Nuovo record di ordigni russi sull’Ucraina. Altri Patriot per Kiev?

 

Le forze russe hanno lanciato nella notte tra l’8 e il 9 luglio il più’ massiccio attacco in profondità con missili e droni contro l’Ucraina (nella mappa qui sotto) dall’inizio del conflitto, colpendo in particolare la parte occidentale del Paese dove si concentrano i depositi che raccolgono i flussi si armi occidentali che entrano in Ucraina dalla Polonia e molti stabilimenti dell’industria della Difesa.

L’area intorno a Lutsk, nell’estremo ovest dell’Ucraina, è stata colpita dal più pesante attacco dall’inizio della guerra. L’Aeronautica Ucraina, responsabile della difesa aerea ha riferito che decine di droni d’attacco e missili balistici russi hanno preso di mira le regioni più occidentali dell’Ucraina, Lutsk, Leopoli, Khmelnytskyi e Ternopil, oltre a obiettivi nella zona di Kiev.

Secondo le forze armate di Kiev i russi hanno impiegato 728 droni d’attacco e esche tipo Shahed/Geran-2 oltre a 7 missili da crociera Iskander-K e 6 missili ipersonici Kinzhal.

Gli ucraini sostengono di aver abbattuto 296 droni e tutti e i 7 Iskander specificando che 415 dei droni russi sono stati messi fuori uso grazie a sistemi di disturbo elettronico.

L’attacco russo è il più massiccio della guerra per numero complessivo di ordigni impiegati ma non certo per il numero di missili impiegati, appena 13 tra Iskander e Kinzhal, questi ultimi destinati a obiettivi particolarmente paganti.

Il ministero della Difesa russo ha lamentato attacchi di droni ucraini sul territorio della Federazione riferendo la distruzione di 91 droni ucraini:

20 sul territorio della regione di Belgorod,
14 sul territorio della regione di Kursk,
9 sul territorio della regione di Lipetsk,
8 sul territorio della regione di Bryansk,
8 sul territorio della regione di Mosca,
8 sul territorio della regione di Voronezh,
7 sulle acque del Mar Nero,
3 droni ciascuno – sui territori delle regioni di Novgorod, Tver, Tambov e Leningrado,
2 sul territorio della regione di Orël
1 ciascuno sui territori della regione di Vladimir, del Territorio di Krasnodar e della Repubblica di Crimea.

Come sempre i dati forniti dai belligeranti non sono verificabili.

Circa le difese aeree ucraine, negli Stati Uniti continua il dibattito sulla rinuncia o meno del Pentagono a fornire altri Patriot a Kiev.

Del tema Analisi Difesa se ne è occupata proprio ieri ma dalle ultime rivelazioni emerge che il Segretario alla Difesa americano, Pete Hegseth, non avrebbe informato la Casa Bianca prima di autorizzare la sospensione delle spedizioni di armi all’Ucraina la scorsa settimana.

Lo hanno riferito cinque fonti a conoscenza dei fatti alla CNN. Il presidente Donald Trump ieri ha lasciato intendere di non essere responsabile della decisione e alla domanda se approvasse la sospensione, Trump ha esitato, limitandosi a dire che gli Stati Uniti avrebbero continuato a inviare armi difensive all’Ucraina. Incalzato nuovamente su chi avesse autorizzato lo stop all’invio di armi, Trump ha risposto: “Non lo so, perché non me lo dite?”. Secondo la CNN è la seconda volta che Hegseth frena sull’invio di armi statunitensi verso l’Ucraina, cogliendo di sorpresa alti funzionari della sicurezza nazionale, secondo quanto riferito da alcune fonti.

La prima volta è accaduto a febbraio e la decisione è stata rapidamente revocata, hanno riferito tre fonti. Secondo un alto funzionario dell’amministrazione e due fonti, anche l’inviato speciale degli Stati Uniti in Ucraina, il generale in pensione Keith Kellogg, e il segretario di Stato Marco Rubio, che è anche consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, non erano stati informati in anticipo dello stop e ne sono venuti a conoscenza tramite resoconti stampa.

Il portavoce del Pentagono, Kingsley Wilson, ha dichiarato alla CNN che “il Segretario Hegseth ha fornito al Presidente un quadro per valutare le spedizioni di aiuti militari e le scorte esistenti. Questo sforzo è stato coordinato a livello governativo”, respingendo di fatto le accuse di iniziativa unilaterale.

I media statunitensi, quasi tutti filo-democratici, hanno certo interesse a mettere in evidenza crepe e spaccature nell’Amministrazione Trump ma l’ipotesi che Hegseth possa avere assunto una simile decisione da solo non appare credibile.

Più probabile che Trump, pressato anche da una parte del Partito Repubblicano per il sostegno a Kiev, lascia a Hegseth il ruolo di capro espiatorio mentre la Casa Bianca fa sapere a media di essere pronto a inviare altri missili Patriot in Ucraina. Dieci missili, scriveva iri Axios, un sistema Patriot completo, scrive oggi il Wall Street Journal.

Secondo le fonti, la Casa Bianca avrebbe chiesto al Pentagono di “presentare opzioni” per inviare nuove armi a Kiev, incluso un possibile sistema Patriot. Le autorità di Washington starebbero anche cercando di capire se altri Paesi siano nella posizione di potere inviare altri sistemi all’Ucraina.

Nuove armi richiederebbero però molti mesi per venire prodotte e consegnate a Kiev. L’Unione Europea sta valutando l’istituzione di un fondo da 100 miliardi di euro per sostenere l’Ucraina, dato che la guerra con la Russia non accenna a finire. Lo ha riferito Bloomberg citando fonti vicine al dossier.

L’importo potrebbe essere incluso nella proposta per il prossimo Bilancio Ue settennale, che dovrebbe essere presentato entro la fine del mese. Se approvato dagli Stati, il finanziamento inizierebbe a essere erogato nel 2028.  L’Ue ha fornito quasi 160 miliardi a sostegno dell’Ucraina dall’inizio dell’invasione, considerando anche un fondo da 50 miliardi di euro che estende sovvenzioni e prestiti fino al 2027. Insieme al G7, l’Ue ha anche istituito uno strumento basato su prestiti di 50 miliardi di dollari per Kiev, che utilizza i proventi generati dalle attività immobilizzate della banca centrale russa.

Il nuovo accordo di finanziamento seguirebbe il modello esistente, in cui la Commissione europea fornisce aiuti all’Ucraina tramite sovvenzioni e prestiti a basso costo.

La maggior parte degli esborsi è stata collegata alle riforme che il governo ucraino deve attuare per diventare membro dell’Ue. L’idea è in fase di valutazione insieme ad altre opzioni e sarà discussa prima della pubblicazione dei dettagli del prossimo Quadro Finanziario Pluriennale.

La Commissione ha stimato che il fabbisogno finanziario dell’Ucraina dovrebbe essere coperto fino all’inizio del 2027 e che un aumento di 8,4 miliardi di dollari nella spesa per la difesa di quest’anno dovrebbe essere finanziato a livello nazionale. Ha inoltre avvertito che potrebbe emergere un disavanzo di bilancio a causa del conflitto in corso, della diminuzione degli aiuti internazionali e della debolezza dell’attività economica.

Stiamo effettivamente valutando e valutando diverse opzioni” per garantire i finanziamenti per il prossimo anno, ha affermato il Commissario europeo per l’Economia Valdis Dombrovskis in conferenza stampa.

L’Unione è “pronta a fornire tutto il supporto necessario all’Ucraina per tutto il tempo necessario”, ha segnalato, aggiungendo che la Commissione prenderà in considerazione le opzioni disponibili per aumentare l’assistenza “attraverso il bilancio dell’Ue e anche attraverso la possibilità di utilizzare le procedure relative agli asset sovrani russi”, una volta che il Fondo Monetario Internazionale avrà valutato il potenziale deficit di finanziamento dell’Ucraina.

Foto: Forze Armate Ucraine e Lockheed Martin

 

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