Il labirinto del decisore

La sicurezza intesa come sopravvivenza è il prerequisito necessario per uno Stato che non voglia scomparire; non è uno scopo come gli altri, ma uno scopo-vincolo che deriva dalla natura anarchica del sistema e dalle costrizioni che esso impone alle singole unità componenti.
Basterebbe questa sorta di incipit per intuire la complessità dei rapporti “intersoggettivi” che si determinano in sede internazionale. Una difficoltà, questa, che non coglie di sorpresa neppure il neofita e altrettanto non sorprende la communis opinio nel riscontrare che, proprio nel merito, il diritto cosmopolitico kantiano risulta ad oggi (irrimediabilmente?) sopraffatto dalle varie declinazioni di quella ragion di Stato che già Machiavelli e Botero, ma non solo loro, ci spiegarono durante i cosiddetti tempi risalenti.
È nell’ambito di tale disputa che si sofferma questo libro, per constatare che le scelte politiche e giuridiche degli Stati che appartengono alla comunità internazionale, risultano ancora ispirate all’antico principio del superiorem non recognoscens, il quale anche in materia di armamenti legittima, completandolo, il cosiddetto potere sovrano indipendente.
Il groviglio terminologico che offre il lessico contemporaneo riguardo agli “strumenti” di minaccia, di vulnerabilità e di contromisura, aggiorna il concetto di sovranità estendendolo alla tecnologia militare e non solo. Il fattore della eccellenza tecnologica, ad esempio, che riguardi lo Stato o un’azienda di tale sovranità ne rappresenta una importante porzione. E a qualificare e confermare sovrana questa condizione è la stessa volontà dello Stato, quando capisce che anche da lì passa la sua sicurezza posta a presidio dell’antico principio.
In virtù di tale considerazione il libro estende l’orizzonte alla fattispecie produttiva e commerciale dei prodotti industriali a sofisticata tecnologia militare; affronta ciò che su questi temi la volontà dello Stato sovrano ha deciso nell’ambito dell’incontro con la volontà dei suoi pari; descrive la geografia giuridica e come e con quale lealtà la produzione del suo diritto positivo vi abbia trovato espressione nella versione sovranazionale e nel groviglio dei singoli ordinamenti statali.
Anche se limitato al campo occidentale questo libro, sbirciando ora in alcune fonti internazionali ed europee ora negli ordinamenti di alcuni Stati membri a “Civil Law”, ha svolto una breve analisi dei principali perimetri operativi che si occupano di fabbricazione e commercializzazione di prodotti militari. Perimetri operativi praticati da molti ma forse sufficientemente approfonditi da pochi.
Giovanni Pagani – Nato a Lucca nel 1955, laureato in Scienze Politiche con specializzazione Internazionale. Ha conseguito certificazioni presso l’Università di Genova e l’Istituto di Chimica degli esplosivi della MMI (“Master in Sicurezza degli esplosivi”), presso l’Università di Bergamo (“Master in Security Management”), presso l’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica di Milano, presso lo Stato Maggiore della Difesa (CIFIGE). Le sue esperienze professionali lo hanno portato a operare presso le aziende Oto Melara, Alenia Marconi Systems e MBDA. E’ esperto di sicurezza nei trasporti di materiale bellico e esperto qualificato in ambito AIAD (Associazione Industrie Aerospazio e Difesa) nei settori del Trasporto di Merci pericolose. Collabora da diversi anni con Analisi Difesa.
Giovanni Pagani
Il labirinto del decisore
Formato 15 x 2.31 x 23 cm
Pagine 364
Prezzo Euro 20.90
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