Trump offre l’F-47 al Giappone per “abbattere” il GCAP  

 

Il primo a parlarne è stato il giornale nipponico Asahi Shimbun e in seguito il tema è stato dibattuto soprattutto in Asia e negli Stati Uniti, meno in Europa.

Durante la telefonata di Donald Trump al primo ministro giapponese Shigeru Ishiba, il presidente statunitense ha invitato il 29 maggio il premier nipponico a valutare l’acquisizione del nuovo aereo da combattimento di 6a generazione F-47, il cui contratto di sviluppo è stato assegnato a Boeing nel marzo scorso e di cui Analisi Difesa si è occupata recentemente con un ampio articolo di Mirko Molteni.

Nei 45 minuti di conversazione Trump ha elogiato il velivolo e persino l’F-22 Raptor, che gli Stati Uniti non hanno mai venduto al Giappone nonostante le richieste di Tokyo. Secondo quanto riferisce Eurasian Times (giornale web indiano specializzato in Difesa e politica Internazionale), Trump ha chiesto a Ishiba se fosse interessato ad acquisire i nuovi aerei americani, aggiungendo che avrebbe ottenuto il “meglio” per il Giappone.

Trump si è espresso apertamente sull’esportazione di una versione ridotta (“del 10 per cento” delle capacità ha detto il presidente USA) dell’F-47 a nazioni alleate. Il Giappone ha già acquistato l’F-35 e sta attualmente valutando la possibilità di ampliare l’ordine di velivoli stealth di 5a generazione. Inoltre, Ishiba ha espresso interesse per l’acquisto di aerei da trasporto Boeing C-17 Globemaster III anche se il web-magazine statunitense The War Zone ha evidenziato che “con la linea di produzione chiusa, qualsiasi velivolo di questo tipo dovrebbe essere trasferito dall’USAF o da un’altra forza aerea che lo ha in dotazione”.

L’offerta di valutare l’F-47 sembra essere però mirata a insidiare l’intesa tra Giappone, Italia e Gran Bretagna che stanno già sviluppando il caccia di 6a generazione nell’ambito del “Global Combat Air Program” (GCAP), battezzato Tempest da Londra.  Del resto F-47 e GCAP sono, insieme al franco-tedesco-spagnolo Future Combat Air System (FCAS), gli unici velivoli da combattimento di 6a generazione occidentali in fase di sviluppo.

Considerati i ritardi del programma FCAS, gli Stati Uniti potrebbero avere tutto l’interesse a sabotare il GCAP sottraendo uno dei tre partner, il Giappone, forse anche per coinvolgerlo sul piano finanziario nello sviluppo dell’F-47.

Due elementi sembrano rendere credibile questa ipotesi: innanzitutto “abbattere” o ritardare il GCAP potrebbe lasciare al Boeing F-47 il primato di unico velivolo di 6a generazione occidentale. Inoltre il Giappone si è sempre rivolto agli Stati uniti per sviluppare prodotti militari avanzati. Meglio non dimenticare che nel 2011 furono le forti pressioni degli Stati Uniti a far tramontare l’interesse di Tokyo per l’Eurofighter Typhoon. Evidente oggi che la cooperazione industriale con Italia e Gran Bretagna costituisca per Washington e la sua industria della Difesa un pericoloso precedente in un mercato finora considerato una “riserva di caccia” americana.

Secondo Eurasia Times ad alimentare le speranze statunitensi di coinvolgere Tokyo nel programma F-47 contribuirebbe il timore del Giappone di ritardi nello sviluppo del GCAP.

“L’alleanza trilaterale GCAP aveva precedentemente dichiarato che il velivolo avrebbe effettuato il suo primo volo nel 2027 e sarebbe stato pronto per l’impiego entro il 2035, una tempistica ambiziosa. Tuttavia, secondo un report di Reuters del 30 maggio, in Giappone sta crescendo l’apprensione riguardo al raggiungimento di tale traguardo” si legge sul giornale indiano.

“Citando due fonti, il rapporto di Reuters afferma che la mancanza di urgenza da parte di Gran Bretagna e Italia sta causando ritardi nel programma congiunto GCAP e ne sposterà l’entrata in servizio dopo il 2040. Sebbene il gruppo tri-nazionale non abbia rilasciato una dichiarazione ufficiale in merito, un alto funzionario britannico del team GCAP avrebbe osservato che il Tempest sostituirà l’Eurofighter Typhoon nella Royal Air Force (RAF) negli anni intorno al 2040″.

Secondo le fonti di Reuters l’acquisto di aerei americani favorirebbe anche il negoziato tra Tokyo e Washington sui dazi commerciali, tenuto conto che nel 2019 Trump elogiò l’allora primo ministro Shinzo Abe che ordinò altri 105 F-35 in aggiunta ai 42 già commissionati.

Si tratta di 105 F-35A a decollo e atterraggio convenzionali e 42 F-35B a decollo corto e atterraggio verticale (STOVL) imbarcati sulle due portaelicotteri giapponesi di classe Izumo, modificate appositamente.

Attualmente, segnala The War Zone, “il Giappone ha ricevuto 43 F-35A, mentre la consegna di 6 F-35B è stata ritardata. Nel complesso, i ritardi nelle consegne degli F-35, legati all’introduzione di aggiornamenti critici, hanno avuto un impatto significativo sulla tempistica del programma.

La seconda opzione è quella di aggiornare gli attuali caccia di quarta generazione giapponesi. Questi comprendono circa 85 Mitsubishi F-2 e circa 200 F-15J. Di questi ultimi,  68 sono già stati destinati a un aggiornamento che li porterà allo standard F-15JSI (Japan Super Interceptor), con l’aggiunta di nuovi radar, sistemi di guerra elettronica, armi e forse altro ancora.

L’aggiornamento degli F-2 rappresenterebbe una novità, ma contribuirebbe a garantire la capacità di combattimento aereo fino all’arrivo del GCAP”.

Tuttavia, sottolinea ancora The War Zione, “se il Giappone acquistasse più F-35, ciò potrebbe minacciare il futuro del suo coinvolgimento nel GCAP e, se i giapponesi dovessero abbandonare il programma, è tutt’altro che certo che Italia e Regno Unito sarebbero in grado di proseguire da soli.

Anche con la partecipazione giapponese, permangono dubbi sulla fattibilità del GCAP, non da ultimo a causa dell’enorme pressione sul bilancio della difesa del Regno Unito con vari altri programmi di grande portata in competizione per i finanziamenti. A condizione che l’offerta provvisoria di Trump per gli F-47 al Giappone venga confermata, ciò offrirebbe al Giappone un’altra possibilità per acquisire un caccia di 6a generazione, con tempistiche simili o potenzialmente più favorevoli rispetto al GCAP.”

Il report di Reuters ha però ricordato che il Ministero della Difesa giapponese ha affermato che l’obiettivo di disporre del GCAP per il 2035 è rimasto invariato e di non essere a conoscenza di un piano per effettuare ulteriori ordini di F-35. Un portavoce del Ministero della Difesa britannico ha dichiarato che “Regno Unito, Italia e Giappone sono concentrati sulla consegna di un aereo da combattimento di nuova generazione entro il 2035 e stiamo facendo notevoli progressi”. Reuters segnalò inoltre che il Ministero della Difesa italiano non ha risposto a una richiesta di commento.

Se il GCAP dovesse subire un ritardo, il Giappone dovrà pianificare rapidamente per assicurarsi di avere un numero sufficiente di caccia per contrastare gli aerei russi e cinesi che testano frequentemente le sue difese aeree. Ciò potrebbe comportare l’acquisto di ulteriori F-35 e l’ammodernamento degli F-2 esistenti per colmare il divario nella difesa aerea. Il rapporto Reuters ha sottolineato che Ishiba potrebbe prendere in considerazione l’acquisto di ulteriori Lockheed Martin F-35 da circa 100 milioni di dollari ciascuno come leva nei negoziati tariffari con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

“Mentre appare improbabile che il GCAP divenga operativo entro il 2035, la Cina sta accelerando i test dei suoi due prototipi di caccia di sesta generazione, il J-36 e il J-50. Se la Cina introducesse un caccia di sesta generazione entro il 2030, il divario di capacità con il Giappone si amplierebbe ulteriormente”, sottolinea Eurasian Times attribuendo a questa valutazione l’offerta di Trump per l’F-47.

Secondo un’infografica recentemente pubblicata su X dal capo dell’Aeronautica Militare statunitense, il generale David Allvin, si prevede che l’F-47 effettui il primo volo nel 2029, data che se anche venisse rispettata non significherebbe che il velivolo diverrebbe operativo in pochi anni.

Le ragioni strategiche per cui il Giappone coopera con Italia e Gran Bretagna nel GCAP riguardano evidentemente il desiderio di Tokyo di una maggiore autonomia dagli Stati Uniti, che continuano però ad offrire le garanzie per la sua sicurezza strategica non solo con l’ombrello nucleare ma anche con la presenza sul suolo nipponico di 55mila militari statunitensi.

Su EurAsian Times, il diplomatico indiano Gurjit Singh ha scritto che gli Stati Uniti non hanno coinvolto il Giappone nel programma Next-Generation Air Dominance (NGAD) da cui è nato l’F-47 “perché gli americani credono che qualsiasi cosa sviluppino sarà poi acquistata dal Giappone”.

Il giornale indiano ricorda che “l’USAF ha presentato l’F-47 come una piattaforma cruciale per contrastare un avversario avanzato come la Cina. Sono proprio le capacità all’avanguardia e senza pari promesse, nonché l’accelerazione nello sviluppo dell’F-47, che potrebbero minacciare il GCAP.

Tuttavia, con il comportamento instabile di Donald Trump e la sua politica estera in continua evoluzione, l’acquisto potrebbe rappresentare un azzardo”.

Per contro, lo statunitense The War Zone fa notare che “per il Giappone, o qualsiasi altro potenziale cliente export, il problema principale sarà probabilmente il costo, previsto per l’F-47 in almeno il doppio di un F-35, ovvero tra i 180 e i 200 milioni di dollari, in base alle informazioni disponibili al pubblico”.

D’altra parte, un F-47 “leggermente declassato, che dovrebbe anche essere notevolmente più economico, potrebbe rappresentare un’opzione molto interessante per il Giappone, in alternativa al GCAP. Darebbe al Giappone la possibilità di utilizzare il miglior caccia americano, cosa che non gli è mai stata permessa con l’F-22.

Permetterebbe inoltre alla Japan Air Self Defence Force (JASDF, l’aeronautica nipponica – NdR) di integrarsi più perfettamente con le sue controparti statunitensi, il che è ancora più importante che per gli alleati europei. Inoltre, potrebbe aprire le porte ad altre opportunità di esportazione, in particolare con l’Australia, che sta collaborando sempre più con Stati Uniti e Giappone.

Per l’USAF le vendite all’estero di F-47 aumenterebbero i numeri di produzione e potrebbero ridurre i costi unitari, oltre a rendere meno onerosa la manutenzione”.

Lo stesso web-magazine sottolinea anche i vantaggi del GCAP per il Giappone. “Con Mitsubishi Heavy Industries (MHI) che detiene una partecipazione importante nel GCAP, il Giappone avrà il controllo sovrano del velivolo una volta consegnato, il che significa, ad esempio, che potrà adattarlo o aggiornarlo senza l’approvazione degli Stati Uniti. Tokyo trarrebbe inoltre vantaggio dalla partnership industriale di MHI nel GCAP, con ricavi derivanti da ogni vendita”.

Sviluppi nella vicenda potrebbero emergere dall’incontro tra Trump e Ishiba al prossimo vertice del G7 in Canada (15-17 giugno), dove le discussioni bilaterali su commercio e sicurezza potrebbero chiarire ulteriormente le priorità militari del Giappone, come ha evidenziato Asia Times (giornale di proprietà della società Asia Times Holdings Limited di Hong Kong) sottolineando che “la proposta di Trump per l’F-47 sottolinea il dilemma del Giappone: investire in un jet ad alta tecnologia, dipendente dall’alleanza con gli USA, che rischia di erodere la sua autonomia strategica, o aspettare che le capacità sovrane arrivino troppo tardi”.

Foto: Casa Bianca, USAF, GCAP/Leonardo

 

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