Trump impone il 5% alla Difesa anche a Corea e Giappone. Ma Seul e Tokyo dicono no

 

Recentemente, il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Pete Hegseth, in un’audizione al Comitato per i Servizi Armati del Senato, ha dichiarato che ora esiste un “nuovo standard per la spesa per la difesa degli alleati americani nel mondo, inclusi quelli in Asia.”

Il 19 giugno scorso, il Pentagono ha reso noto che anche gli alleati asiatici sono soggetti allo “standard globale” di spendere il 5% del PIL per la difesa. Lo stesso invito che il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha rivolto agli alleati europei. Il ministero della Difesa di Seul sostiene che la quota di spesa per la difesa della Corea del Sud è già “molto alta”, rispetto agli altri principali alleati degli Stati Uniti.

La spesa per la difesa della Corea si è attestata a 61,2 trilioni di won (44,6 miliardi di dollari) per quest’anno, pari al 2,32% del PIL. Secondo i dati del ministero, l’aumento è stato del 3,1% rispetto all’anno precedente. “Seul ha continuamente aumentato la spesa per la difesa in considerazione della grave situazione della sicurezza, come le minacce nucleari e missilistiche della Corea del Nord”.

Il ministero ha dichiarato che la Corea continuerà a impegnarsi per dotarsi delle capacità e della postura necessarie per la difesa della penisola coreana e per la pace e la stabilità regionale. Gli fa eco il ministero degli Esteri di Seul secondo cui: “il governo ha aumentato in modo appropriato la spesa per la difesa per rafforzare le capacità di difesa del Paese”.

Il Korea Times riporta che secondo i dati dell’Istituto internazionale per gli studi strategici, rispetto ad altri Paesi asiatici ed europei, la quota di spesa per la difesa della Corea rispetto al PIL sarà superiore all’1,8% del Giappone, al 2,21% della Gran Bretagna e all’1,44% della Germania (valori riferiti al 2023).

Per raggiungere la soglia del 5%, la Corea dovrebbe più che raddoppiare la spesa per la difesa, portandola a circa 132 mila miliardi di won.

La Corea del Sud resta comunque impegnata nel miglioramento della sua postura militare attraverso l’aumento del budget per la difesa, lo sviluppo di armi avanzate come il jet da combattimento KF-21  (nella foto sotto) e il rafforzamento delle sue capacità missilistiche.

In particolare, attraverso il DAPA (Defense Acquisition Program Administration), la Corea del Sud è proiettata a migliorare le capacità di difesa del paese, fornire equipaggiamenti militari e promuovere l’industria della difesa. Recentemente, proprio la stessa agenzia statale ha condotto con successo un test di separazione sicura su un missile guidato aria-superficie a lungo raggio in fase di sviluppo.

Secondo quanto dichiarato dall’agenzia, il test, il cui scopo è di verificare che il missile si stacchi dal velivolo senza comprometterne la sicurezza e le funzioni, si è svolto il 23 giugno scorso presso un’unità dell’Aeronautica sudcoreana.

La DAPA prevede di condurre vari test del missile utilizzando un aereo FA-50 di prova prima di testarlo su un prototipo KF-21 a partire dal 2027 e ha dichiarato che l’ultimo test ha segnato una tappa fondamentale del progetto e si aspetta che i missili guidati vengano esportati insieme al KF-21 per incrementare le esportazioni di armi.

Il Giappone ha annullato un incontro annuale ad alto livello con gli Stati Uniti, dopo che l’amministrazione Trump aveva chiesto a Tokyo di spendere di più per la difesa.

Il Segretario di Stato Marco Rubio e il Segretario alla Difesa Pete Hegseth avrebbero dovuto incontrare il Ministro degli Esteri Takeshi Iwaya e il Ministro della Difesa Gen Nakatani a Washington il 1° luglio per i colloqui annuali 2+2 sulla sicurezza.

Nel mese di marzo scorso, il primo ministro giapponese Ishiba aveva dichiarato che non sono altri Paesi a decidere il budget della difesa giapponese, dopo che Elbridge Colby, durante l’audizione per la nomina a sottosegretario alla Difesa, aveva chiesto a Tokyo di spendere di più per contrastare la Cina. Gli USA avrebbero chiesto al Giappone di aumentare la spesa per la difesa al 3,5% del prodotto interno lordo.

Trump ha ripetutamente lamentato che il trattato di sicurezza tra Stati Uniti e Giappone è ingiusto e unilaterale, una posizione che ha mantenuto dal suo primo mandato quadriennale iniziato nel 2017.

Attualmente, secondo il Japan Times, il governo giapponese starebbe procedendo con un piano per aumentare le spese per la sicurezza, comprese quelle per la difesa, dall’attuale livello di circa l’1,8% del PIL (70 miliardi di dollari) al 2% entro il 2027.

Con l’articolo 9 della Costituzione che rinuncia alla guerra, il Giappone ha da tempo limitato la spesa per la difesa a circa l’1% del PIL, pari a circa 5.000 miliardi di yen, ma il paese la sta aumentando in risposta alle sfide per la sicurezza, come la rapida crescita militare della Cina e lo sviluppo missilistico e nucleare della Corea del Nord.

Attualmente, il Giappone come altri alleati di Washington è impegnato in difficili negoziati commerciali con gli Stati Uniti a causa dell’offensiva tariffaria mondiale del presidente Trump.

Il 17 giugno, il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba (nella foto sopra) ha dichiarato che i dazi statunitensi stanno già colpendo pesantemente molte aziende giapponesi, tra cui i produttori di automobili, ma ha ribadito che non si affretterà a raggiungere un accordo con Washington a costo di compromettere gli interessi del suo paese.

Ma secondo alcune fonti stampa, la decisione giapponese di cancellare l’incontro del 1° luglio potrebbe essere legata anche alle elezioni della Camera alta del 20 luglio, importante banco di prova per il governo di minoranza di Ishiba.

Foto: Casa Bianca, KAI e Governo Giapponese

 

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Nato a Cassino nel 1961, militare in congedo, laureato in Scienze Organizzative e Gestionali. Si occupa di Country Analysis. Autore del Blog 38esimoparallelo.com, collabora con il Think Tank internazionale “Il Nodo di Gordio”. Alcuni suoi articoli sono stati pubblicati su “Il Giornale.it", “Affari Internazionali”, “Geopolitical Review”, “L’Opinione”, “Geopolitica.info”.

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