
Del resto il confronto tra drone e anti-drone è ormai una caratteristica basica di questo conflitto e reparti per la difesa aerea a bassa quota dotati di sistemi per la guerra elettronica, missili spalleggiabili e armi automatiche di calibro 7,62/12,7/14,5/23 mm vengono posti da entrambi i contendenti a protezione delle batterie missilistiche antiaeree e delle batterie di artiglieria semovente o trainata.
Foto: Esercito Italiano, Telegram e Forze Armate Ucraine

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