In Ucraina si moltiplicano i segnali di cedimento. Gaiani a “Il Contesto”

Lo scorso 15 luglio, la Verkhovna Rada ha votato a maggioranza pressoché assoluta il rinnovo per la sedicesima volta della legge marziale, prorogata fino al prossimo 5 novembre. Si estende così, per altri quattro mesi, il periodo di mobilitazione generale, in un contesto che vede le forze armate ucraine accusare crescenti difficoltà a contenere gli attacchi missilistici e gli avanzamenti territoriali russi, oltre che a rimpiazzare le perdite subite.
E mentre la situazione sul campo di battaglia precipita, in particolare nelle aree di Pokrovsk e Kupyansk, si registra un brusco raffreddamento delle relazioni tra il presidente Zelensky e i suoi sponsor occidentali, che minacciano di tagliare i fondi qualora il governo non stronchi la piaga rappresentata dalla corruzione dilagante.
Basandosi sulle confidenze rese dalle solite fonti di alto livello all’interno della comunità militare e di intelligence statunitense, Seymour Hersh sostiene che all’interno dell’amministrazione Trump sarebbe maturata l’idea di scaricare Zelensky e sostituirlo con una figura maggiormente “affidabile”, come l’ex Capo di Stato Maggiore e attuale ambasciatore ucraino a Londra Valerij Zalužny.
Sullo sfondo, l’Unione Europea esce a pezzi dai negoziati con Cina e Stati Uniti incentrati sul tema dei dazi. Ne parliamo assieme a Gianandrea Gaiani, giornalista, saggista e direttore della rivista «Analisi Difesa».
L’intervista è stata realizzata la mattina del 28 luglio.
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