Il difficile aumento della produzione degli aerei da trasporto Ilyushin Il-76MD-90A

 

L’industria aeronautica russa si trova di fronte a un’articolata problematica che vede contrapposte le esigenze di rifornimento delle proprie Forze Aerospaziali (impegnate dal 2022 nell’intenso conflitto in Ucraina) e l’ambizione di consolidare la presenza sui mercati internazionali.

Questa tensione è particolarmente evidente nel settore degli aerei da trasporto militare, come dimostrano le recenti dichiarazioni e le dinamiche produttive.

Tradizionalmente, la consegna di velivoli complessi come il moderno Ilyushin Il-76MD-90A al Ministero della Difesa russo ha proceduto a ritmi lenti, un aspetto che ha spesso sollevato interrogativi sulla reale capacità produttiva e di modernizzazione del settore. Tuttavia, le recenti dichiarazioni del capo del Ministero dell’Industria e del Commercio russo, Anton Alikhanov, suggeriscono un ambizioso piano di rilancio.

Si prevede infatti un investimento di oltre 46 miliardi di rubli per aumentare significativamente il volume di produzione dell’Il-76. In una prima fase, 26 miliardi di rubli dovrebbero quasi raddoppiare l’output di Aviastar, seguiti da ulteriori 20-21 miliardi per raggiungere una capacità di 18 unità all’anno. Questo piano, se attuato, rappresenterebbe un notevole balzo in avanti rispetto ai ritmi passati.

Parallelamente a questi sforzi per incrementare la produzione interna, emerge un crescente interesse internazionale per l’Il-76MD-90A.

Dopo le presentazioni di successo a Dubai e in Arabia Saudita, Alikhanov ha rivelato un “grande interesse” da parte dei paesi del Golfo Persico, del Medio Oriente e dell’Asia orientale.

L’attrattiva del velivolo deriva dalla sua profonda modernizzazione rispetto all’originale Il-76 (un noto best seller presente in numerose Forze Aeree) ma dotato di nuovi motori, avionica aggiornata e miglioramenti strutturali ad ala e telaio, rendendolo di fatto un “nuovo velivolo”.

La questione cruciale, quindi, è come l’industria russa possa conciliare le proprie esigenze interne, storicamente rallentate, con la potenziale domanda estera.

Un precedente degno di nota è offerto dalla produzione del caccia di quinta generazione Sukhoi Su-57.

In quel caso, l’aumento del tasso di produzione a 12 velivoli all’anno a partire dal 2023 ha consentito di iniziare a soddisfare i contratti di esportazione – come dimostrato dalla prima vendita di un lotto di 12 esemplari all’Aeronautica Algerina – ma senza compromettere il volume delle consegne per le proprie Forze Aerospaziali.

Sebbene i dati precisi sulle consegne interne del Su-57 non siano divulgati dal 2022 e il numero stimato di velivoli in servizio (circa 30) sia relativamente contenuto, tale esperienza suggerisce che, con un adeguato incremento delle capacità produttive, sia possibile gestire entrambi i fronti.

Per l’Il-76MD-90A la posta in gioco è maggiore data la necessità di superare i ritardi cronici che hanno caratterizzato finora le consegne interne.

Un eventuale ordine estero, pur rappresentando un’importante fonte di valuta pregiata e un consolidamento della posizione geopolitica russa, metterebbe inevitabilmente sotto ulteriore pressione un sistema produttivo che fatica già a soddisfare la domanda domestica.

Il successo di questa strategia dipenderà criticamente dalla reale capacità della Aviastar-SP di raggiungere i volumi di produzione previsti e di mantenere elevati standard qualitativi.

Se gli investimenti annunciati si tradurranno in un’efficace espansione della capacità, l’industria russa potrebbe replicare il modello del Su-57 dove l’aumento della produzione ha permesso di sbloccare anche le esportazioni. In caso contrario, l’emergere di nuovi ordini esteri rischierebbe di esacerbare i ritardi per le Forze Armate russe; ad oggi, infatti, appare evidente che la priorità delle esigenze interne abbia finora prevalso su qualsivoglia richiesta straniera, mettendo in luce un dilemma strategico tra le urgenze interne e le opportunità economiche e diplomatiche globali.

Foto UAC

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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