I programmi di Mosca per l’aviazione russa e i risvolti militari

 

Il Primo Ministro russo Mikhail Mishustin ha presieduto una sessione strategica cruciale dedicata allo sviluppo dell’industria aeronautica nazionale, annunciando il lancio di un ambizioso progetto federale per la “Produzione di aerei ed elicotteri”.

Quest’iniziativa che si inserisce nel più ampio progetto nazionale di leadership tecnologica “Supporto industriale alla mobilità dei trasporti”, prevede uno stanziamento complessivo di 765 miliardi di rubli dal bilancio federale nei prossimi sei anni.

L’obiettivo dichiarato è l’accelerazione dello sviluppo e della produzione di velivoli, motori competitivi, apparecchiature radioelettroniche e attrezzature ad alta intensità di conoscenza, con una priorità chiara: ridurre la dipendenza dalle importazioni e garantire l’autonomia tecnologica del settore.

Mishustin ha enfatizzato la necessità di «sviluppare prodotti davvero unici, che al momento non hanno analoghi russi e la cui produzione deve essere avviata». Sebbene i termini del progetto federale siano formulati in modo generico per abbracciare l’intera industria aeronautica, l’elenco dei velivoli menzionati rivela un’attenzione significativa anche alle capacità della difesa e alla sicurezza nazionale.

Nel settore degli aerei da trasporto/passeggeri si è parlato esplicitamente delle versioni import-sostituite di modelli consolidati come il Tupolev Tu-214 e l’Ilyushin Il-96-300. Sebbene primariamente civili, velivoli di questa categoria possono essere facilmente adattati, così come già accaduto in passato, anche per ruoli governativi, di comando aereo o di trasporto militare strategico, garantendo funzionalità cruciali anche in assenza di fornitori esteri.

Per quanto riguarda la categoria aerei regional sono stati citati progetti come il “Ladoga” e il russo-bielorusso ‘”Osvey”, destinati a coprire quella particolare esigenza di trasporto locale di primaria importanza nel vastissimo Paese russo.

Più ampia e variegata la lista dedicata agli elicotteri che include i più leggeri Mil Mi-34, passando per i medio categoria Ansat e il più pesante Kamov Ka-62, fino ai modelli pesanti come il Mil Mi-38 e il Mi-171. Quest’ultima serie in particolare è una modernizzazione della famiglia Mi-8/17, ampiamente impiegata in ruoli militari (trasporto truppe, assalto, supporto), dimostrando una chiara sovrapposizione tra gli obiettivi civili e militari del programma.

Il suddetto programma è in sostanza un’accelerazione della sostituzione delle importazioni, resa ancor più urgente dal regime di sanzioni internazionali avviato dall’inizio della guerra tra Mosca e Kiev.

L’investimento mira a garantire che l’intera catena produttiva, dai motori all’avionica digitale e ai sistemi missilistici (per i caccia già in servizio), si basi su componenti e tecnologie di fabbricazione russa. Questo non solo assicura la continuità delle operazioni per le flotte civili, ma rafforza in modo critico anche la capacità militare della Russia di operare in autonomia.

Il Primo Ministro ha inoltre sottolineato l’importanza di stabilire scadenze concrete per lo sviluppo e la produzione di ciascun tipo di velivolo, indicando la serietà con cui il governo sta affrontando questa sfida strategica per l’industria e la sicurezza del Paese.

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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