Persa l’Ucraina, la NATO attiva il fronte della Moldavia. Gaiani a “Il Contesto”

Nei giorni scorsi, il maggior generale Christian Freuding, direttore della sezione preposta al coordinamento dell’assistenza miliare all’Ucraina del Ministero della Difesa tedesco, ha proposto pubblicamente di colpire infrastrutture e complessi produttivi sul territorio russo per sostenere lo sforzo bellico ucraino.
«La prima possibilità, ovviamente, è condurre noi stessi operazioni offensive antiaeree utilizzando mezzi a lungo raggio, in linea di principio una guerra aerea: aerei che colpiscono gli aeroporti prima ancora che questi mezzi possano essere impiegati», ha affermato Freuding.
Il quale ha poi aggiunto che Mosca ha ottenuto «notevoli successi nella produzione di missili», e invocato soluzioni in grado di «impedire lo sviluppo del complesso militare-industriale russo. Qui dobbiamo valutare se le misure economiche adottate siano sufficienti e individuare leve per ridurre la produzione russa, soprattutto in questo settore».
Le uscite di Freuding riecheggiano il contenuto della videoconferenza intercettata a diffusa dai servizi di intelligence russi in cui un alto ufficiale della Luftwaffe proponeva agli interlocutori di colpire il ponte di sullo Stretto di Kerč’ con i missili da crociera Taurus.
Vale a dire la tipologia di missili da crociera in dotazione alla forze armate tedesche di cui da tempo si ipotizza la consegna a Kiev, nonostante gli impedimenti previsti dalla Costituzione tedesca e le dichiarazioni formulate in proposito dal cancelliere Merz. Quest’ultimo ha recentissimamente siglato un trattato con il premier britannico Starmer, implicante una stretta collaborazione in materia di sicurezza e difesa e l’impegno a fornire assistenza reciproca in caso di attacco da Paesi terzi.
Parallelamente, il servizio di intelligence estera russo (Svr) ha diramato un rapporto in cui si sostiene che la Nato sta pianificando di trasformare la Moldavia, la cui commissione elettorale ha appena decretato l’esclusione del partito russofilo Pobeda dalle elezioni dopo che l’Unione Europea aveva imposto sanzioni contro alcuni suoi esponenti di spicco, in un “ariete” occidentale nell’ambito di un ipotetico conflitto con la Russia. A tale scopo, recita il documento, «si stanno attuando progetti per il passaggio allo scartamento ferroviario europeo e per l’aumento della capacità di transito dei ponti.
Si stanno costruendo hub logistici, grandi magazzini e siti per la concentrazione di equipaggiamento militare». Pochi giorni dopo la pubblicazione del rapporto redatto dall’intelligence estera russa, la presidente Maia Sandu ha annunciato la partecipazione dell’esercito moldavo alle esercitazioni Nato Agile Spirit 2025. Le operazioni, a cui prenderanno parte unità statunitensi, rumene, bulgare, georgiane e lituane, si terranno in Georgia dal 23 luglio al 7 agosto.
Intanto, il «New York Times» scrive che i progressi realizzate delle forze armate russe stanno privando l’Ucraina dei giacimenti di minerali critici su cui si basa l’accordo siglato mesi addietro tra Kiev e Washington. «Se le truppe russe continueranno ad avanzare, conquistando sempre più territorio, controlleranno sempre più depositi minerari. Questo è un problema per l’accordo», ha dichiarato Mikhail Zhernov, direttore della Critical Metals Corp, una società statunitense che possedeva la licenza per lo sviluppo del giacimento di litio di Shevchenko recentemente conquistato dai russi.
Nel quadrante levantino, invece, si registra un continuo peggioramento della situazione in Siria, con scontri a fuoco tra le varie compagini etno-confessionali e incessanti bombardamenti israeliani.
Parliamo di tutto questo assieme a Gianandrea Gaiani, giornalista, saggista e direttore della rivista «Analisi Difesa», la mattina del 21 luglio.
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