La Polonia guarda ai sottomarini U212 NFS di Fincantieri

Nel corso della conference call sui risultati del primo trimestre 2025, l’amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, ha risposto a una domanda degli analisti sulle potenzialità export del progetto U212 NFS (Near Future Submarine) relativo a sottomarini di ultima generazione con un significativo contenuto tecnologico italiano, sviluppati ed in costruzione da parte di Fincantieri per la Marina Militare. Folgiero ha sottolineato come il programma sia attualmente oggetto di campagne promozionali in Polonia, Grecia, Indonesia e Filippine, – in quest’ultimo caso è stato firmato un accordo di collaborazione con la società tedesca TKMS -, oltre a riferimenti più generici al Medio Oriente.
Qualche giorno dopo, durante l’evento dedicato agli investitori ed analisti raccolti a Milano per la presentazione del nuovo polo underwater di Fincantieri, Folgiero è ritornato sul tema, evidenziando come l’U212 NFS proietti il gruppo cantieristico tra i pochi al mondo capaci di progettare e costruire sottomarini di ultima generazione. Il primo successo commerciale all’estero, ha sottolineato, potrebbe arrivare già nel 2026.
Il programma U212 NFS per la Marina Militare riguarda la progettazione, costruzione e supporto in servizio di quattro nuovi battelli basati su un’evoluzione nazionale della piattaforma U212A, già in servizio con le Marine tedesca ed italiana.
I nuovi battelli sono dotati di sistema propulsivo indipendente dall’aria (AIP, Air Independent Propulsion) e batterie al litio, sviluppate e prodotte insieme a FAAM/FIB e la joint-venture Power4Future, costituita fra Fincantieri SI e Faist Electronics. Fincantieri in qualità di prime contractor e design authority, guida il programma che vede una forte partecipazione dell’industria nazionale.
Mentre Fincantieri sviluppa e fornisce il sistema di gestione della piattaforma, il gruppo Leonardo cura lo sviluppo e la fornitura del sistema di comando e controllo (CMS, Command Management System) e comunicazioni nonchè gestione dell’armamento, oltre all’integrazione del sistema di combattimento, il tutto “cyber resiliente”, in collaborazione con Fincantieri.
Al programma partecipano altre realtà industriali nazionali di primo piano, fra cui ELT Group (Elettronica) per i sistemi di sorveglianza elettronica, Avio Aero per la sistemistica di piattaforma, L3Harris Calzoni per la suite dei mast e relativi sollevamenti, nonché un’ampia filiera di altre aziende italiane.
Unitamente alla fornitura di tutti e quattro i battelli nonché il relativo supporto in servizio e logistico, Fincantieri ha ricevuto dall’agenzia OCCAR responsabile della gestione del programma U212 NFS per l’Italia, i contratti per la fornitura di nuovo centro d’addestramento inclusivo di nuovi simulatori per un valore complessivo del pacchetto totale di circa 2,7 miliardi di euro. Il primo battello sarà consegnato nel 2029 mentre i successivi seguiranno entro il 2032.
L’export e programmi internazionali
Sebbene la piattaforma capoclasse per la Marina Militare sia ancora in costruzione, Fincantieri ha già avviato una campagna commerciale sul mercato internazionale, riscuotendo il concreto interesse di diverse importanti Marine.
Il progetto basato sull’esperienza e l’operatività dell’attuale piattaforma U212A con oltre 150.000 ore di moto accumulate, integra significativi avanzamenti tecnologici per il sottomarino NFS, abbracciando le nuove tecnologie emergenti e gli odierni profili di missione. In particolare, l’uso di batterie al litio caratterizza l’U212 NFS quale primaria piattaforma europea in produzione equipaggiata con questa tecnologia, elevando il battello a riferimento in considerazione della maturità e concretezza delle innovative tecnologie ivi concentrate.
Il programma polacco “Orka”
Secondo fonti raccolte da Analisi Difesa, la Polonia potrebbe essere la prima nazione a selezionare l’U212 NFS nel 2025, con possibile contratto nel 2026. Varsavia è impegnata nel programma “Orka”, che prevede l’acquisizione di due sottomarini di ultima generazione, più uno in opzione. L’acquisizione rappresenta un’alta priorità in quanto la Marina Polacca dispone attualmente di un singolo battello operativo (Orzel) della classe Kilo, in servizio dal 1986 e considerato obsoleto perché equipaggiato con sistemi non più all’altezza degli odierni scenari operativi.
Alla consultazione preliminare di mercato del 2023 indetta dall’Agenzia polacca per gli Armamenti, hanno partecipato 11 soggetti, con le proposte di Italia, Germania e Svezia, che hanno ottenuto il punteggio più alto ed avrebbero presentato il pacchetto più interessante, ma secondo quanto dichiarato recentemente, i dialoghi restano aperti anche con gli altri offerenti.
La soluzione vincente dovrà soddisfare non soltanto requisiti tecnico-operativo, ma, secondo quanto risulta ad AD, sarebbero determinati anche i rapporti con la Nazione prescelta, in particolare tra le Marine e tra i Ministeri della Difesa, e la partecipazione dell’industria polacca nel programma.
La proposta italiana – tra quelle preselezionate – è stata formalmente presentata a febbraio 2025 presso lo stabilimento Fincantieri di Muggiano, durante l’incontro bilaterale militare-industriale tra il Segretario di Stato alla Difesa Polacco Paweł Bejda e il Sottosegretario di Stato alla Difesa, Matteo Perego di Cremnago.
Fra i temi principali trattati anche le prospettive di sviluppo negli anni avvenire della cooperazione fra i due Paesi, in particolare quella tra le industrie della Difesa a livello europeo ed il rafforzamento della stessa.
L’iniziativa ha incluso anche una visita al cantiere /nella foto sotto) e alla linea di produzione dell’U212 NFS, con tre scafi già in costruzione, dando la possibilità alle istituzioni polacche di comprendere meglio le capacità e il know-how costruttivo di Fincantieri.
Dando notizia dell’evento, Il Ministero della Difesa polacco ha evidenziato come durante la visita, “la parte italiana ha presentato la propria offerta nell’ambito del programma Orka, che prevede l’acquisizione di nuovi sottomarini per la Marina Polacca.”
Secondo quanto riportato, “la Difesa italiana ha proposto le unità attualmente in produzione, sottolineandone la modernità e l’interoperabilità con i sistemi NATO.” Con il medesimo comunicato è stato inoltre evidenziato che “la Polonia sta valutando diverse opzioni a questo proposito e l’offerta italiana si inserisce nel più ampio contesto della modernizzazione delle Forze Armate, del rafforzamento del potenziale industriale nazionale e della cooperazione con i principali partner europei.”
Secondo fonti di AD, la proposta italiana sarebbe stata anche oggetto di dialogo durante un successivo incontro fra gli stessi esponenti dei due Governi a Varsavia il 6 maggio scorso, in occasione della visita e partecipazione del Sottosegretario di Stato alla Difesa, Matteo Perego di Cremnago, alla Defence24 Days, importante conferenza sulla sicurezza e la difesa per l’Europa centro-orientale.
Non sono noti nel dettaglio i contenuti della proposta italiana, ma secondo quanto risulta ad AD, essa sarebbe stata strutturata per rispondere rapidamente alle esigenze operative più urgenti della Difesa polacca, offrendo una soluzione ponte in tempi rapidi, in attesa della disponibilità dei nuovi battelli.
La proposta includerebbe infatti il trasferimento – entro un anno dalla firma dell’accordo – di un sottomarino attualmente in servizio presso la Marina Militare italiana. Non è stato chiarito se si tratti di una piattaforma classe Sauro (verosimilmente un’unità della IV serie ammodernata) o di un U212A, ma l’obiettivo sarebbe fornire alla Marina polacca un valido gap-filler nel più breve tempo possibile, compatibilmente con eventuali aggiornamenti e con i tempi necessari all’addestramento degli equipaggi.
Parallelamente, la soluzione definitiva si articolerebbe nella fornitura di battelli U212 NFS, con tempistiche calibrate sulle necessità espresse da Varsavia. Sempre secondo le informazioni disponibili, si sarebbe discusso della possibilità di destinare alla Polonia uno dei battelli già in fase di produzione per la Marina Militare italiana, in linea con le richieste di fornitura polacche.
L’offerta italiana comprenderebbe inoltre un pacchetto completo di supporto: dalla familiarizzazione e addestramento iniziale del personale, alla messa in servizio, fino al supporto tecnico e logistico lungo l’intero ciclo di vita operativa dei battelli. In quest’ottica, è prevista anche la partecipazione diretta dell’industria polacca, con l’obiettivo di facilitare l’impiego autonomo delle nuove unità e costruire in patria una base industriale e manutentiva qualificata.
La Marina Militare italiana avrebbe un ruolo centrale nel processo, mettendo a disposizione competenze, infrastrutture e personale per accompagnare la transizione operativa della Marina polacca. Va ricordato, a tal proposito, che in passato personale polacco ha già svolto corsi in Italia.
La condivisione dello stesso assetto in uso alla Marina Militare italiana garantirebbe comunanza e interoperabilità anche relativamente al training e al supporto logistico, oltre a rappresentare una evidente opportunità di compressione dei tempi di consegna. Inoltre, a seguito della recente acquisizione, Fincantieri fornirebbe attraverso WASS un pacchetto di armamento incentrato sul siluro pesante Black Shark Advanced (BSA), con possibile integrazione di mine.
La proposta si inserirebbe in un contesto di cooperazione G2G (Government-to-Government) fra Italia e Polonia e rappresenterebbe un’opportunità strategica, con importanti ricadute industriali ed operative per entrambe le Difese. Un ricco pacchetto tecnologico che completa le avanzate capacità del nuovo battello prodotto da Fincantieri per la Marina Militare.
Inoltre, un ruolo chiave nella gestione del contratto potrebbe averlo OCCAR, che gestisce già il programma U212 NFS per la Difesa italiana, soprattutto in considerazione della crescente partecipazione della Polonia ai programmi OCCAR, come nel caso del progetto HYDEF, per una nuova soluzione di difesa europea contro minacce di nuova generazione, in primis quella ipersonica.
Un battello nato per le esigenze presenti e future
Secondo quanto riportato dalla consultazione preliminare di mercato condotta dalla Polonia, il nuovo sottomarino dovrà essere in grado di operare in immersione per lunghi periodi, avere performance in termini di velocità in linea con i più recenti requisiti operativi, autonomia operativa di almeno 30 giorni e capacità di operare a profondità superiori a 200 metri.
Dal punto di vista delle capacità del sistema di combattimento e dell’armamento, la piattaforma dovrà poter imbarcare e impiegare un armamento diversificato: siluri pesanti, missili antinave e capacità d’ingaggio di minacce terrestri a distanza di sicurezza con missili, minacce aeree con missili, inclusi elicotteri in volo, compreso quello stazionario e velivoli da pattugliamento marittimo, nonché mine marine.
Completano i requisiti le contromisure soft-kill ed hard-kill basate su siluri, la compatibilità con sistemi di soccorso – sia con che senza equipaggio -, la possibilità di trasporto e recupero di operatori delle “forze speciali” (SOF, Special Operation Forces) e di operare con veicoli subacquei a comando remoto (ROV) o autonomi (AUV). Il contratto comprenderebbe anche il supporto logistico e l’addestramento completo per equipaggi e manutentori.
Guardando a tali requisiti, occorre subito evidenziare che l’U212 NFS si presenta come una piattaforma perfettamente aderente al profilo richiesto. Evoluzione tecnologica del collaudato U212A, già progettato per le operazioni nel Mar Baltico ed in scenari internazionali, il nuovo sottomarino mantiene dimensioni contenute ed un’eccellente manovrabilità, soprattutto in fondali ridotti, ed è caratterizzato da una segnatura acustica, magnetica e termica estremamente ridotta, grazie nel secondo caso all’impiego di acciaio amagnetico, componenti e sistemi ad hoc.
La propulsione AIP particolarmente silenziosa, combinata con l’innovativa applicazione delle batterie al litio al settore delle piattaforme subacquee pilotate, garantiscono un’autonomia potenziata ed un’efficacia operativa maggiorata.
Le batterie al litio – vera novità per la cantieristica europea in ambito subacqueo – assicurano elevati standard di sicurezza, capacità di carica ed autonomia superiore nonché prospettive di miglioramento tecnologico future.
Caratterizzato da un approccio “cyber protetto da progetto” (cyber secure by design), unitamente al sistema di gestione della piattaforma fornito da Fincantieri, la suite di comando e controllo (Combat Management Stystem – CMS) di ultima generazione fornita da Leonardo (nella foto sotto) è basata su quello già installato sulle unità di superficie della Marina Militare, e gestisce una suite di sensori di varia natura anch’essi di ultima generazione.
Tra questi, la suite acustica, fornita dalla tedesca ELAC Sonar con cortina passiva trainata in fase di selezione ed acquisizione separata, la suite di mast a sollevamento elettrico non penetranti (ad eccezione del mast d’attacco) sviluppata da L3Harris Calzoni, che riduce al minimo l’uso degli impianti idraulici, del mast optronico e del periscopio penetrante sempre di L3Harris Calzoni, tutti dotati di sensoristica di ultima generazione.
In particolare, la suite per la sorveglianza elettronica e delle comunicazioni all’avanguardia è fornita da ELT Group (Elettronica), a cui s’aggiungono i sistemi per le comunicazioni (con opzione di installazione di un mast aggiuntivo) radio e satellitari e data link di varia natura.
Un pacchetto di sistema di combattimento che si abbina ad un siluro pesante come il Black Shark Advanced (BSA) prodotto da Fincantieri attraverso WASS – riconosciuto tra i migliori della categoria – e la predisposizione per la capacità di minamento occulto, attualmente in fase di implementazione da parte della Marina Militare unitamente a contromisure anti-siluro di ultima generazione sempre fornite da WASS.
L’NFS è, inoltre, predisposto per l’impiego di missili antinave e di deep strike, a seconda delle esigenze dell’utilizzatore: Marina Militare ha già espresso il requisito per la seconda tipologia di missile anche se, secondo fonti di AD, l’interesse polacco verso tale capacità, avrebbe perso centralità negli ultimi mesi.
Infine, l’NFS è compatibile con tutti i sistemi NATO di soccorso dell’equipaggio di sottomarini sinistrati e offre capacità di supporto alle Forze Speciali, grazie a specifiche dotazioni quali la garrita nella falsatorre e la possibilità di trasportare veicoli subacquei ad hoc, del tipo Swimmer Delivery Vehicles (SDV).
In questo ambito, secondo quanto appreso da AD, sarebbero state attenzionate le aziende italiane M23 e DRASS, la prima visitata ufficialmente dalla delegazione polacca che ha anche rilasciato un comunicato stampa a riguardo.
Non è dato sapere quale soluzione sia stata proposta dalle due aziende, ma è noto che DRASS offre sia il veicolo DS8 che la versione autonoma LUUV Ronda. Tra gli attori nazionali del settore figura anche Cabi Cattaneo, fornitore del COMSUBIN.
Nel suo complesso, la proposta italiana si inserisce in un quadro di cooperazione G2G, valorizzando l’eccellenza dell’industria nazionale e l’esperienza consolidata della Marina Militare, con l’ambizione di affermarsi in un mercato strategico e ad alta crescita come quello dell’underwater europeo.
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Luca PeruzziVedi tutti gli articoli
Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).