Trump mostra a Zelensky che l’Ucraina non è Israele. Il Contesto intervista Gaiani

 

Mentre approva la fornitura a Tel Aviv di munizioni pregiate necessarie a ricostituire le scorte israeliane intaccate nell’ambito del conflitto con l’Iran (che sembra aver puntato sull’acquisto dei caccia J-10 di fabbricazione cinese alla luce delle difficoltà ad acquisire i sistemi antiaerei russi S-400), l’amministrazione Trump sospende la consegna di missili intercettori all’Ucraina adducendo come motivazione la necessità di non assottigliare ulteriormente le proprie riserve.

Si tratta di una vera e propria doccia fredda per il presidente Zelensky, che soltanto pochi giorni prima, in occasione del vertice Nato de L’Aja, aveva strappato al suo omologo statunitense Trump l’impegno a verificare se sussistessero le condizioni per trasferire a Kiev gli agognati sistemi Patriot.

Il tutto mentre le forze russe incrementano la pressione lungo l’intera linea del fronte, e lanciano campagne di bombardamenti di rara intensità. Significativamente, nel documento redatto a margine del summit dell’Alleanza Atlantica non si fa alcuna menzione della “brutale e non provocata invasione russa dell’Ucraina”, né delle prospettive di integrazione di quest’ultima nella Nato.

Parliamo di tutto questo assieme a Gianandrea Gaiani, giornalista, saggista e direttore della rivista «Analisi Difesa».

Guarda il video qui sotto o a questo link.

 

Login

Benvenuto! Accedi al tuo account

Ricordami Hai perso la password?

Lost Password

Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: