Il punto su Iveco Defence Vehicle: l’intervista all’ad Claudio Catalano

Iveco Defence Vehicles (IDV), da 88 anni protagonista con i suoi prodotti e con quelli sviluppati insieme a Leonardo all’interno del Consorzio Iveco-Oto-Melara (CIO) delle forniture di veicoli per l’Esercito Italiano e numerose forze armate in tutto il mondo, è balzato recentemente alla ribalta delle cronache economiche.
Un tema che costituisce solo il pretesto per una ampia chiacchierata con l’ingegner Claudio Catalano, responsabile della business unit Defence & Astra di Iveco Group e amministratore delegato delle due società Iveco Defence Vehicles e Astra Veicoli Industriali, che ha incontrato Analisi Difesa nello storico stabilimento di Bolzano, solo poco prima dell’annuncio dell’accordo di acquisizione da parte di Leonardo.
IDV e Astra sono oggi una business unit composta da due aziende fortemente integrate, che hanno fatto della loro integrazione a livello tecnico, commerciale e industriale il vero punto di forza e la leva di crescita. I risultati lo testimoniano in maniera inequivocabile.
La business unit è composta in Italia da due poli industriali principali, a Bolzano e a Piacenza e uno più piccolo ma non meno strategico a Vittorio Veneto. In tutti e tre gli stabilimenti sono state portate ai massimi livelli le competenze sulla lavorazione e saldatura degli acciai balistici.
Le produzioni delle varie commesse sono distribuite e ottimizzate da una regia centrale che punta a ottenere le massime sinergie, ottimizzazione delle risorse e assorbimento dei costi fissi.
Gli spazi e le aree non ancora sfruttate a Piacenza, gli investimenti in corso in tutti gli stabilimenti produttivi, il ricorso a tecnologie avanzate di saldatura robotizzata, l’aggiornamento delle macchine utensili a controllo numerico e dei trattamenti termici, i moderni banchi prova per motori e trasmissioni per impiego militare, la capacità di sviluppare e produrre protezioni balistiche antimina e anti IED, nonché l’attento studio del footprint industriale, sono tutti tasselli fondamentali di una strategia pensata per puntare a un significativo aumento della capacità produttiva volta a soddisfare le esigenze dei propri clienti.
Anche dal punto di vista dell’ingegneria di prodotto, le competenze tecniche di Astra nei veicoli speciali si sono fuse con quelle di IDV nel settore militare, creando un binomio vincente. La costituzione di una specifica divisione dedicata alla propulsione militare con sede a Torino (IDV Power) e di una divisione per lo sviluppo delle tecnologie uncrewed, completano il quadro di una realtà che, con convinzione, guarda al futuro.
Nel settore delle protezioni balistiche avete sviluppato opportunità di cooperazione internazionale?
Se prendiamo il caso dell’ACV per i Marines statunitensi, sviluppato da IDV, produciamo tutte le protezioni antimina e IED mentre la protezione balistica dello scafo è curata da Bae Systems per accordi industriali. Del resto, la protezione antimina/IED investe la progettazione di tutta una serie di installazioni interne quali i sedili per il personale, componenti e i sistemi d’arma o comunicazione che possono venire interessati da un’esplosione. Per lo stesso veicolo destinato alle forze armate italiane, il VBA, tutte le protezioni sono realizzate da IDV.
Non abbiamo mai avuto occasione di sviluppare e realizzare le protezioni per un veicolo di un altro costruttore, non si è presentata l’opportunità ma lo potremmo fare senza problemi. Abbiamo una gamma di veicoli molto diversificata per dimensioni, livelli di protezione, pesi e sistemi imbarcati. Per questo siamo abituati a progettare e realizzare protezioni altrettanto diversificate. I test con esplosivi veri li realizziamo in appositi poligoni, principalmente in Germania e Svezia.
Negli ultimi 10 anni, investendo significativamente in innovazione siamo riusciti, con software sofisticati, messi a punto in centinaia di test su strutture complesse diverse, a riprodurre con grande affidabilità le sollecitazioni e gli effetti di diverse minacce su tutta la gamma dei veicoli che produciamo.
Questa capacità, oggi, ci consente di essere più veloci e competitivi nello sviluppo e progettazione dei nostri veicoli, a partire da una Centauro fino alla cabina blindata di un camion militare o a quella di un Lince. Abbiamo ridotto il numero delle prove necessarie per validare i livelli di protezione di una nuova applicazione e siamo in grado di gestire più agevolmente le modifiche di configurazione che i nostri clienti ci chiedono in continuazione, legate all’adozione di sistemi di combattimento sempre più avanzati.
Recentemente avete consegnato i primi Ariete C2.
Spesso si dimentica che il programma Ariete C2 nasce da una richiesta dell’Esercito di identificare le aree di sviluppo e upgrade del carro Ariete. Il Consorzio Iveco – Oto Melara (CIO) aveva identificato 7 possibili configurazioni con livelli di prestazioni e costi crescenti.
All’epoca era molto più difficile di oggi parlare di carri armati e sulla base delle disponibilità del momento, fu scelta una di queste configurazioni, che per la parte di competenza di IDV, ci ha consentito di effettuare un’importante evoluzione del motore, aumentando la potenza del 20% e portandola così a 1.500 cavalli e aumentando in maniera importante la coppia ai bassi regimi.
È caratterizzato da un impianto iniezione common-rail a controllo elettronico, nuovi turbo compressori, nuove camere di combustione e una maggiore cilindrata, ottenuta aumentando la corsa del pistone. Il motore è stato dimensionato per potenze ben superiori, anche in funzione delle esigenze dei futuri carri armati ma è stato limitato per non creare problemi all’attuale cambio di velocità, anch’esso oggetto di significativi aggiornamenti.
Si tratta del motore per carri armati oggi più avanzato, idoneo per categorie di carri dal peso superiore alle 65 tonnellate. Qui a Bolzano abbiamo fatto importanti investimenti con nuove macchine utensili a controllo numerico e una nuova palazzina per le sale prova per motori e cambi dei futuri veicoli da combattimento cingolati.
Abbiamo consegnato il primo Ariete C2 e prevediamo di consegnarne quest’anno in totale 5, in base alla calendarizzazione prevista, 15 nel 2026 e poi 25 annui con fine consegne nel 2029. Nel CIO puntiamo a fare bene questa fase per poter cogliere l’opportunità di aggiungere i 30 esemplari in più inizialmente previsti, qualora vi fosse l’interesse dell’amministrazione Difesa.
Ci aiuta a fare il punto sugli altri programmi?
Circa le blindo Centauro 2 (nella foto sotto -Ndr) stiamo completando, nell’ambito del Consorzio Iveco Oto Melara, il contratto per le 150 unità previste con una probabile esigenza di 20 ulteriori macchine. In Brasile abbiamo vinto, insieme a Leonardo, la gara per 98 blindo più una ulteriore tranche in opzione. Abbiamo terminato la fase di validazione dei primi due prototipi e stiamo lavorando per la finalizzazione del contratto di produzione.
Si tratta di un volume di 7-8 Centauro all’ anno che, per la nostra parte, realizzeremo qui a Bolzano e in un’area del nostro stabilimento brasiliano di Sete Lagoas dove realizziamo già il 6×6 Guaranì (nella foto sotto – più di 700 unità consegnate a oggi – NdR).
In Brasile siamo presenti da parecchi anni e abbiamo dimostrato di fare seriamente e con continuità. Il rapporto con l’Esercito Brasiliano è molto solido come conferma la consegna di 32 Light Multirole Vehicle LMV-BR e la firma, lo scorso anno, del contratto per la fornitura di 420 LMV-BR 2 in dieci anni.
Il programma VBM Freccia (nella foto sotto – NdR) per l’Esercito Italiano sta andando avanti con i veicoli posto comando e porta mortaio e l’ultimo contratto del dicembre 2024 prevede la fornitura di 76 VBM Plus, 60 Combat e 16 Controcarro.
Abbiamo proposto all’Esercito il nuovo VBM NG (New Generation), un veicolo che rappresenta un’evoluzione del VBM di oggi con un nuovo “concept” di scafo che capitalizza per le protezioni antimina le esperienze maturate con Centauro e con il veicolo anfibio (ACV e VBA).
Cambiano le geometrie di scafo con l’obiettivo di aumentare ulteriormente i livelli di protezione del soldato e consentire di passare alla saldatura robotizzata dello scafo, necessaria ad essere pronti a far fronte, nei prossimi anni, all’esigenza eventuale di salire ulteriormente di produzione, rispetto a quanto sappiamo oggi.
Nel caso ce ne fosse bisogno vogliamo essere pronti!
Lo scafo del VBM NG oltre a una serie di comunanze con quello del VBA sarà dotato di nuove sospensioni, cambio aggiornato e motore potenziato per far fronte all’aumento di peso pur mantenendo la massima intercambiabilità con la gamma VBM attuale e avrà una nuova torretta Leonardo con un’innovativa arma da 30 mm.
Se in futuro vi fosse un programma di up-grade del VBM di oggi, i contenuti che abbiamo sviluppato per il VBM NG potranno essere retrofittati.
Il VBA (nella foto sotto – NdR) per la Brigata San Marco della Marina è il prossimo mezzo che consegneremo in una versione interamente italiana, a differenza dell’ACV per i Marines statunitensi che per i requisiti espressi doveva prevedere una parte della produzione negli Stati Uniti.
Il nostro ACV/VBA può essere considerato oggi l’anfibio del mondo occidentale: lo adottano gli Stati Uniti e l’Italia e siamo in contatto con diversi altri Paesi che hanno bisogno di costituire o rinnovare la componente anfibia.
Lo stesso mezzo potrebbe venire adottato anche dai Lagunari?
San Marco e Lagunari impiegano entrambi i veicoli corazzati anfibi AAV-7. La Marina ha avviato il programma di sostituzione con i VBA, l’Esercito non ancora. Logicamente avrebbe un senso continuare a dotare entrambi i reparti dello stesso mezzo anfibio per avere piena comunanza e interoperabilità delle nostre forze.
E per quanto riguarda i 4×4?
Stiamo gradualmente salendo con la produzione della seconda generazione del Lince (VTLM 2 – nella foto sotto -NdR), con un programma per 670 veicoli che realizziamo in accordo con il profilo di cassa disponibile, al rateo produttivo di circa 80/100 macchine annue.
Ci aspettiamo che possano raddoppiare nei prossimi anni, per accelerare la sostituzione del parco dei primi VTLM e VTLM1 (nella foto sotto -Ndr). Non possiamo farlo dall’oggi al domani ma tutto quello che stiamo facendo è nell’ottica di poter accrescere la produzione.
La più grande incognita per noi oggi non è tanto studiare come aumentare la capacità produttiva di una piattaforma, ma comprendere, a livello sistemico, l’articolazione dei vari programmi, sia nazionali che esteri in modo da ottimizzare il nostro footprint industriale per soddisfare le esigenze future.
Stiamo valutando una serie di possibili scenari futuri che riguardano l’Italia e i nostri principali clienti esteri e sulla base di queste valutazioni ci stiamo muovendo con i relativi investimenti in capacità produttiva, ponendo costante attenzione agli sviluppi del mercato.
Si parla spesso di capacità produttiva non sufficiente. Per quanto ci riguarda, oggi, la nostra capacità produttiva è tarata sulla calendarizzazione di cassa e sulla pianificazione pluriennale dei contratti. Questo chiaramente non corrisponde alla capacità produttiva di IDV che, a regime, potrebbe essere comunque decisamente superiore a quella di oggi.
Negli ultimi 5 anni abbiamo fatto molta sinergia tra i nostri stabilimenti. Astra un tempo produceva solo camion, oggi ha ampliato la produzione al settore militare multiruolo con le cabine dei VTLM2, i telai degli MTV (nella foto sotto – Ndr) che realizziamo per l’Esercito olandese in 1.275 esemplari ordinati, con un rateo di circa 350 macchine all’anno per quattro anni e nel futuro prossimo produrrà gli scafi per il VBA, il veicolo anfibio della Marina Militare Italiana.
Oggi lo stabilimento di Piacenza, grazie alla struttura dei capannoni, la disponibilità di carri ponti e aree non utilizzate, idonee per attività di carpenteria pesante, è la leva più importante che abbiamo per poter aumentare i nostri livelli produttivi, operando da subfornitore per quello di Bolzano, dove si trovano le linee di assemblaggio dei veicoli blindati 8×8 e 4×4.
Per quanto riguarda i camion, abbiamo lanciato da poco la nuova gamma civile Astra HDX e in piena sinergia, abbiamo derivato la gamma modulare di piattaforme militari tattico logistiche, con una nuova cabina blindata e con le versioni aerotrasportabili. Stiamo lavorando su autocarri militari 8×8 e 10×10 in versione trattore per il trasporto carri e per i lanciamissili con MBDA e in versione recovery pesante per operazioni di recupero in teatro operativo.
IDV è coinvolto nei programmi per rifornire l’Ucraina?
Rispetto a quello che si è fatto in Germania noi siamo stati poco coinvolti. In Germania è nato un sistema che vede contratti di fornitura di veicoli stipulati dalle aziende tedesche col governo tedesco. Ora stiamo valutando come aiutare gli ucraini su programmi che però devono ancora prendere il via, per creare una produzione nazionale di piattaforme o di nuova concezione o sviluppati insieme a noi.
Nel campo degli unmanned possiamo fare il punto sulla piattaforma Viking?
Dopo aver acquistato in Gran Bretagna l’azienda Mira UGV, oggi IDV Robotics risponde alla sfida di impiegare al meglio veicoli multiruolo nati autonomi come il Viking, 6×6 concepito per trasportare un carico pagante come munizioni, rifornimenti, sistemi di sorveglianza, sistemi d’arma, di guerra elettronica o per il recupero feriti.
È un veicolo nativo uncrewed, completamente drive-by-wire, con trazione ibrido-elettrica quindi in grado di raggiungere obiettivi a 50 chilometri e utilizzare la propulsione elettrica senza presentare una traccia termica o acustica. La presenza di un motore termico gli dà la possibilità di ricaricare le batterie che consentono di alimentare jammer o altri sistemi elettronici imbarcati.
Il veicolo può essere dotato di un ‘autonomy stack’ basato esclusivamente su sensori passivi, in grado quindi di operare in contesti GNSS denied, senza presentare emissioni elettromagnetiche tipiche di un lidar. Stiamo lavorando molto con il Laboratorio di Scienze e Tecnologie britannico e abbiamo un contratto con Norvegia e Svezia per testare il Viking in terreni difficili e ambienti freddi.
A valle dell’aggiudicazione tramite gara, guidando un consorzio di aziende italiane eccellenti, abbiamo di recente firmato un contratto con l’NSPA per una sperimentazione avanzata con l’esercito italiano, che riteniamo darà l’opportunità a tutti di imparare moltissimo e fare un decisivo salto in avanti nella sperimentazione di questi sistemi in ambito terrestre. Stiamo lavorando per portare il Viking ad essere non solo elitrasportato ma anche aviolanciato e pronto all’impiego in tempi brevissimi per dare una capacità in più alle operazioni speciali.
Sviluppi e test che richiedono una forte sinergia con le forze armate…
Le nuove tecnologie nel settore della difesa terrestre cambieranno in maniera sostanziale il sistema di difesa e le nostre capacità di deterrenza. Come apprendiamo dallo scenario ucraino, è spesso un veicolo autonomo l’avversario più temibile per un veicolo corazzato. La sperimentazione operativa a fianco delle forze armate, elemento chiave da sempre, sta diventando sempre più un requisito irrinunciabile per chi come noi deve essere capace di mettere a terra e consentire l’impiego di nuovi sistemi nel più breve tempo possibile.
Credo si debba far evolvere il rapporto tra azienda e cliente e creare una forma di sodalizio che vada ben oltre il contratto e il concetto di vendere qualcosa.
In IDV, con tutti i nostri clienti, continueremo a spingere in questa direzione perché riteniamo sia l’unico modo che consente, unendo competenze diverse, di aumentare la capacità dello strumento militare, riducendo al tempo stesso i rischi per i nostri soldati, unendo competenze diverse per sviluppare capacità nuove in grado di fare la differenza sul campo.
Foto Iveco DV e Bae Systems

Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.