La Croazia celebra i 30 anni dall’Operazione Tempesta

La Croazia ha celebrato il 31 luglio agosto con una parata militare a Zagabria i 30 anni dalla vittoria sui serbi nella guerra d’indipendenza con cui nel 1995 vennero riconquistati i territori occupati dai serbi nella Krajina (Republika Srpska di Ktajina, nella mappa qui sotto).
L’evento ha visto la partecipazione di 3.400 tra militari, forze di polizia, squadre di soccorso e veterani, ed è stato accompagnato dai sorvoli di elicotteri, aerei antincendio Canadair e jet Rafale delle forze aree croate.
In campo anche le forze navali che hanno sfilato davanti al porto di Spalato (le foto del ministero della Difesa croato che illustrano questo articolo sono tutte visibili a questo link).
Il primo ministro Andrej Plenković ha sottolineato come la Croazia sia oggi pienamente integrata negli standard NATO ed europei, essendo membro dell’Alleanza Atlantica dal 2009 e dell’Unione Europea dal 2013.
La parata ha commemorato l’Operazione Oluja ( Tempesta) dell’agosto 1995, offensiva militare pianificata e decisiva con il supporto degli Stati Uniti e dei loro contractors (non a caso a Zagabria ha sfilato anche un piccolo grippo di militari statunitensi con la bandiera a stelle e strisce) che si sviluppò parallelamente all’intervento aereo della NATO contro i serbi di Bosnia e si rivelò decisiva per consentire alla Croazia di riprendere il controllo dei territori della Krajna abitata da una popolazione in maggioranza serba.
L’Operazione Oluja provocò l’esodo di circa 200.000 civili serbi, lasciando una profonda ferita nei rapporti con la Serbia, che ancora oggi definisce l’evento una tragedia nazionale. Belgrado ha organizzato una propria cerimonia in memoria delle vittime serbe e ha consigliato ai propri cittadini di evitare viaggi in Croazia all’inizio di agosto.
L’analista politico croato Žarko Puhovski ha spiegato che l’evento ha un doppio significato: rafforzare il consenso interno per l’aumento della spesa militare che interessa tutte le nazioni aderenti alla NAYO e inviare un messaggio di forza nella regione balcanica.
“È uno spettacolo per mostrare muscoli, parte della più ampia tendenza alla militarizzazione in Europa“, ha dichiarato Puhovski. La Croazia è tra i 18 Paesi dell’UE che hanno chiesto accesso al programma SAFE (Security Action for Europe), un fondo da 150 miliardi di euro creato per rafforzare la difesa comune europea. Zagabria intende richiedere fino a 1,8 miliardi di euro per potenziare ulteriormente le proprie capacità militari.
Nonostante l’ostentazione militarista le forze armate croate sono decisamente inferiori a quelle serbe poiché Belgrado resta la maggiore potenza militare dei Balcani Occidentali.
Il leader del Partito democratico indipendente serbo (SDSS) che nel parlamento croato occupa i 3 seggi riservati alla minoranza serba, Milorad Pupovac (nella foto a lato), ospite della Radio Televisione Serba ha dichiarato che l’incitamento all’odio contro i serbi è presente in Croazia da anni, ma ora è diventato parte integrante della politica nazionale.
“Vedremo nei prossimi giorni se l’atmosfera si farà più calda o manterrà un carattere equilibrato”, ha sottolineato. “Registriamo discorsi d’odio contro i serbi da anni. Questo fenomeno è più intenso in alcuni periodi, soprattutto ad agosto, ma si riflette durante tutto l’anno. Tali atti sono spesso legati all’eredità ustascia che vive ancora in Croazia. Tuttavia, il problema è che tale politica era
riservata ai margini mentre ora è diventata la tendenza maggioritaria, grazie al fatto che l’estrema destra è diventata parte della maggioranza al potere in Croazia”.
Dopo 30 anni l’eredità di quel conflitto ha lasciato strascichi in tutta la ex Jugoslavia riaprendo addirittura le fratture lasciate dalla Seconda guerra mondiale in cui gli le milizie ustascia croate erano alleate del Terzo Reich nazista.
I militari del Montenegro non hanno partecipato alla parata militare di Zagabria benché invitati dalla Croazia. Lo ha comunicato il ministro della Difesa del Montenegro, Dragan Krapovic, per “rispettare il contesto storico e regionale generale” e “la particolare sensibilità che questo argomento riveste nella società montenegrina.
All’epoca del conflitto il Montenegro faceva parte con la Serbia di una federazione che rappresentava quanto restava della Jugoslavia.
Nel comunicato il ministero ha affermato che il Montenegro “rimane impegnato nella cooperazione con tutti i partner e i Paesi amici”, tra cui la Croazia, attraverso, come sottolineato, “formati che affermino la stabilità, la pace e il futuro europeo comune della regione”.
Fu proprio a causa delle dichiarazioni di Krapovic sulla nave scuola Jadran e sulla targa commemorativa nel campo di Morinj (dove durante la guerra civile in Jugoslavia le autorità serbo/montenegrine rinchiusero 300 civili croati) che le relazioni diplomatiche tra Croazia e Montenegro si deteriorarono nel gennaio 2024. Durante la sua visita successiva in Montenegro, l’omologo croato Ivan Anusic annullò l’incontro programmato con Krapovic.
Dopo quell’incidente diplomatico, a metà dello scorso anno, il Montenegro ha adottato la Risoluzione sul genocidio nei campi di Jasenovac, Dachau e Mauthausen. Nel campo di sterminio croato di Jasenovac durante la seconda guerra mondiale, vennero ucciso circa 80/90mila serbi, zingari, montenegrini, ebrei in un contesto in cui tra il 1941 e il 1945 oltre 330 mila serbi vennero trucidati dagli ustascia croati.
La Croazia ha reagito a tale decisione con una serie di note diplomatiche e tre alti funzionari montenegrini, il presidente del Parlamento e leader dei partiti filoserbi Andrija Mandic, il deputato Milan Knezevic e il vice primo ministro Aleksa Becic, sono stati dichiarati persone non grate in Croazia.
Comer ricorda l’Agenzia di stampa Nova, la situazione è culminata nel dicembre dello scorso anno, quando Zagabria ha bloccato la chiusura del Capitolo 31 (politica estera, di sicurezza e di difesa) nei negoziati del Montenegro con l’Unione europea e ha presentato richieste sotto forma di un documento informale per risolvere diverse questioni che considera aperte e che, a suo dire, stanno danneggiando le relazioni reciproche tra i due Paesi.
Il Montenegro ha comunque preso parte alle celebrazioni per i 30 anni dall’Operazione Tempesta con l’incaricato d’affari dell’ambasciata montenegrina in Croazia, Jelena Raznatovic, che sarà presente anche a Knin il 5 agosto a un evento organizzato per l’anniversario della riconquista croata del capoluogo della Krajina.
Foto: Ministero Difesa Croato

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