I russi incrementano la produzione di missili Iskander e Kinzhal

La produzione russa di missili balistici Iskander e di missili ipersonici Kh-47M2 Kinzhal è aumentata in una percentuale compresa tra il 66,67% e l’88,89% nell’ultimo anno secondo i dati raccolti dall’intelligence militare ucraino (GUR) pubblicati ieri dal Kyiv Independent. La Russia produrrebbe attualmente secondo queste informazioni dai 60 ai 70 Iskander-M e dai 10 ai 15 Kinzhal ipersonici al mese.
Nel maggio del 2024 Mosca produceva 40 Iskander-M e nell’aprile dello stesso anno 4-5 Kinzhal al mese. I dati forniti dal GUR al Kyiv Independent mostrano che le scorte russe sono stimate oggi in “quasi 600 Iskander-M e oltre 100 Kinzhal”.
Alla fine del 2022, il capo dell’intelligence militare Kyrylo Budanov ha affermato che la Russia aveva quasi esaurito i missili balistici Iskander. Entro dicembre 2024, il portavoce del GUR Andriy Yusov aveva evidenziato che la Russia aveva aumentato la produzione a un numero compreso tra 40 e 50 missili Iskander al mese.
I dati forniti dal GUR allarmano l’Ucraina e l’Occidente anche perché evidenziano che la produzione russa di missili balistici supera oggi la produzione totale di missili PAC-3 MSE per i sistemi di difesa aerea Patriot, che Lockheed Martin spera di aumentare fino a 650 all’anno entro il 2027 e certo non tutte queste armi sarebbero destinate all’Ucraina.
Come sottolinea il rapporto dell’intelligence ucraina, altri sistemi occidentali come il SAMP/T e l’IRIS-T non si sono dimostrati efficaci contro i missili balistici.
Il GUR ha inoltre stimato che la Russia abbia una scorta di 60 KN-23 nordcoreani, missili balistici a corto raggio simili agli Iskander-M, ma dotati di una testata esplosiva da una tonnellata, più potente dei loro equivalenti russi.
Il Kyiv Independent sottolinea che negli ultimi mesi gli attacchi balistici contro l’Ucraina sono diventati più letali, poiché le scorte di missili occidentali per la difesa aerea si sono assottigliate (nel caso dei sistemi Patriot, NASAMS e Hawk) o addirittura esaurite (come nel caso dei sistemi Crotale e dei missili Aster 30 per i sistemi SAMP/T, secondo quanto rivelato dal quotidiano francese Le Monde).
L’efficacia degli attacchi russi è da attribuire anche all’impossibilità di intercettare i troppo veloci Kinzhal e all’impiego della nuova versione M dei missili Iskander, più manovrabile e quindi difficile da intercettare, come ammesso anche dall’Aeronautica Ucraina.
Gli Iskander-M a propellente solido sono infatti in grado di colpire obiettivi a oltre 400 chilometri di distanza e di eludere le difese anti-missile grazie a una traiettoria variabile nella fase terminale del volo e all’impiego di esche e contromisure anti-missile.
Il colonnello Yuriy Ignat, a capo della comunicazione del Comando dell’Aeronautica Ucraina, ha riferito il 24 maggio che l’aggiornamento di questi missili russi rende meno efficaci i sistemi antiaerei ucraini, inclusi i Patriot.
Nei giorni scorsi il Kyiv Post aveva citato nuovamente l’inchiesta di The Insider dell’ottobre scorso in cui si riferiva che i russi utilizzano nei missili Kh-47M2 Kinzhal (dal costo stimato in 10 milioni di dollari ognuno) componenti importate da diversi paesi dell’Unione Europea triangolati in Russia.
L’incremento delle scorte e della produzione di missili russi e il cronico depauperamento delle difese aeree ucraine (che nessuna nazione NATO sembra in condizioni di compensare con nuove forniture immediate), accentua il rischio di una prossima intensificazione degli attacchi in profondità sul territorio ucraino mirati a distruggere installazioni militari e industriali.
Il 3 giugno il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, ha annunciato che la rappresaglia di Mosca per gli attacchi ucraini alle basi aeree dei bombardieri del 1° giugno sarà “inevitabile”.
Occorre infine chiedersi per quale ragione il GUR ucraino fornisca dati c0sì sensibili e così allarmanti al Kyiv Independent, come quasi tutti i media ucraini finanziato dagli Stati Uniti durante l’amministrazione Biden. Possibile che l’intelligence ucraina volesse lanciare l’allarme per incentivare gli alleati a fornire armi per la difesa area e soprattutto antimissile anche se è evidente che si tratta di uno sforzo inutile.
Le scorte di armi da difesa aerea si sono quasi dimezzate in molte nazioni NATO (in alcune quasi del tutto azzerate) per rifornire l’Ucraina: nessuno ha più nulla da offrire a Kiev se non commesse per nuove costruzioni che saranno però disponibili solo tra 12/18 messi.
Un’altra ipotesi è che il GUR, guidato dal generale Kyrylo Budanov, intenda con questi numeri mostrare l’assurda inutilità di continuare un conflitto di cui l’Ucraina non sembra avere nessuna possibilità di rovesciarne le sorti a suo favore. Del resto lo stesso Budanov aveva valutato che oltre la fine di giugno la resistenza ucraina possa collassare con il rischio di disgregazione della nazione.
Immagini: Kyiv Independent e Ministero Difesa Russo
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Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.